E’ una scarpa molto particolare questa PUMA ForeverRUN NITRO perché è pensata per supportare gli atleti che pronano senza però tutto quel pacchetto di caratteristiche tipiche in scarpe antipronazione, che le rendono ben poco adatte a chi invece ha un appoggio neutro.
La peculiarità delle ForeverRUN NITRO è proprio questa: bilanciare un supporto che interviene quando se ne sente il bisogno, senza che diventi eccessivo al punto da rendere poco naturale la corsa. Pensate per i pronatori, vanno pertanto bene anche a chi corre in modo naturale ma magari nella parte finale di allenamenti lunghi tende a perdere un po’ l’appoggio scaricando il peso verso l’interno della scarpa.
Battistrada
E’ il classico PUMAGrip che l’azienda propone in molte sue calzature, caratterizzato da una tenuta molto buona. L’ho testato su asfalto anche bagnato e su sterrato tipico da pista ciclabile, la cosiddetta “pista bianca”, riscontrando sempre un’ottima tenuta.
Intersuola e mescola
E’ basata su schiuma NITRO, nella declinazione standard in queste scarpe e non in quella Elite che PUMA riserva ai modelli più veloci top di gamma. Nei primi km di corsa la sensazione è che la scarpa fosse un filo scarica nella parte anteriore, ma questa percezione è scomparsa immediatamente dopo 5-6 km della prima uscita restituendo una sensazione di stabilità completa. La percezione dopo la prima uscita di corsa lenta di 20km è che questa sia una scarpa più ammortizzata sul tallone che sull’avampiede, grazie anche al drop di 10mm: considerando che è una scarpa sviluppata tenendo maggiormente conto delle esigenze di chi è pronatore, o tende a pronare con l’allungare della distanza, la cosa non deve sorprendere.
Tomaia
Spicca nella tomaia l’inserimento di PWRTape, alcuni inserti presenti nella parte interna che irrobustiscono la struttura e aiutano a sostenere il piede anche a livello di tomaia quando questo tende a cedere verso l’interno in pronazione. L’intersuola ha una struttura semplice, dalla discreta traspirabilità complessiva: sono presenti degli inserti in plastica che la rinforzano, aiutando anche a gestire bene l’acqua quando corriamo sotto la pioggia. Il tallone è morbido al tatto e ben imbottito, sostiene il piede risultando essere confortevole.
Stringhe e linguetta
I lacci sono classici come conformazione e relativamente leggeri; non ho riscontrato problemi legati alla loro allacciatura. La linguetta è invece molto semplice, potremo definirla minimal: ricorda quella che viene tipicamente abbinata a calzature di stampo racing e in considerazione della struttura della scarpa sarebbe potuta essere anche un poco più imbottita.
Prime impressioni iniziali
Consiglio di utilizzarle con lo stesso numero, non ho avvertito l’esigenza di un mezzo numero in più; attenzione al numero indicato sulla scarpa, meglio rifarsi alla numerazione americana (US) o inglese (UK) rispetto a quella europea. Adatta come scarpa per corsa lenta a chi tende a pronare ma anche a chi ha un appoggio complessivamente neutro, certamente no per chi supina. Va bene per chi è neutro nell’appoggio perché spesso costoro in corse di lunga distanza tendono a pronare leggermente soprattutto quando la corsa diventa più faticosa per via della stanchezza complessiva; come uso sicuramente una scarpa da lento e da lunghi lenti, non per lavori più veloci.