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Allenamenti e tecnica

Corsa in discesa: perché ogni runner dovrebbe (sempre) allenarla

La corsa in discesa, spesso trascurata, è essenziale per migliorare forza, tecnica e resistenza, ma richiede anche attenzione per evitare infortuni. Sfrutta l'estate e la montagna per allenarla.
RedazioneBy Redazione18 Luglio 2025
Foto iStock
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Riassumi con ChatGPT

Con l’arrivo dell’estate, numerosi runner decidono di spostare gli allenamenti in montagna. Le alte temperature in città, la pausa dalle gare e il desiderio di un ritorno a contatto con la natura rendono i sentieri montani una meta ideale per allenarsi in un ambiente più fresco, stimolante e vario. In questi contesti, non è raro imbattersi in lunghi tratti in salita alternati a discese tecniche o più corribili. Mentre l’attenzione è spesso rivolta alle salite, considerate più impegnative dal punto di vista cardiovascolare, la corsa in discesa è un elemento che merita una riflessione approfondita per i suoi molteplici effetti, sia positivi che critici, sulla preparazione del runner.

La discesa, infatti, rappresenta una sfida biomeccanica del tutto particolare. Non si tratta solo di “lasciarsi andare” o “correre più facile”: al contrario, la corsa in discesa sollecita muscoli, articolazioni e coordinazione in modo completamente diverso rispetto al piano o alla salita. Per questo motivo, è fondamentale comprenderne rischi e benefici, oltre a imparare come inserirla con criterio nella propria routine di allenamento.

Un gesto tecnico specifico: cosa cambia quando si corre in discesa

La corsa in discesa implica un’alterazione profonda del gesto tecnico rispetto a quello sul piano. La pendenza del terreno modifica l’appoggio del piede, la postura del corpo, la frequenza dei passi e le forze di impatto sul sistema muscolo-scheletrico. Mentre nella corsa in salita il movimento è rallentato e il carico si concentra su quadricipiti, glutei e polpacci, in discesa l’impegno si sposta sulla capacità del corpo di “frenare” la gravità, controllando la velocità e l’assorbimento degli urti.

Gli effetti del caldo sulla corsa: come e quanto le alte temperature influenzano le prestazioni

In particolare, i muscoli delle cosce, e soprattutto i quadricipiti, entrano in azione con contrazioni eccentriche, ovvero allungandosi mentre sono sotto tensione. Questo tipo di lavoro è molto più faticoso e lesivo per le fibre muscolari rispetto alla contrazione concentrica (quella “classica” dell’accorciamento muscolare), ed è anche responsabile del famoso indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS) che può manifestarsi anche 24-48 ore dopo una discesa intensa.

I benefici della corsa in discesa

Nonostante l’elevata sollecitazione muscolare, la corsa in discesa offre numerosi benefici per il runner che sa come affrontarla e integrarla nel proprio piano di allenamento. Uno dei vantaggi principali riguarda il miglioramento della forza eccentrica, una componente essenziale per la stabilità articolare, il controllo del movimento e la prevenzione degli infortuni.

Allenare la discesa significa insegnare al corpo a gestire meglio le forze di impatto, sviluppare una muscolatura più resistente e abituare i tendini e le articolazioni a tollerare sollecitazioni elevate. Questo tipo di adattamento è utile non solo nei contesti trail o montani, ma anche in maratona o in gara su strada, dove piccole variazioni altimetriche o un tratto in leggera discesa possono fare la differenza, soprattutto nella seconda parte della gara.

Inoltre, la corsa in discesa aiuta a migliorare la reattività neuromuscolare, l’equilibrio dinamico e la capacità di adattamento del passo a terreni variabili. Tutti questi aspetti concorrono a una corsa più efficiente, agile e sicura.

Effetti sul gesto atletico e sull’economia di corsa

L’integrazione della discesa nell’allenamento produce anche benefici sul piano tecnico. Per affrontare correttamente una discesa, il corpo deve imparare a mantenere una buona postura, a controllare l’inclinazione del busto e a regolare l’ampiezza della falcata. Questo porta a un miglioramento del gesto atletico globale e dell’economia di corsa, ovvero della capacità di correre risparmiando energia.

Quando tutto si ferma: perché non miglioro più nella corsa? Le cause nascoste del plateau del runner

Un runner abituato a gestire le discese tende ad avere un passo più controllato anche sul piano, una maggiore sensibilità propriocettiva e un’ottimizzazione della spinta e dell’atterraggio. Non a caso, molti programmi di allenamento specifici per trail o maratona includono sessioni tecniche dedicate alla discesa, non solo per migliorare la velocità ma anche per aumentare l’efficienza.

Un prezioso strumento per chi corre trail e ultratrail

Per i runner che partecipano a gare di trail running, skyrunning o ultratrail, la discesa diventa un elemento chiave della performance. In queste discipline, le discese non solo sono frequenti e spesso molto tecniche, ma rappresentano anche un’opportunità per recuperare tempo o guadagnare posizioni. Saperle affrontare con sicurezza e rapidità può fare la differenza tra una gara brillante e una prestazione compromessa.

