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Home » Diadora Atomo V7000: la recensione della scarpa Made in Italy
Scarpe

Diadora Atomo V7000: la recensione della scarpa Made in Italy

Dario MarchiniBy Dario Marchini5 Gennaio 2024
Diadora Atomo V7000
Diadora Atomo V7000

Provate a pensare a un’azienda italiana che produca scarpe da running. La risposta è una sola: Diadora. Pensate ancora a un’azienda che produca scarpe da running in Italia. La risposta è ancora una sola e sempre la stessa: Diadora. Si, perché l’azienda di Caerano San Marco, in provincia di Treviso, ha voluto fortemente rinnovare il proprio brand nel mondo della corsa puntando proprio sul Made in Italy. Tre anni fa lo aveva fatto lanciando Equipe Atomo, la prima calzatura da running completamente prodotta in Italia dopo oltre trent’anni; nel 2023 lo ha di nuovo fatto, presentando un nuovo modello, anche in questo caso progettato e prodotto interamente nelle terre del Prosecco (in questo articolo potete leggere e vedere come si sviluppano progettazione, test e produzione nella sede italiana di Diadora).

Si tratta di Atomo V7000, scarpa da allenamento quotidiano pensata per le lunghe distanze, con uno stile rétro. Una linea che si differenzia decisamente dalla tendenza delle attuali calzature da running di altri brand e che ricorda molto linea e lo stesso modello degli anni ’90 (che oggi è possibile trovare come sneaker vintage) e improntata decisamente sul design italiano. Questo, parlando esclusivamente di estetica, perché le Atomo V7000 sono un modello che appena messe ai piedi sono in grado di stupire grazie ai materiali e alle tecnologie innovative utilizzate.

Appena indossate, la prima sensazione è quella di estrema morbidezza, un comfort che avvolge il piede in ogni direzione. L’intersuola offre diverse densità in base alla pressione e alle necessità del piede: massima ammortizzazione nella parte posteriore e anteriore, un po’ più di supporto in quella centrale, caratteristica che le rende dinamiche in base alla rullata, sia di corsa che camminando. Le ho utilizzate per le mie uscite quotidiane dai 10 ai 21 chilometri nelle ultime settimane, fino ai canonici 150km per poterle recensire: uscite di lento, variato e anche qualche ripetuta sui mille. E non si sono risparmiate nell’accompagnarmi durante gli allenamenti con pioggia e brutto tempo, tra asfalto e sterrato. Questo è quello che ne è risultato.

Battistrada: 7,5

Il battistrada utilizzato è decisamente minimal nella superficie coperta (per risparmiare peso) e non troppo alto nello spessore (solo 3mm). La forma del disegno accompagna il movimento nel piede: longitudinale nella zona posteriore per assecondare la rullata, trasversale con un disegno a zig zag nella parte anteriore per fornire più grip nella fase di spinta. Il materiale utilizzato è una speciale mescola antiusura, Duratech 5000, che si è dimostrata affidabile e stabile anche con terreno bagnato. Il consumo è stato decisamente irrisorio, forse un po’ più accentuato nella parte posteriore del piede e nelle zone di maggiore appoggio dell’intersuola scoperta. Nessun particolare problema da segnalare.

Intersuola: 8

L’intersuola è sicuramente il cuore di questa scarpa. È composta da DD Anima, la stessa schiuma utilizzata per le Equipe Atomo, ma decisamente migliorata: un particolare sistema di lavorazione dell’EVA (scopri qui tutto quello che devi sapere sulle mescole e le super mescole delle scarpe da corsa) che ha permesso di migliorarne la reattività (+30%) e la durata, diminuendone contestualmente il peso (-20%).

Diadora Atomo V7000

Leggere e reattive, nonostante l’impressione sia quella di una scarpa massiccia e pesante, hanno uno stack posteriore di 31mm e anteriore di 26mm, per un drop complessivo di soli 5mm. Differenziale strano per una scarpa adatta anche ai runner più pesanti, ma ottimizzato grazie al rocker che caratterizza sia la zona anteriore che posteriore della calzatura: il piede viene sempre accompagnato in una morbida rullata, soprattutto ai ritmi più blandi; mentre la zona centrale, più piatta, aiuta chi correre spostato maggiormente sull’avampiede. Una soluzione che si adatta a tutti i ritmi medio-lenti e alle necessità di ogni runner, come ho potuto personalmente sperimentare utilizzandole sui diversi ritmi e su diverse distanze.

