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L’ultima tappa è stata da Firenze a Faenza, la cento chilometri più bella del mondo. Ma per 99 giorni Marco Matteazzi aveva già corso consecutivamente una maratona al giorno per ispirare gli altri e combattere il bullismo.
“Quando ero alle superiori un professore mi chiamava polpetta per il mio aspetto fisico. Per lui era solo un innocente scherzo, ma quell’etichetta, pronunciata da un adulto, è diventata una condanna sociale. Oggi 100 maratone in 100 giorni non sono il risultato di un superpotere, sono il risultato di una promessa fatta a me stesso: non mollare. Mai più”.

Lo sviluppo altimetrico del percorso della 100 Km del Passatore rende questa ultramaratona una gara molto particolare e richiede un lavoro specifico in fase di preparazione. Non solo una serie di lunghi e lunghissimi per avvicinarsi il più possibile alla distanza finale, ma anche sedute programmate per allenare tutti gli stimoli fisici e mentali che dovranno essere messi in gioco il giorno della gara.

Affrontare la 100 Km del Passatore richiede una preparazione completa: abbigliamento tecnico adatto ai cambi di temperatura, integrazione regolare con gel e liquidi, e una strategia alimentare testata in allenamento. I ristori ogni 5 km aiutano, ma nulla va improvvisato. Meglio evitare cibi solidi se non già sperimentati e portare con sé solo l’essenziale. Fondamentale è provare tutto prima della gara: abiti, alimenti e ritmi. Solo così si può affrontare questa ultramaratona con sicurezza, energia e lucidità.