Negli scorsi giorni, Iliass Aouani, campione europeo e fresco bronzo mondiale nella maratona, ha aperto una finestra sulla sua vita sportiva e personale. Lo ha fatto in modo diretto, sincero e sorprendente, rispondendo alle domande dei suoi follower su Instagram. Un confronto aperto, anonimo, dove fan e appassionati di corsa hanno potuto porre quesiti e provocazioni senza filtri, toccando temi come gli allenamenti, le vittorie, le difficoltà e la filosofia che guida il suo approccio alla corsa.
Aouani non è nuovo a questo tipo di trasparenza. Già negli scorsi mesi aveva mostrato il dietro le quinte della sua preparazione attraverso il suo canale YouTube, “Archives of Marathon”, dove raccontava con autenticità il rapporto quotidiano con la fatica, la disciplina e la dedizione. Ma questa volta, il dialogo ha assunto toni ancora più personali e profondi, rivelando un lato del campione che va oltre i numeri e le medaglie.
Alcune delle domande rivolte ad Iliass Aouani hanno riguardato i dati di allenamenti e gare. Una curiosità tecnica, apparentemente innocua, ma che ha ricevuto una risposta spiazzante. “Non ne ho la più pallida idea – ha ammesso apertamente Aouani -. Corro senza orologio nei lenti, non conosco le zone di frequenza, non so la mia media in gara. Non voglio inquinare la mia testa con dati che appesantiscono”.
Una dichiarazione che ha sorpreso molti, soprattutto in periodo in cui la corsa è sempre più monitorata, misurata, analizzata. Aouani, invece, rivendica un approccio istintivo, quasi spirituale. “Corro e basta. Ascolto il mio respiro, le mie sensazioni. Quelle non mentono e sono più realistiche di qualsiasi cosa dica un orologio. Il nostro corpo non conosce i numeri”.
La sua visione della corsa si allontana dalla razionalità scientifica e si avvicina a una dimensione più emotiva e profonda. “Quando riuscirete a vivere la corsa con più spensieratezza, allora vedrete i veri miglioramenti”, ha scritto. Un messaggio che invita a liberarsi dalle catene del controllo e della precisione, per riscoprire il piacere autentico del movimento, del sacrificio, della sfida personale.
Non si tratta di rifiutare la scienza, precisa Aouani, ma di non diventarne schiavi. “I numeri sono utili se usati per impostare il lavoro in modo produttivo. Io stesso faccio test e raccolgo dati. Ma il problema nasce quando si diventa ossessionati dal misurare tutto, anche ciò che non è misurabile”.
Una “contraddizione” rispetto a quanto ha fatto nella sua vita: Aouani è laureato in ingegneria, eppure rifiuta il tecnicismo esasperato. “Non imparerete mai a nuotare leggendo libri sull’acqua – ha scritto con tono provocatorio -. Non raggiungerete mai il vostro potenziale se permettete a un orologio di definire i vostri limiti”.
Per lui, la corsa è un viaggio interiore, un’immersione nell’oceano della propria coscienza. “Ti mostra chi sei davvero. Certi limiti si superano solo quando ci si libera dal bisogno di monitorare e calcolare tutto”. Un pensiero che si rivolge soprattutto agli amatori, spesso più preoccupati dell’attrezzatura che della sostanza.
Aouani non risparmia critiche a chi, pur correndo pochi chilometri a settimana, si affanna per avere l’ultimo modello di GPS, le scarpe più performanti, il gel energetico più innovativo, l’abbigliamento tecnico più sofisticato. “Vi preoccupate troppo della forma e trascurate la sostanza. È come scegliere la cornice di un quadro quando la casa non è ancora costruita”.
Il suo invito è tornare all’essenza della corsa, alla fatica, alla sofferenza. “Quando è stata l’ultima volta che siete usciti a correre con l’unico obiettivo di soffrire e superare la fatica?”, ha chiesto ai suoi follower. Una domanda scomoda, che mette in discussione l’intero sistema di valori che ruota attorno al running moderno.
Aouani lancia poi anche un’accusa diretta agli “influencer del running”, sui social, che promettono scorciatoie e soluzioni miracolose per non faticare. “A molti non piaceranno queste parole. Ma queste stesse persone meritano di essere prese in giro da questi personaggi – ha scritto senza mezzi termini -. Lucrano sul vostro bisogno costante di evitare la vera strada verso il vostro obiettivo: la strada della cruda sofferenza”.
Le parole di Iliass Aouani sono il manifesto di un atleta che ha scelto di vivere la corsa in modo autentico, lontano dalle mode e dalle ossessioni. Un campione che non si è mai nascosto, né nei momenti di crisi né in quelli di gloria. Che ha saputo condividere il suo percorso con umiltà e trasparenza, mostrando che dietro ogni medaglia c’è un mondo fatto di sacrifici, dubbi, scelte coraggiose.
Il suo messaggio è rivolto a tutti: professionisti, amatori, appassionati. È un invito a riscoprire la corsa come esperienza umana, come strumento di conoscenza di sé, come atto di libertà. “Correte per sentire, non per misurare – sembra dire -. Correte per soffrire, non per apparire. Correte per scoprire chi siete davvero”.

		