Importante la presenza della soletta estraibile in DNAttivo: 5mm di spessore per tutta la lunghezza del piede; un inserto maggiorato di altri 3mm sotto al tallone (8mm totali), che aiuta ad accentuare la percezione di morbidezza e comfort della scarpa (provatela a togliere per capire la differenza); e la zona dell’arcata plantare costruita in materiale più denso, per un maggio supporto.

Tomaia: 6,5

La tomaia è costruita in Air Mesh, una leggerissima rete in nylon non elasticizzata, rinforzata da elementi in microfibra accoppiati. Traspirazione massima per questo nylon, forse più adatto ai climi un po’ più caldi, ma decisamente comodo e resistente: le dita dei piedi rimangono libere di muoversi, senza perdere il necessario feeling per guidare la scarpa.

Più caratterizzanti gli inserti in microfibra, che definiscono il design decisamente rétro delle Atomo V7000, ricalcando il disegno del modello del 1990: un tessuto scamosciato in finta pelle, che corre lungo tutta la base del piede per mantenere la calzata più salda e stabile. Forse l’elemento estetico che può far piacere o meno questo modello.

Diadora Atomo V7000

Upper: 7

Decisamente classica la parte superiore della scarpa costituita da linguetta, lacci e conchiglia tallonare. Partiamo da quest’ultima: abbastanza rigida soprattutto nella parte inferiore, è caratterizzata da un a buona imbottitura che stringe il tallone e la zona sotto al malleolo, mantenendo l’appoggio ben stabile, nonostante l’estrema morbidezza dell’intersuola.  
La linguetta è molto imbottita e, nonostante sia fissata solo anteriormente alla tomaia, rimane salda in posizione sul collo del piede, aiutando a non subire la pressione dell‘allacciatura. Le stringhe sono piatte e sottili, e non tendono a smollarsi.

Da segnalare la presenza di due elementi decorativi che ricordano il Made in Italy: una piccola fibbia in gomma legata ai lacci alla base del collo del piede e una piccola bandiera italiana nella parte alta della conchiglia tallonare.

Peso: 7,5

Guardando le Diadora Atomo V7000 la prima impressione che si ha è che possano pesare oltre i 300 grammi. Ma la realtà, prese in mano e soprattutto appena messe ai piedi è tutt’altra: 273gr nel mio numero 10,5 US. Una vera sorpresa, che le posiziona tra le scarpe più leggere del loro segmento (pensiamo ai quasi 300 grammi delle Asics Nimbus 25 o ai 286gr delle NB 1080 v13; solo le Hoka Clifton 9 sono più leggere).

Comfort: 8

Cosa cercare in un modello progettato per gli allenamenti quotidiani e le uscite più lunghe? Comodità, ammortizzazione e supporto quando le gambe diventano più stanche. Atomo V7000 riassume tutte queste caratteristiche, aggiungendo anche una risposta attiva quando i ritmi si alzano e si sposta l’appoggio più verso l’avampiede. Una scarpa di cui è facile innamorarsi una volta indossata, soprattutto per chi ha qualche chilo in più.

Protezione: 7

La prima impressione data dalle Atomo V7000 è che la sua estrema morbidezza possa andare a scapito della stabilità, ma appena iniziato a correre si capisce subito che così non è. È una scarpa neutra, decisamente protettiva, risultato ottenuto grazie all’alto strato di DD Anima in cui è composta l’intersuola; e grazie anche alla funzionalità della conchiglia tallonare che mantiene sempre il piede in posizione, senza farlo slittare posteriormente anche durante i cambi di direzione improvvisi.

Diadora Atomo V7000

Protettiva ma allo stesso tempo anche decisamente reattiva, quando si provano ad aumentare i ritmi, che sia per lavori di ripetute o per una tempo run. Una risposta che le rende adatte soprattutto a chi ricerca una scarpa unica per tutte le uscite di allenamento e gara.

