È stato un fine settimana memorabile per il mondo dell’ultramaratona: due atleti straordinari, il belga Matthieu Bonne e la polacca Patrycja Bereznowska, hanno infranto i record mondiali maschile e femminile in una gara di 48 ore durante l’edizione 2025 dell’UltraPark Weekend, svoltasi a Pabianice, in Polonia. Su un circuito asfaltato pianeggiante all’interno del Parco Wolności, entrambi sono riusciti a superare limiti che sembravano quasi inarrivabili, scrivendo una nuova pagina nella storia delle ultra.
Un contesto impegnativo ma favorevole
La gara ha preso il via a mezzogiorno di venerdì 30 maggio e si è conclusa alla stessa ora di domenica 1 giugno. Nonostante le condizioni meteorologiche fossero piuttosto calde — con temperature costanti attorno ai 30°C e un’umidità elevata — il tracciato, coperto in parte da ombreggiatura grazie agli alberi del parco, ha reso l’ambiente meno ostile per tutti i partecipanti. Un percorso lungo poco meno di un miglio, snodato lungo un anello pianeggiante, ideale per mantenere un ritmo costante e provare l’impensabile.
Matthieu Bonne, oltre il limite delle 300 miglia
Il protagonista assoluto in campo maschile è stato Matthieu Bonne, che ha portato a termine un’impresa incredibile: ben 485,099 km percorsi in 48 ore, pari a 301,426 miglia. Con questa prestazione, ha abbattuto un record che resisteva da ben 29 anni, appartenente alla leggenda greca Yiannis Kouros, che nel 1996 aveva stabilito il primato di 473,495 km (294,216 miglia) durante una gara a Surgeres, in Francia. Bonne non solo lo ha abbattuto, ma è diventato anche il primo uomo nella storia a superare la soglia delle 300 miglia (480 km) in una gara di 48 ore.
Il ritmo medio mantenuto dal trentunenne belga per l’intera durata della gara è stato impressionante: circa 5’56” al chilometro, che include anche tutte le pause logistiche per mangiare, bere e riposare. Già dalle prime ore di corsa, Bonne ha dato chiari segnali delle sue intenzioni: dopo 12 ore aveva già percorso 143,21 km, molto al di sopra del passo necessario per raggiungere il record. A 30 ore, era a 329,57 km, ancora ben posizionato per l’assalto finale al primato.
Sebbene nell’ultima parte della gara abbia rallentato fisiologicamente il ritmo, ha però continuato con determinazione, appaendo addirittura sereno. Quando ha oltrepassato il traguardo simbolico delle 300 miglia, è stato accolto da un’ovazione del pubblico, visibilmente emozionato. Non si è fermato subito, ma ha continuato con altri giri per consolidare il suo record.
Matthieu Bonne non è nuovo alle imprese estreme: oltre a essere un ultramaratoneta, ha una solida esperienza nel nuoto in acque libere e ha partecipato alla Marathon des Sables, una delle gare più dure al mondo. Lo scorso anno ha stabilito anche il record mondiale maschile sulla distanza di sei giorni ai Campionati del Mondo Gomu-Emu in Ungheria.

Patrycja Bereznowska, la regina di Pabianice torna sul trono
In campo femminile, la grande protagonista è stata invece Patrycja Bereznowska, che ha riportato il record mondiale delle 48 ore in patria, in Polonia, con una prestazione eccezionale: 436,371 km percorsic( 271,148 miglia). Un risultato che le ha permesso di superare il precedente primato della statunitense Camille Herron, che nel 2023 aveva raggiunto i 435,336 km (270,505 miglia).
Bereznowska, 49 anni, è una veterana dell’ultramaratona e non è nuova ai record. Proprio nel 2022, sempre durante l’UltraPark Weekend, aveva già stabilito un primato percorrendo 403,32 km. Il suo record era rimasto imbattuto per circa un anno, fino a quando la britannica Joasia Zakrzewski lo aveva superato nel 2023 con una prestazione di 411,458 km a Taipei. Poco dopo, era stata Camille Herron a strappare il record con una nuova impresa in Australia. Ma ora, con questa gara a Pabianice, Bereznowska ha ripreso il titolo che aveva perso, dimostrando una straordinaria determinazione e capacità di resistenza.
Il ritmo medio da lei mantenuto è stato di circa 6’36” al chilometro. Per tutta la durata della competizione, la polacca è rimasta vicina al passo necessario per il record. Tuttavia, non era così scontato che sarebbe riuscita a raggiungerlo. Negli ultimi minuti di gara, è stata protagonista di uno sforzo enorme, con il pubblico che la seguiva con il fiato sospeso. Al termine, quando è diventato chiaro che il nuovo primato sarebbe stato suo, gli applausi sono scrociati numerosi.
Bereznowska non si è fermata subito, ma ha continuato a correre anche dopo aver raggiunto il limite necessario, migliorando ulteriormente la distanza finale prima che il cronometro segnasse la fine delle 48 ore.
Due imprese leggendarie in una sola gara
Un weekend che resterà sicuramente nella memoria degli appassionati di ultramaratona come un evento epico. Vedere due record mondiali cadere nella stessa gara è raro, e quando a farlo sono due atleti tanto diversi per età, background e stile, ma accomunati da una tenacia fuori dal comune, lo spettacolo è garantito.
Bonne e Bereznowska hanno mostrato cosa significhi davvero resistere, pianificare, soffrire e superarsi. Hanno corso per due giorni consecutivi, sotto il sole e l’umidità, su un circuito monotono e circolare, mantenendo alta la concentrazione e curando ogni dettaglio. La loro impresa è un tributo al potere della mente e del corpo umano, quando allenamento, volontà e passione si incontrano.
Non solo hanno superato limiti fisici, ma hanno anche riacceso l’immaginazione degli sportivi di tutto il mondo, dimostrando che, anche quando sembra di aver raggiunto il massimo, c’è sempre un nuovo traguardo da inseguire.