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Le super mescole delle scarpe da corsa

Dario MarchiniBy Dario Marchini14 Dicembre 2023
super mescole scarpe corsa
iStock Photo
Riassumi con ChatGPT

Come abbiamo più volte ripetuto nelle nostre recensioni, se dovessimo separare le diverse parti che compongono le scarpe da corsa, otterremmo queste componenti principali: l’upper, composto da tomaia, linguetta, stringhe e conchiglia del tallone; l’intersuola, singola o doppia, comprensiva di soletta ed eventuale inserto rigido (come la piastra in fibra di carbonio); il battistrada, unico o composto da più elementi. Di tutte queste componenti quella più importante, che più caratterizza una scarpa da corsa e la differenzia dalle altre, è l’intersuola.

L’intersuola è l’elemento che ha dato vita alle scarpe da running, quello che le ha rese morbide, comode, ammortizzate e più durature. Quello che ha subìto la maggiore trasformazione grazie all’evoluzione tecnologica e l’utilizzo di nuovi materiali. Ma anche quello che è stato soggetto alla più grande metamorfosi funzionale, passando dall’essere semplice mescola che potesse garantire la migliore ammortizzazione al piede, a super schiuma in grado di restituire energia e non solo immagazzinarla, anche grazie all’inserimento di cuscinetti, piastre ed altri elementi al suo interno.

Nonostante ormai oggi ogni brand abbia sviluppato tecnologie e mescole proprietarie che si differenziano per nomi e sigle differenti, possiamo identificare in quattro le schiume che hanno caratterizzato l’evoluzione delle intersuole delle scarpe da corsa (e non solo) negli ultimi cinquant’anni.

Le mescole delle scarpe da corsa

1. Poliuretano: è la mescola con la quale è nata l’intersuola. Un materiale rivoluzionario che ha permesso a Nike di trasformare le scarpe da corsa come oggi le conosciamo. Se negli anni ’70 sembrava l’avanguardia per morbidezza, leggerezza e durata, ai giorni nostri nella sua forma originaria non potrebbe essere più proposto. Se volete provarlo, correte con un paio di sneakers vintage.

2. EVA: l’etilene vinil acetato è il materiale che ha dato il via alla seconda rivoluzione delle scarpe da corsa e sportive. Lo si trova ancora in molti modelli di scarpe attuali. Rispetto al poliuretano è una mescola decisamente più leggera, più ammortizzata, economica e facile da lavorare, ma con minore durabilità (circa 800-1000 chilometri). In base ai processi con i quali viene prodotto può essere più morbido o più duro e adattato alle caratteristiche richieste dalla scarpa.

Le Nike Cortez con suola in poliuretano (foto Nike)

3. TPU: è una tipologia di poliuretano termoplastico espanso grazie al quale Adidas è riuscita, per prima, a realizzare il Boost, un composto in cui le particelle vengono espanse fino a formare sacche d’aria, in cui si trovano delle mini-cellule, legate tra di loro grazie al calore. Il TPU è il materiale che ha sdoganato il concetto di ritorno di energia (fino al 75%). Maggiore ammortizzazione, maggiore reattività, maggiore durata, meno dispersione, a scapito però di un peso più elevato.

4. PEBA: utilizzato inizialmente nelle scarpe da corsa come inserto di supporto nella sua forma rigida, il PEBA è un elastomero termoplastico (ammide a blocchi di polietere) noto con il nome commerciale di Pebax. È una mescola leggerissima, con una bassissima densità e un grandissimo ritorno di energia (fino al 87%), che ha permesso di introdurre il nuovo concetto di super shoes. Il PEBA da solo, però, non è un materiale ideale per le scarpe da corsa, a causa della sua incredibile morbidezza. Per questo normalmente al suo interno viene inserita una piastra (in diversi materiali tra cui la fibra di carbonio) che possa dare più rigidità e stabilità alla scarpa. Il risultato è una minore energia complessiva utilizzata nella corsa. 

Le nuove mescole

Oggi esiste un processo chimico applicato alle schiume tradizionali che sta dando vita a una nuova generazione di mescole: si chiama nitro-infusione. Consiste nell’inserimento in una delle schiume tradizionali, come l’EVA o il PEBA, di azoto o anidride carbonica allo stato gassoso, che rendono il materiale principale meno denso, più leggero e con un maggiore ritorno di energia. Variando il tipo di lavorazione e la quantità di gas immesso, possono essere create infinite varianti che si adattano alle diverse esigenze di ogni tipologia di calzatura.

supermescole alphafly 3 nike
Nike Alphayfly 3 , con intersuola in Pebax (foto Nike)

Schiume a confronto: le mescole premium

Scegliere la scarpa più adatta alle proprie esigenze, corrisponde anche a scegliere la combinazione più giusta tra le parti che la costituiscono (tomaia, drop, calzata, inserti, peso…), soprattutto la mescola dell’intersuola. Analizziamo brevemente quali sono le attuali mescole premium dei maggiori brand presenti sul mercato e le proprietà che le differenziano le une dalle altre.

