In collaborazione con Compex
Il piede è il primo punto di contatto con il terreno, il fulcro di ogni passo e il segmento anatomico che più di tutti sopporta le sollecitazioni meccaniche durante la corsa. Non è un caso che proprio qui si concentrino molte delle problematiche tipiche del runner. Comprendere la struttura del piede, le sue caratteristiche e le patologie più comuni è fondamentale per chi pratica la corsa, sia a livello amatoriale che agonistico.
Due grandi tipologie di piede: rigido e ipermobile
Normalmente si distinguono due macro-categorie principali: il piede rigido e il piede ipermobile. Il primo, spesso associato al piede cavo, presenta un arco molto alto e una struttura stabile. In questi casi, le problematiche più comuni non riguardano la fascia plantare, ma altre zone come il collo del piede. La rigidità, infatti, limita la mobilità articolare, ma riduce il rischio di collasso dell’arco. La soluzione? Una scelta accurata delle scarpe e, se necessario, l’uso di plantari specifici per compensare eventuali squilibri.
Diverso il discorso per il piede piatto o tendente al piattismo, caratterizzato da ipermobilità. Questa condizione porta il piede a collassare verso il basso durante la corsa, allontanando calcagno e teste metatarsali e mettendo in tensione la fascia plantare, il tessuto fibroso che collega il tallone all’avampiede. Il risultato? Infiammazione e dolore, spesso diagnosticati come fascite plantare, una delle patologie più temute dai runner.
Il ruolo della dinamica di corsa
Oltre alla morfologia, la tecnica di corsa gioca un ruolo cruciale. Un appoggio corretto – mesopiede, tallone, rullata – riduce i sovraccarichi meccanici. Al contrario, il “tallonatore” scarica sul calcagno fino a tre-cinque volte il proprio peso a ogni impatto, aumentando il rischio di microtraumi e infiammazioni. Questo dato, spesso sottovalutato, spiega perché molti runner sviluppano dolori cronici: la ripetizione di un gesto scorretto amplifica le sollecitazioni e compromette la salute del piede.

Perché è difficile rinforzare il piede ipermobile
Il piede ipermobile è complesso da trattare: la fascia plantare è piccola e l’unico muscolo che contribuisce al sostegno dell’arco, il flessore breve dell’alluce, è troppo debole rispetto alle forze in gioco. Gli esercizi specifici possono aiutare, ma non bastano a compensare il carico generato da ogni passo. Per questo motivo, la prevenzione passa soprattutto attraverso la scelta di scarpe stabili e il controllo dei volumi di allenamento.
Fascite plantare: sintomi e approccio terapeutico
La fascite plantare è una delle patologie più diffuse tra i runner. Si manifesta con dolore acuto nella zona del tallone, soprattutto al risveglio o dopo lunghi periodi di inattività. Quando la fascite plantare si presenta, la prima regola è il riposo funzionale: sospendere la corsa per ridurre l’infiammazione. Solo dopo la riduzione del dolore si può riprendere gradualmente l’attività, scegliendo scarpe stabili e adeguate alla propria struttura.
Il rischio, infatti, è tornare a correre con calzature non idonee e cronicizzare il problema. Per questo è fondamentale affidarsi a professionisti – fisioterapisti o chinesiologi – che sappiano valutare la situazione e consigliare la soluzione più adatta. In alcuni casi, il trattamento prevede terapie manuali, esercizi di stretching e rinforzo, e l’uso di farmaci antinfiammatori.

Scarpe, carichi e prevenzione
La scelta della scarpa è determinante: modelli stabili offrono il supporto necessario a chi ha un piede ipermobile. Ma non basta. Bisogna considerare anche i carichi di allenamento: volumi eccessivi favoriscono l’infiammazione. Inserire giorni di recupero, variare le sedute e ridurre le distanze sono strategie efficaci per prevenire sovraccarichi. Un piano di allenamento equilibrato, che alterni corsa, esercizi di forza e attività complementari come il nuoto o la bicicletta, è la chiave per mantenere il piede in salute.
Il supporto della tecnologia: elettrostimolazione e TENS
In fase acuta, oltre alle terapie manuali e farmacologiche, l’elettrostimolazione può essere un valido alleato. Dispositivi come quelli di Compex offrono programmi TENS per ridurre il dolore e trattamenti che favoriscono il richiamo di sangue nella zona, accelerando i processi di guarigione. La TENS è una terapia antalgica che agisce sul dolore, migliorando la qualità della vita del runner e permettendo di affrontare la fase di recupero con maggiore serenità.
Esistono anche protocolli specifici per rinforzare la muscolatura peroniera, migliorare la stabilità della caviglia e prevenire distorsioni ricorrenti. L’elettrostimolazione, in questo senso, non è solo un supporto nella fase post-infortunio, ma anche uno strumento di prevenzione.

Esercizi e rinforzo muscolare
Oltre alla tecnologia, il lavoro funzionale resta imprescindibile. Gli esercizi di rinforzo per il piede e la caviglia, associati a esercizi di propriocezione, migliorano la stabilità e riducono il rischio di infortuni. Si possono eseguire a corpo libero, con elastici o in palestra, e devono essere inseriti regolarmente nel programma di allenamento. Il rinforzo della muscolatura peroniera, ad esempio, è fondamentale per chi ha un piede ipermobile e tende a sviluppare instabilità.
Prevenzione e consapevolezza sono le armi migliori. Conoscere la propria morfologia, scegliere le scarpe giuste, gestire i carichi e affidarsi a professionisti in caso di dolore sono passi fondamentali per correre in sicurezza. La fascite plantare, così come le problematiche legate all’ipermobilità, non sono una condanna: con le giuste strategie si possono affrontare e superare.
Il piede è il pilastro della corsa. Trascurarlo significa esporsi a rischi che possono compromettere non solo la performance, ma anche la salute a lungo termine. Investire tempo nella prevenzione, nella scelta delle scarpe e nella cura della tecnica di corsa è il miglior regalo che un runner possa fare a se stesso. E quando il dolore si presenta, non improvvisare: affidati a chi conosce la biomeccanica e le terapie più efficaci. Correre è libertà, ma solo se il corpo è in equilibrio.

