Domenica 19 ottobre, Roma si è svegliata sotto un cielo terso e un sole gentile, perfetto per accogliere migliaia di runner pronti a sfidare se stessi nella Rome Half Marathon. Tra loro c’era anche il nostro Paolo (Corsini), già protagonista della maratona romana dello scorso marzo.
Insieme ad Adidas, main sponsor dell’evento, Paolo ha vissuto un weekend intenso tra eventi collaterali, incontri e, soprattutto, una gara che si è rivelata più sorprendente del previsto. Ecco il suo racconto (e nel video sul nostro canale YouTube, il suo vlog).
Rome Half Marathon, una mezza maratona sorprendente
Tornare a correre a Roma è sempre un’esperienza che lascia il segno. Dopo aver affrontato la maratona lo scorso marzo, ho deciso di partecipare anche alla Rome Half Marathon, una gara che si snoda per 21 chilometri nel cuore pulsante della Capitale. Il percorso, pur non replicando esattamente quello della maratona, ne conserva l’anima: si sviluppa principalmente nel centro storico, evitando le zone più periferiche, ma attraversando comunque alcuni dei luoghi più iconici della città eterna.
Correre tra le strade di Roma significa immergersi in un contesto unico, dove ogni passo è accompagnato dalla storia, dall’arte e da un’atmosfera che solo questa città sa offrire. Non è solo una semplice gara, ma di un’esperienza che va oltre la corsa, dove la prestazione atletica si fonde con la bellezza del paesaggio urbano, con il calore del pubblico e con l’energia che si respira in ogni angolo.
Una preparazione a metà, un ritmo sorprendente
La preparazione per questa mezza maratona è stata, per me, piuttosto atipica. Con una maratona autunnale all’orizzonte, prevista tra circa quattro settimane, ho impostato gli allenamenti su un volume elevato di chilometri, ma con pochi lavori di qualità specifici per la mezza. Questo ha influenzato la mia strategia per la Rome Half Marathon: niente obiettivi cronometrici ambiziosi, nessuna pressione. L’idea è stata quella di affrontare la gara come un test, un’occasione per ascoltare il corpo e valutare la risposta agli stimoli dell’ultimo periodo.
Fin dai primi chilometri ho percepito sensazioni positive. Ritmo fluido, le gambe hanno risposto bene e il respiro è rimasto regolare. Forse un po’ troppo forte rispetto alle previsioni, ma le condizioni sono state talmente favorevoli che ho deciso di lasciarmi trasportare.
Il tracciato, pur non essendo completamente pianeggiante, è stato ben disegnato. Le strade larghe, i cambi di direzione morbidi e la presenza costante del pubblico hanno reso la corsa piacevole e coinvolgente. Ogni incrocio è stato animato da applausi, incitamenti e musica, elementi che hanno contribuito a creare un’atmosfera festosa e motivante.
Il giro di boa è avvenuto in uno dei punti più suggestivi di tutto il percorso: il Circo Massimo. Correre accanto a uno dei luoghi più emblematici della Roma antica è stato emozionante. Il percorso, però, non è stato privo di insidie.
Due tratti in particolare meritano attenzione. Il primo si trova attorno al settimo chilometro, dove una salita regolare ma con una pendenza significativa ha messo alla prova la resistenza muscolare. Fortunatamente, subito dopo si affronta una discesa che consente di recuperare parte dello sforzo. In quel tratto ho cercato di gestire al meglio le energie, rallentando leggermente in salita e accelerando in discesa, mantenendo così una media costante.
Il secondo punto critico è negli ultimi 200 metri. Quando si intravede il Colosseo, si ha l’illusione di essere arrivati, ma il traguardo è ancora da conquistare. Una curva a sinistra introduce una breve ma intensa salita, proprio prima dell’arco che segna il termine della gara. È un tratto impegnativo, dove la fatica si mescola all’adrenalina. Vedere il cronometro in quel momento diventa una ricompensa, un segnale che tutto il lavoro fatto ha avuto senso.
Tagliare il traguardo con un tempo di 1 ora, 29 minuti e 32 secondi è stato per me una piacevole sorpresa. Considerando la fase di preparazione in cui mi trovavo, non mi aspettavo di riuscire a mantenere un ritmo così costante e competitivo. Roma, ancora una volta, ha saputo regalarmi un’esperienza che va oltre il risultato cronometrico. È stata una gara intensa, emozionante, e soprattutto gratificante.
La scelta tecnica: Adidas Adizero Adios Pro 4
Per affrontare questa mezza maratona ho scelto le Adidas Adizero Adios Pro 4, un modello che conosco bene e che ho già utilizzato in diverse competizioni. La nuova colorazione fucsia è audace, forse un po’ appariscente, ma personalmente la trovo molto bella. Dal punto di vista tecnico, si tratta di una scarpa da gara pensata per ritmi sostenuti, dotata di un’intersuola estremamente morbida e dei celebri Energy Rods di Adidas, che garantiscono una spinta efficace senza risultare troppo invasivi, come accade con alcune piastre in carbonio.
È importante sottolineare che questa scarpa non è adatta ai runner pronatori. Durante la gara ho notato diversi partecipanti correre con modelli troppo morbidi, con una pronazione accentuata. Spero che non abbiano avuto problemi, ma è fondamentale scegliere la calzatura giusta in base alla propria biomeccanica, soprattutto in gare di questa intensità.
Verso nuovi traguardi
La Rome Half Marathon ha rappresentato un passaggio fondamentale nella mia preparazione verso la maratona autunnale, che correrò tra poche settimane. Inoltre, a novembre sarò pacer alla Maratona di Firenze, dove accompagnerò Francesca nel suo percorso. In quest’ottica, la mezza di Roma mi ha dato fiducia, confermando che il lavoro di base sta producendo risultati concreti, anche in assenza di allenamenti specifici.
Correre a Roma è sempre speciale. Ogni gara nella Capitale ha un sapore diverso, un’energia unica. Questa mezza maratona, in particolare, è stata una delle esperienze più belle che abbia vissuto in ambito sportivo. Il sole ha brillato sulla città, e anche su di me. E ora avanti verso i prossimi obiettivi.