La particolarità che caratterizza tutte le schiume top di gamma è il grande ritorno di energia che forniscono alla scarpa (tra l’80 e il 95%), che permette di “risparmiare fatica” e correre più a lungo. Allo stesso tempo, chiunque le abbia indossate, si è anche accorto di quanto sia più semplice e divertente correre, dovendo però fare i conti con due fattori negativi: la scarsa durabilità dell’intersuola e l’elevato costo di acquisto (guarda qui cosa dicono gli studi). Tutti elementi che contribuiscono a classificare queste tipologie di mescole (e calzature) come elitarie.

ZoomX di Nike

Partiamo dalla schiuma dalla quale tutto è partito: ZoomX, la mescola premium di Nike, realizzata in Pebax, prima a fornire un ritorno di energia oltre l’80%. Dal 2017 si sono susseguite diverse versioni che hanno caratterizzato diversi modelli di calzature come Air Zoom Alphafly Next% , ZoomX Invincible Run, Nike Pegasus Turbo 2, Vaporfly Next% 2, ZoomX Invincible Run 2, Streakfly e le ultime  Vaporfly 3 e ZoomX Invincible 3.

Nike Vaporfly 3 (foto Nike)

Pro: alto ritorno di energia
Contro: scarsa durabilità
Altre mescole: React e ReactX (TPE + EVA)

Lightstrike Pro di Adidas

Dopo il salto generazionale fatto grazie al Boost, Adidas ha dovuto lavorare molto prima di riuscire a competere con la nuova mescola premium di Nike, ma il grande sforzo fatto ha portato a ottimi risultati, soprattutto guardando il grande numero di atleti che (anche) grazie alle sue scarpe sono stati in grado battere e realizzare numerosi record mondiali. La scarpa che ha rivoluzionato le calzature del brand tedesco è stata la Adizero Adios Pro, grazie a una nuova mescola in TPEE (elastomero poliestere termoplastico), il Lightstrike Pro, polimero che offre un’ottima durata (superiore allo ZoomX) e un ritorno di energia elevato.

Pro: maggior durata
Contro: sensibile al clima caldo

Adidas Adizero Adios Pro Evo 1 (foto Adidas)

Da qualche settimana Adidas ha lanciato, inoltre, una nuova versione del Lightstrike Pro, presentata con la nuovissima Adizero Adios Pro Evo 1, scarpa superleggera prodotta in soli 521 esemplari (al folle costo di 500 euro!) e destinata agli atleti élite, realizzata con una tecnica di stampaggio senza compressione che ha ridotto il peso, rispetto alla Adios Pro 3, di 50 grammi (138gr complessivi).

Altre mescole: Boost (TPU), Lightstrike (EVA + TPU)

FlyteFoam Blast Turbo di Asics

Asics è stato probabilmente il primo brand a rispondere allo ZoomX di Nike, con una mescola molto simile al Pebax come ritorno di energia, ma un po’ più dura e stabile. È il FF Turbo, materiale decisamente più leggero (il 45% in meno) ed elastico (il 36% in più) rispetto all’EVA tradizionale fino ad allora utilizzato dall’azienda giapponese.

Asics Metaspeed Edge (foto Asics)

Pro: alto ritorno di energia
Contro: durezza
Altre mescole: FF Blast e FF Blast+ (EVA + OBC)

PWRRun PB di Saucony

Saucony utilizza per la sua linea premium, la Endorphin, lo stesso materiale (e lo stesso produttore, Arkema) di Nike per lo ZoomX, ma in una formula differente: invece che in un unico stampo, il PWRRun PB (Performance Welded, Responsive, Resilient, UNderfoot foam PeBax) è composto da piccolissimi palline, simili, come composizione, al Boost di Adidas. Questo design presenta una rete di scanalature e punti flessibili che consentono alla schiuma di adattarsi ai movimenti del piede, offrendo una vestibilità personalizzata e un comfort decisamente migliorato.

Pro: altissimo confort
Contro: minore ritorno di energia

Saucony Endorphin Elite (foto Saucony)

Esiste una mescola ancora “più premium” rispetto alla PWRRun PB, la versione HG, presente al momento solo nelle Saucony Endorphin Elite. Una variante più stabile, con un processo produttivo differente, che ha un comportamento più simile a ZoomX e Lightstrike Pro.

Altre mescole: PWRRun (EVA + TPU), PWRRun+ (TPU)

Nitro Elite di Puma

Il Nitro Elite di Puma è probabilmente la mescola che più ha sorpreso nell’ultimo anno: un mix di Pebax e EVA sottoposto a un complesso processo di nitroinfusione con azoto gassoso. L’obiettivo perseguito dal brand tedesco è stato quello di ricercare una soluzione ad alte prestazioni, ma con un’alta durabilità e bassi costi di produzione. E il risultato non è andato lontano dalle aspettative, ricevendo un grandissimo consenso nel mondo dei runner amatori.