Nel trail, la discesa impone un alto grado di attenzione, coordinazione e prontezza. Le condizioni del terreno – che può essere sassoso, fangoso o irregolare – costringono l’atleta a prendere decisioni rapide e a mantenere il controllo del corpo anche in condizioni di stanchezza. L’allenamento in discesa, se svolto regolarmente, permette di acquisire la sicurezza e l’agilità necessarie per affrontare questi tratti con maggiore efficacia e minore rischio.

I rischi della corsa in discesa: cosa sapere per proteggersi

Nonostante i benefici, la corsa in discesa non è esente da rischi, soprattutto se affrontata senza un’adeguata preparazione. Il primo pericolo riguarda l’aumento del carico meccanico su muscoli, tendini e articolazioni, in particolare ginocchia, anche e schiena. Le forze d’impatto, infatti, sono maggiori rispetto alla corsa in piano, e il lavoro eccentrico dei muscoli richiede più tempo per recuperare.

Ripetute per principianti: cosa sono e perché inserirle nel programma di allenamento

Un altro rischio è legato alla tecnica. Correre in discesa con una postura scorretta – ad esempio con il busto arretrato o con passi troppo lunghi – aumenta lo stress sulle articolazioni e può favorire l’insorgenza di infiammazioni o traumi, come stiramenti, contratture o dolori articolari. Inoltre, il rischio di cadute o distorsioni è maggiore, soprattutto su terreni scivolosi o instabili.

Per questi motivi, è fondamentale introdurre la discesa in modo graduale, evitando carichi eccessivi nelle prime sessioni e privilegiando tratti di pendenza moderata su superfici sicure. Solo con il tempo si possono affrontare discese più lunghe, ripide o tecniche, sviluppando la resistenza muscolare e la tecnica necessarie.

Come allenare la discesa in modo progressivo

L’inserimento della discesa nel piano di allenamento deve avvenire con criterio, privilegiando l’adattamento progressivo del corpo alle nuove sollecitazioni. All’inizio, può essere utile includere brevi tratti in discesa in percorsi collinari, correndo a ritmo controllato e concentrandosi sulla tecnica. La postura deve rimanere stabile, con il busto leggermente inclinato in avanti, le ginocchia attive e il passo reattivo ma mai troppo lungo.

Con il passare delle settimane, è possibile aumentare la durata e l’intensità delle discese, magari inserendole in uscite lunghe o in sedute specifiche di tecnica. I runner più esperti possono includere anche tratti in discesa ripida, intervallati da salite, per simulare le condizioni di gara.
È importante lasciare il tempo al corpo di recuperare dopo ogni sessione intensa, perché il lavoro eccentrico richiede tempi di rigenerazione più lunghi.

Correre di tallone: giusto o sbagliato? Mito, realtà e biomeccanica dell’appoggio

Esercizi complementari e prevenzione degli infortuni

Per affrontare al meglio la corsa in discesa, è consigliabile abbinare esercizi di forza, mobilità e stabilità. Il rafforzamento dei quadricipiti, dei glutei e del core è essenziale per proteggere le articolazioni e migliorare il controllo del movimento. Esercizi di propriocezione e di equilibrio, come quelli con tavolette instabili o su una gamba sola, aiutano a sviluppare la coordinazione necessaria per correre su terreni irregolari.

La mobilità articolare, in particolare di anche e caviglie, è un altro aspetto chiave: una buona mobilità consente di adattare il passo alle variazioni del terreno senza forzare le articolazioni. Infine, lo stretching e il recupero attivo giocano un ruolo fondamentale nel prevenire rigidità e tensioni muscolari dopo le discese più impegnative.

Corsa in discesa, un elemento da non trascurare nella preparazione

La corsa in discesa, spesso sottovalutata o evitata per timore degli infortuni, rappresenta in realtà un’opportunità preziosa per ogni runner. Allenarla con consapevolezza consente di ottenere benefici significativi in termini di forza muscolare, tecnica, economia di corsa e capacità di affrontare gare su terreni variabili. Il periodo estivo, con le sue uscite in montagna e l’assenza di pressioni agonistiche, è il momento ideale per inserirla nella propria routine, approfittando della varietà offerta dai percorsi naturali.

Con l’approccio giusto, la discesa diventa non solo una componente efficace dell’allenamento, ma anche un’occasione per conoscere meglio il proprio corpo, migliorare la qualità del gesto atletico e costruire una resistenza muscolare più solida. Correre in discesa, in definitiva, non è soltanto un esercizio di velocità o di coraggio, ma un tassello fondamentale nella preparazione di un runner completo, capace di affrontare ogni tipo di terreno con controllo, efficienza e sicurezza.

Allenamento discesa montagna
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