Tra le miriadi di allenamenti per la corsa, fatti di tabelle rigide e cronometri che scorrono inarrestabili, esiste una pratica che rompe gli schemi e restituisce al runner il piacere della corsa libera: il fartlek. Il nome, curioso e quasi giocoso, deriva dallo svedese e significa letteralmente “gioco di velocità”. E in effetti, il fartlek è proprio questo: un modo di correre che alterna ritmi diversi, lasciando spazio all’intuito, alle sensazioni e alla libertà.
Il fartlek nasce negli anni ’30 grazie a Gösta Holmér, allenatore svedese di atletica, che cercava un metodo per migliorare le prestazioni dei suoi atleti di fondo. Holmér intuì che l’alternanza tra fasi di corsa veloce e momenti di recupero attivo poteva stimolare l’organismo in modo più completo rispetto agli allenamenti tradizionali. Il suo approccio, meno rigido e più naturale, si ispirava al terreno vario delle campagne svedesi, dove gli atleti correvano seguendo il profilo del paesaggio, cambiando ritmo in base alle salite, alle discese e alle proprie sensazioni.
Da allora, il fartlek ha conquistato il mondo dell’atletica, diventando una tecnica utilizzata da amatori e professionisti, da maratoneti a triatleti, fino agli sportivi di discipline diverse come il calcio e il ciclismo.
Cos’è il fartlek e a cosa serve
Il fartlek è un allenamento basato sull’alternanza di ritmi: si corre variando l’intensità, passando da tratti veloci a fasi più lente, senza seguire necessariamente una struttura precisa. A differenza delle ripetute, che prevedono tempi e distanze definiti, il fartlek lascia spazio alla spontaneità. Può essere guidato dalle sensazioni, dal paesaggio, dalla musica o semplicemente dall’umore del momento.
Dal punto di vista fisiologico, il fartlek stimola sia il sistema aerobico che quello anaerobico. I tratti veloci migliorano la capacità di sostenere sforzi intensi, mentre le fasi più lente favoriscono il recupero e consolidano la resistenza. Questo mix rende l’allenamento efficace per migliorare la velocità, la soglia anaerobica, il VO2 max e la capacità di gestire i cambi di ritmo, fondamentali in gara.
Chi utilizza il fartlek e perché
Il fartlek è amato da molti runner, soprattutto da chi cerca un approccio più flessibile e meno stressante all’allenamento. È ideale per i principianti, perché permette di abituarsi gradualmente alla variazione di intensità, ma è anche uno strumento prezioso per gli atleti esperti, che lo usano per inserire stimoli diversi nella preparazione.
Anche gli allenatori lo apprezzano per la sua capacità di adattarsi a ogni livello e obiettivo. In ambito professionistico, il fartlek viene spesso utilizzato in fase di costruzione della forma, nei periodi di transizione o come alternativa alle sedute più strutturate. E non solo nella corsa: nel calcio, ad esempio, è impiegato per migliorare la resistenza specifica e la capacità di recupero tra gli scatti; nel ciclismo, viene adattato con variazioni di cadenza e potenza.
I benefici del fartlek: corpo e mente in movimento
Uno dei grandi vantaggi del fartlek è la sua capacità di coinvolgere corpo e mente. Correre variando il ritmo stimola l’attenzione, rompe la monotonia e rende l’allenamento più divertente. Questo aspetto psicologico è fondamentale, soprattutto per chi corre spesso da solo o ha bisogno di ritrovare motivazione.
Dal punto di vista fisico, il fartlek migliora la capacità di gestire la fatica, aumenta la tolleranza al lattato e stimola l’adattamento cardiovascolare. Inoltre, favorisce il recupero attivo, riducendo il rischio di infortuni legati a carichi eccessivi o ripetitivi.
Come inserire il fartlek in un programma di allenamento
Il fartlek può essere inserito in qualsiasi fase della preparazione, adattandolo agli obiettivi e al livello dell’atleta. In fase iniziale, può sostituire le ripetute, offrendo un approccio più morbido alla variazione di ritmo. Durante la stagione, può essere usato come seduta di qualità, magari in alternanza con lavori più strutturati.
Un esempio semplice per principianti potrebbe essere una corsa di 30 minuti con variazioni di ritmo ogni 2-3 minuti, guidate dalle sensazioni. Per i più esperti, si possono inserire tratti veloci di 1-2 minuti seguiti da recuperi attivi di pari durata, su percorsi collinari o misti.
Il fartlek si presta anche a essere combinato con altri esercizi, come salite, balzi o cambi di terreno. Può essere svolto su strada, su sterrato o in pista, adattando le variazioni di velocità e pendenza.
Le varianti del fartlek: creatività e personalizzazione
Esistono molte varianti del fartlek, ognuna pensata per stimolare aspetti diversi della performance. Il fartlek libero è quello più spontaneo: si corre seguendo l’istinto, cambiando ritmo in base a ciò che si sente. È perfetto per ritrovare il piacere della corsa e per allenarsi senza pressioni.
Il fartlek strutturato, invece, prevede una sequenza precisa di tempi o distanze. Ad esempio, 5 minuti veloci seguiti da 3 minuti lenti, ripetuti per 4-5 volte. Questa versione è utile per monitorare i progressi e inserire stimoli mirati.
Un’altra variante è il fartlek progressivo, in cui si aumenta gradualmente il ritmo nel corso dell’allenamento. È ideale per simulare le condizioni di gara e per migliorare la gestione dello sforzo.
Infine, il fartlek collinare sfrutta le salite e le discese per variare l’intensità. Correre in salita stimola la forza e la potenza, mentre le discese aiutano a lavorare sulla tecnica e sulla velocità.
Il fartlek come filosofia di corsa
In un mondo, quello della corsa, che spesso misura tutto in numeri, tempi e prestazioni, il fartlek rappresenta una piccola rivoluzione. È un invito a correre con leggerezza, a sperimentare, a divertirsi. È una tecnica, certo, ma anche una filosofia: quella che ci ricorda che la corsa non è solo fatica e competizione, ma anche libertà, gioco e scoperta.