Qual è il più grande sogno di un atleta, soprattutto di un runner? Correre, correre forte… e vincere. E avere ai piedi delle scarpe che possano aiutare il più possibile a farlo. Ogni giorno le allacciamo prima di uscire a correre e ogni giorno ne parliamo, qui, su The Running Club, raccontandone pregi e difetti e le sensazioni che ci fanno provare. Ma, per una volta, siamo andati oltre.
Siamo stati ospiti di Diadora che ci ha portato all’interno del suo Centro Ricerche, dove abbiamo potuto scoprire da vicino come viene creata una scarpa da running, quali sono i processi attraverso i quali vengono valutati materiali e caratteristiche di ogni calzatura e come vengono sviluppate sul campo insieme agli atleti. E a presentare la neo nata di Diadora, Velocità Carbon, la nuova scarpa chiodata ad altissime prestazioni che sancisce il ritorno del marchio italiano nel mondo dell’atletica leggera su pista, è stato il campione che la indosserà nei prossimi mesi e nelle prossime sfide mondiali e che ha partecipato in prima persona nel suo sviluppo: Samuele Ceccarelli.
Diadora Velocità Carbon e Samuele Ceccarelli
Velocità e carbonio, un connubio che sembra inscindibile in tutte le superscarpe di nuova generazione, e che sono anche le caratteristiche principali della nuova nata di Diadora in ambito di velocità: tomaia di tessuto Matrix avvolgente, unita a una speciale placca in carbonio a tutta lunghezza e un’intersuola in schiuma Anima in grado di ridare l’80% del ritorno di energia.
“Abbiamo cominciato lo sviluppo della Velocità Carbon partendo da un prototipo base, una scarpa molto generica in grado di adattarsi a qualsiasi necessità di corsa – ha raccontato Samuele Ceccarelli -. L’abbiamo testata in pista, sia facendo dei banalissimi allunghi con test a sensazione, sia valutando diverse caratteristiche con strumentazioni più specifiche. E grazie anche allo studio della mia biomeccanica come atleta evoluto, siamo arrivati a creare questo secondo prototipo, una calzatura già molto performante. È stata un’esperienza nuova e interessante. Mi sono sentito un po’ il filo conduttore tra ricerca, produzione e pratica, che ha permesso sia di sviluppare dei dati concreti e scientifici, sia di seguire le (mie) sensazioni da atleta, con l’obiettivo di sviluppare un prodotto performante su misura per me, ma che sia perfetto anche per qualsiasi altro runner”.
“Samuele è stato scelto perché incarna perfettamente i valori di Diadora – ha spiegato il presidente di Diadora, Enrico Moretti Polegato – che da sempre ha come obiettivo primario quello di stare accanto agli atleti ed aiutarli a eccellere attraverso prodotti tecnologicamente all’avanguardia, figli di una costante attività di ricerca e sviluppo. L’apertura del Centro Ricerche, infatti, ci ha permesso di riportare all’interno tutta la filiera di sviluppo delle scarpe performance, dallo studio biomedico fino a quello dei materiali”.
Il Centro Ricerche Diadora
Il Centro Ricerche Diadora (CRD) di Caerano San Marco, in provicnia di Treviso, diretto da Michele Risatti, è un polo di ricerca italiano, nato negli anni ’80, che raccoglie al suo interno biomeccanici, medici, ingegneri, tecnici nel mondo della calzatura e soprattutto atleti e allenatori. Tutti specialisti che hanno come obiettivo quello di realizzare calzature sportive specializzate, tra le quali, quelle dedicate al running hanno un’importanza storica e fondamentale. Prodotti che devono essere confortevoli, comodi, e al tempo stesso performanti, per garantire efficienza ed efficacia durante il gesto atletico. Ma che devono essere anche sicuri per evitare ogni tipologia di infortunio.
Diadora è uno dei pochi brand al mondo in grado di progettare prototipi e sperimentarli direttamente in azienda. Per farlo vengono utilizzati diversi macchinari e tecnologie innovative che sono in grado di creare, personalizzare e testare tutte le caratteristiche di una calzatura, da quelle peculiari di ogni singolo elemento, al comportamento specifico quando una scarpa è al piede di un atleta. Come la possibilità di determinare e definire quella che è la capacità di rimbalzo o di ammortizzazione di una nuova mescola, sia che sia posizionata nell’avampiede o sotto al tallone, simulando la forza di impatto; oppure il modo per individuare in modo preciso la durata di un prodotto.
