Il Team Kiprun ci ha provato, ma il record mondiale dell’Ekiden resta ancora saldamente nelle mani del Kenya. Domenica 2 novembre, nella cornice suggestiva del MAIF Ekiden de Paris, la formazione sponsorizzata da Decathlon ha tentato di riscrivere la storia della “maratona a staffetta”, ma ha mancato l’obiettivo per appena 59 secondi. Il tempo finale, 1h58’05”, è stato buono, ma non sufficiente per superare il primato di 1h57’06” stabilito nel 2005 a Chiba dal team nazionale keniano.
La gara si è svolta in uno scenario da cartolina, con il percorso che si snodava tra alcuni dei luoghi più iconici della capitale francese: la Torre Eiffel, il Trocadéro, gli Invalides. Un contesto affascinante, ma anche impegnativo, che ha messo alla prova la tenuta degli oltre 8.000 partecipanti.
Sei frazioni, un obiettivo ambizioso
L’Ekiden è una gara a staffetta che copre la distanza della maratona, suddivisa in sei frazioni: tre da 5 km, due da 10 km e una da 7,195 km. È una disciplina nata in Giappone, dove è considerata una vera e propria tradizione nazionale, e che unisce spirito di squadra, strategia e resistenza. Il Team Kiprun ha affrontato la prova con una formazione di altio livello, composta da sei atleti selezionati per le loro capacità specifiche e per la loro esperienza nelle gare su strada.
Ecco i tempi individuali dei protagonisti:
- Elisha Kiprop Chemiron ha aperto la gara con i suoi 5.000 metri corsi in 13’38”, mantenendo una media di 2’44” al chilometro.
- Amos Kipkemoi ha affrontato la prima frazione da 10.000 metri, chiudendo in 28’03” (media 2’48″/km).
- Edward Kimutai Cheserek, nella seconda frazione da 5 km, ha fermato il cronometro a 14’08” (media 2’50″/km).
- John Lomoni Aimun ha corso la seconda frazione da 10 km in 27’52”, con una media di 2’47″/km, la più veloce del gruppo.
- Ezra Wanyonyi Ondiso ha completato la terza frazione da 5 km in 14’11” (media 2’50″/km).
- Infine, Brian Kibor ha chiuso la gara con la frazione da 7.195 metri in 20’15”, mantenendo una media di 2’49″/km.
La media complessiva del team è stata di 2’48” al chilometro, appena sopra quella necessaria per battere il record mondiale, che richiede una media di 2’47”/km. Un dettaglio che ha fatto la differenza.
Un obiettivo più difficile del previsto
A dispetto delle aspettative, il record si è rivelato più ostico del previsto. Correre sotto i 2’47” al chilometro significa completare i 5 km in meno di 13’55” e i 10 km in meno di 27’50”: ritmi che solo i migliori atleti nazionali riescono a sostenere. Il Team Kiprun ha dimostrato di avere le carte in regola, ma anche piccoli scostamenti nei tempi individuali hanno avuto un impatto significativo sul risultato finale. In particolare, le frazioni da 5 km sono state leggermente più lente rispetto alle proiezioni iniziali, e questo ha compromesso la possibilità di restare sotto il limite del record. Va inoltre ricordato che l’Ekiden si corre su strada e non in pista.
Le condizioni non hanno aiutato
A complicare ulteriormente la sfida, ci si è messa anche la giornata di gara. Il meteo non è stato clemente: pioggia intermittente e raffiche di vento hanno accompagnato gli atleti lungo il percorso, rendendo difficile mantenere un ritmo costante e penalizzando la fluidità della corsa. Il tracciato parigino, seppur affascinante, ha presentato curve strette e tratti tecnici che hanno richiesto maggiore attenzione e rallentato leggermente il passo.
Un altro elemento da non sottovalutare è stato il passaggio del tasuki, il tradizionale testimone dell’Ekiden. Ogni cambio di frazione comporta inevitabilmente una perdita di secondi, e anche in questo caso la somma di piccoli ritardi ha contribuito a far sfumare il sogno del record.
Un’occasione per rilanciare l’Ekiden in Europa
Nonostante il record non sia stato battuto, il tentativo del Team Kiprun ha riportato l’attenzione su una disciplina affascinante, che unisce spirito di squadra e tradizione giapponese. In Europa, e soprattutto in Italia, l’Ekiden non ha mai davvero sfondato: basti pensare alle sole tre edizioni dell’Ekirun disputate a Milano tra il 2015 e il 2017. Ma eventi come quello di Parigi potrebbero segnare una nuova fase di crescita.
La gara di Parigi, con 1.438 squadre partecipanti, ha dimostrato che l’Ekiden può essere spettacolare, coinvolgente e competitivo anche al di fuori del Giappone. E chissà che, proprio da questo tentativo mancato, non nasca una nuova stagione per la maratona a staffetta anche in Europa.