Puma Fast-R 2 Nitro Elite (foto Puma)

Pro: durata
Contro: minore ritorno di energia
Altre mescole: Nitro (TPE)

FuelCell di New Balance

New Balance insieme a Nike e Asics è stato uno dei primi Brand a introdurre le nuove mescole fin dal 2019. Il suo FuelCell è un mix di EVA e TPU infuso con azoto, che ha una resa energetica, nei modelli più performanti, abbastanza alta (oltre l’80%). Ma New Balance tende a variare la composizione della sua schiuma in base ai modelli che propone e la resa non è sempre la stessa su ogni tipologia di calzature.

New Balance FuelCell SuperComp Elite v3 (foto New Balance)

Pro: buon ritorno di energia
Contro: minor stabilità
Altre mescole: Fresh Foam e Fresh Foam X (EVA)

Il PEBA di Hoka

Hoka ha lanciato quest’anno la propria mescola (che non ha un nome particolare) in PEBA insieme alla nuova Rocket X 2 e alla Mach X: una schiuma a doppia densità, con un’ottima elasticità a metà strada tra le mescole premium degli altri brand, non troppo rigida e non troppo morbida. Ma tutti i test confermano che si consuma troppo in fretta.

Hoka Rocket X 2 (foto Hoka)

Pro: buona reattività
Contro: scarsa durabilità
Altre mescole: ProFly e ProFly+ (EVA)

Helion di On

On Running ha lanciato nel 2019 la propria mescola in Peba studiata in laboratorio dopo che i suoi ricercatori non erano riusciti a trovare tra le tecnologie esistenti quella che potesse adattarsi perfettamente alla propria idea di scarpa da corsa e che combinasse proprietà di durata e reattività. Si tratta di una super schiuma denominata Helion HF che combina, nelle stesse catene molecolari, sezioni rigide e stabili con elementi più flessibili. Il risultato è una maggiore durata nel tempo e una maggiore reattività, a parità di ammortizzazione. Tra le sue proprietà specifiche anche una più elevata resistenza al caldo che al freddo.

On Cloudboom Echo 3 (foto On Running)

Pro: maggiore durata e reattività
Contro: costo elevato
Altre mescole: Helion

VFoam di Kiprun

La composizione del PEBA di Kiprun (Decathlon), il VFoam, è del tutto simile al PWRRun di Saucony (a pallini), ma con risultati decisamente differenti: pesante, rigido e con minor ritorno di energia. Motivo per il quale il brand francese nel 2023 ha lanciato con le KD900X LD una nuova composizione della mescola, caratterizzata da un Pebax più tradizionale decisamente più leggero e reattivo.

Kiprun KD900X LD (foto Decathlon)

Pro: economico
Contro: pesante e poco reattivo
Altre mescole: MFoam (EVA)

Enerzy Lite+ di Mizuno

Enerzy Lite+ è la schiuma che ha permesso al marchio giapponese Mizuno di entrare nel mercato delle super shoes. Anche in questo caso una mescola in Pebax leggerissima e con grande ritorno di energia. I primi test sembrano restituire qualche problema di stabilità, che però potrebbero essere dati dal particolare design dell’intersuola dei modelli che la utilizzano, in particolare la Wave Rebellion Pro.

Mizuno Wave Rebellion Pro (foto Mizuno)

Pro: ottima reattività
Contro: stabilità
Altre mescole: Enerzy, Enerzy Core e Enerzy Lite (TPE)

DNA Flash di Brooks

DNA Flash è la schiuma premium che Brooks ha destinato solo alle sue scarpe più veloci, come le Hyperion Elite e Tempo. Non la più morbida, ma sicuramente la più leggera e reattiva, creata partendo da una base di EVA elaborata con una tecnica di nitroinfusione.

Brooks Hyperion Elite 3 (foto Brooks)

Pro: leggerezza
Contro: minore ritorno di energia
Altre mescole: DNA Loft (EVA), DNA Amp (PU + TPU) e DNA BioMoGo (EVA)

intersuola materiali mescola Pebax schiuma
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Dario Marchini
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“Designer per vocazione. Giornalista per scelta. Runner per passione”. Così amo riassumere la mia carriera professionale. Laureato in Design al Politecnico di Milano, ho iniziato a raccontare la mia passione per la corsa nel 2008 con il blog Corro Ergo Sum. Giornalista dal 2015, per undici anni ho lavorato nella redazione di Runner’s World Italia. Ho anche collaborato con diverse realtà nell’ambito dell’organizzazione di eventi podistici nazionali e internazionali come Milano Marathon, Abu Dhabi Marathon, Ras al Khaimah Half Marathon, DeeJay Ten, oltre ad essere stato per quattro anni Direttore Sportivo della Wings for Life World Run. Sono Presidente dell’Associazione Sportiva Corro Ergo Sum Runners e Tecnico Istruttore Fidal - Misure: altezza 177cm, peso 66kg, scarpe US10,5/EU44,5/28,5cm. Velocità riferimento su 10K: 3'40" al km.

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