Durata massima stimata: 8

Una costruzione robusta e uno studio approfondito di tutti i materiali che la compongono fanno della Atomo V7000 una scarpa resistente e duratura, che può tranquillamente arrivare a correre gli 800km (se non oltre). L’usura del battistrada, seppur mediamente sottile, dopo 150km è risultata leggera. E anche nei punti in cui il contatto è stato diretto con l’intersuola non sembra subire eccessivamente il consumo. Strutturalmente la scarpa è ben assemblata e irrobustiti dove più conta. Non a caso stiamo parlando di Made in Italy.

Rapporto qualità/prezzo: 5,5

Arriviamo alla nota dolente di tutti i modelli di scarpe usciti negli ultimi mesi, il costo. Il prezzo di listino ufficiale è di 190 euro, come le NB 1080 v13 e in linea con le dirette rivali Nike Invincible 3 e leggermente di più rispetto alle Asics Nimbus 25 e alle Hoka Clifton 9. Un costo importante per una daily trainer, che in questo caso ha anche l’esclusività data dalla costruzione tutta italiana e una durata stimata un po’ sopra la media. Inoltre, in qualche shop online e megastore è possibile trovarle quasi a metà prezzo.

Voto finale: 7,2

Atomo V7000 è sicuramente un buon biglietto da visita con il quale Diadora si prepara per le novità che arriveranno nella prossima stagione. Il Made in Italy, soprattutto all’estero, è un plus che solo Diadora in questo momento è in grado di presentare, sinonimo di tradizione, artigianalità e innovazione.

Diadora Atomo V7000

Nei 150km che hanno preceduto questa mia recensione l’ho utilizzata sempre molto volentieri, alternandola in uscite di lento e allenamenti più qualificanti. Se dovessi sceglierla per una mia rotazione la utilizzerei negli allenamenti di tutti i giorni, per le sedute rigeneranti e nelle uscite più lunghe a ritmi medio-lenti. Ma, come già detto, potrebbe essere una scelta interessante anche per chi la vuole sfruttare come unico modello.

Parlando di ritmi, è una scarpa che può essere tranquillamente portata fino ai 4 minuti al chilometro e può essere sfruttata sia da runner di peso leggero, sia da atleti più pesanti che raggiungo gli 85kg. Forse non è la scarpa più adatta per affrontare gare corte e veloci, ma può sicuramente essere un buon alleato per preparare le distanze più lunghe, fino alla maratona. Ed è anche un modello che può essere sfruttato al meglio dai camminatori, sia per la sua estrema morbidezza e comodità, sia per la facilità di falcata che è in grado di generare.

Voi avete mai provato Diadora? In attesa di scoprire quali saranno le novità che verranno presentate nel 2024, fateci sapere cosa ne pensate nei commenti sotto sotto il video di YouTube o sui nostri canali social. E non dimenticate di selezionare la campanella per rimanere aggiornati su tutti i nostri video e articoli.

150km atomo v7000 diadora recensione
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Dario Marchini
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“Designer per vocazione. Giornalista per scelta. Runner per passione”. Così amo riassumere la mia carriera professionale. Laureato in Design al Politecnico di Milano, ho iniziato a raccontare la mia passione per la corsa nel 2008 con il blog Corro Ergo Sum. Giornalista dal 2015, per undici anni ho lavorato nella redazione di Runner’s World Italia. Ho anche collaborato con diverse realtà nell’ambito dell’organizzazione di eventi podistici nazionali e internazionali come Milano Marathon, Abu Dhabi Marathon, Ras al Khaimah Half Marathon, DeeJay Ten, oltre ad essere stato per quattro anni Direttore Sportivo della Wings for Life World Run. Sono Presidente dell’Associazione Sportiva Corro Ergo Sum Runners e Tecnico Istruttore Fidal - Misure: altezza 177cm, peso 66kg, scarpe US10,5/EU44,5/28,5cm. Velocità riferimento su 10K: 3'40" al km.

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