“Di particolare importanza anche la valutazione biomeccanica – ha spiegato Michele Risatti – che permette di stabilire quali sono le reali performance di un prodotto ‘finito’ dal vivo”. Grazie all’intelligenza artificiale e a un sistema markerless (quindi senza l’ausilio di sensori reali applicati al corpo dell’atleta, nda) vengono valutati su un tapis roulant il tipo di appoggio, la lunghezza del passo, il tempo di reattività del piede, il movimento di anche, spalle, ginocchia… per capire l’impatto della singola calzatura sull’atleta e poter confrontare i diversi dati tra di loro.
L’intervista a Samuele Ceccarelli
Per Diadora la collaborazione con campioni di ogni sport è una storia che non ha mai avuto fine e il nuovo sodalizio con Samuele Ceccarelli ne è la conferma. Questo è quello che ci ha raccontato in prima persona.
Ciao Samuele, benvenuto su The Running Club. Cosa rappresenta Diadora per te?
“La storia di Diadora non ha bisogno di essere presentata. È una realtà che è sempre stata presente nel mondo dell’abbigliamento e della calzatura sportiva, in Italia e nel mondo. Per me oggi è motivo di orgoglio esserne diventato parte, anche perché questa nuova collaborazione mi ha dato la possibilità di partecipare allo sviluppo e alla creazione di un nuovo prodotto, di una scarpa chiodata per la velocità. Qualcosa che fino a qualche mese fa non esisteva, che non era presente all’interno del mercato del running e del tracking field. Il fatto che sia stata riposta tutta questa fiducia su di me, per aiutare a creare e sviluppare questo nuovo prodotto, è sicuramente una grandissima soddisfazione. E per me questo è solo l’inizio di una collaborazione con un’azienda che è in grado di valorizzare prima le persone e poi tutto quello che comporta una collaborazione sportiva. È solo un piacere avere a che fare con questi professionisti”.
Come è nata questa collaborazione con Diadora?
“Ci siamo incontrati durante un evento a Firenze qualche mese fa. Una cosa che non c’entrava nulla con Diadora. Mi hanno contattato, spiegandomi i loro nuovi progetti e dicendomi che avevano interesse a svilupparli con me. Da lì è iniziato tutto. Ci siamo trovati ‘accordo su tutto fin da subito d’accordo e tutto è proseguito naturalmente. Abbiamo lavorato costantemente insieme per cinque o sei mesi, sviluppando e idealizzando il nuovo prodotto, arrivando al prototipo finale che abbiamo presentato oggi, un prodotto pronto finalizzato alla performance”.
Quanto è importante per un atleta avere un’azienda che lo segue da vicino nello sviluppo delle scarpe che poi utilizzerà in gara?
“È sicuramente un qualcosa che non capita a tutti. Essere qui con Diadora e sentirsi valorizzato come persona, è diverso dall’essere qualificato solo come un semplice atleta X da sponsorizzare. E il fatto che che in quest’occasione anche l’atleta venga messo al centro del progetto insieme alla sua scarpa è dimostrazione di questo. L’attenzione ai dettagli, la voglia di fare sempre il meglio per l’atleta e per lo sport in generale, e quindi anche per tutti i runner che utilizzeranno le scarpe Diadora, fa capire come siano diversi il profilo e gli obiettivi di questa azienda”.
Come atleta cosa hai, o cosa stai imparando ancora, da questa esperienza?
“Siamo ancora agli inizi, per sono passati ancora solo pochi mesi, ma mi sono bastati per capire che questa attenzione ai dettagli e alla valorizzazione delle persone siano le caratteristiche giuste per potranno permetterci di costruire grandi cose insieme”.
Quando vedremo le Velocità Carbon in gara per la prima volta?
“Io nello specifico dovrei poterle utilizzare la versione definitiva già a partire dal prossimo gennaio, ancora prima che siano in commercio. La Velocità Carbon è già stata approvata da World Athletics e sarà disponibile per tutti a partire dalla primavera”.
Il tuo modello avrà qualche caratteristica particolare o sarà esattamente quello che poi troveremo sul mercato?
“No, sarà esattamente lo stesso modello di Velocità Carbon che sarà presente nei negozi. Probabilmente le mie scarpe avranno qualche personalizzazione grafica per renderla un po’ più ‘mie’. Ma per il resto sono scarpe che sono state sviluppate per tutti, progettate secondo la mia esperienza, ma adatte agli sportivi in generale”.