Ventun anni dopo il trionfo olimpico di Stefano Baldini ad Atene, l’Italia ritrova il sorriso nella maratona grazie a Iliass Aouani. A Tokyo, nella cornice del Japan National Stadium, l’azzurro ha conquistato una splendida medaglia di bronzo ai Campionati Mondiali di atletica, chiudendo la gara in 2h09’53”. Un risultato storico, arrivato al termine di una prova tattica e coraggiosa, che lo ha visto protagonista fino all’ultimo metro.
La vittoria è andata al tanzaniano Alphonce Simbu, autore di una rimonta mozzafiato negli ultimi cinquanta metri, capace di superare il tedesco Amanal Petros proprio sulla linea del traguardo. Entrambi hanno fermato il cronometro a 2h09’48”, in uno dei finali più spettacolari mai visti in una maratona mondiale.
Una gara tattica sotto il sole di Tokyo
La maratona maschile, come quella femminile, si è corsa in condizioni climatiche difficili, con umidità elevata e temperature già alte al momento della partenza. Novanta atleti al via, un tracciato cittadino impegnativo e un arrivo nello stadio olimpico hanno reso la competizione una vera prova di resistenza e strategia.
Aouani ha saputo interpretare la gara con intelligenza, restando sempre nel gruppo di testa. Alla mezza maratona è transitato in 1h05’19”, mantenendo il contatto con i migliori. Al 35° chilometro, con ancora 16 atleti in lotta, ha risposto con lucidità agli attacchi più decisi, resistendo fino al momento decisivo. Negli ultimi 1500 metri ha reagito al forcing dell’ugandese Abel Chelangat, e all’ingresso nello stadio si è ritrovato fianco a fianco con Simbu e Petros. Il suo volto ha mostrato la fatica, ma anche la determinazione di chi non voleva lasciarsi sfuggire il sogno. Petros ha allungato, ma negli ultimi cinquanta metri, Simbu ha ritrovato un’energia insperata, riuscendo a superarlo proprio sulla linea del traguardo. Entrambi hanno chiuso in 2h09’48”, ma la medaglia d’oro è andata all’atleta tanzanese. Aouani è arrivato cinque secondi dopo, in 2h09’53”, ma il suo bronzo vale quanto un oro. È la quinta medaglia italiana nella storia della maratona mondiale, dopo quella d’argento di Vincenzo Modica a Siviglia nel 1999 e quelle di bronzo di Gelindo Bordin, a Roma 1987, e le due di Stafano Baldini, a Edmonton 2001 e a Parigi 2003.
Un podio che vale una carriera
Per Iliass Aouani, questo bronzo è il coronamento di una stagione straordinaria. Già campione europeo di maratona lo scorso aprile a Lovanio, ha dimostrato di poter competere con i migliori anche sul palcoscenico mondiale. Alla sua prima partecipazione iridata, ha regalato all’Italia la quarta medaglia in questa edizione dei Mondiali, dopo gli argenti di Antonella Palmisano nella marcia e Nadia Battocletti nei diecimila, e il bronzo di Leonardo Fabbri nel getto del peso.
Il suo percorso, iniziato tra Milano Sud e San Donato Milanese, lo ha portato negli Stati Uniti per studiare e poi a Ferrara, sotto la guida di Massimo Magnani. A Tokyo ha mostrato non solo talento, ma anche maturità tattica e forza mentale. “Questo è uno di quei momenti per cui un atleta lavora tutta la vita. Da ragazzo guardavo gli altri conquistare medaglie e mi dicevo: un giorno toccherà a me”, ha dichiarato ai microfoni Rai. “Ho dimostrato che i sogni sono realizzabili. Ho sempre creduto che, con il lavoro e la determinazione, i sogni possano diventare concreti. E questa medaglia ne è la prova”.
“Dopo la delusione della mancata convocazione olimpica lo scorso anno, che mi ha fatto soffrire profondamente, oggi ho dimostrato che meritavo di esserci – confessa con voce emozionata e lo sguardo ancora segnato dalla fatica -. Sono il primo italiano a conquistare due medaglie internazionali nello stesso anno. È un orgoglio immenso”.
E non dimentica anche un messaggio forte e chiaro ai suoi detrattori. “Non me ne frega se qualcuno dirà che non sono italiano, che il mio cognome non è tipicamente sardo: sono orgogliosamente italiano e fiero di aver regalato questa medaglia al mio Paese”, ha concluso.
Chiappinelli tra i migliori, Crippa ritirato
Ottima anche la prova di Yohanes Chiappinelli, primatista italiano sulla distanza, sesto al traguardo con il tempo di 2h10’15”. Rimasto nel gruppo dei migliori fino agli ultimi chilometri, ha ceduto solo nel finale, preceduto dall’israeliano Haimro Alame e dall’ugandese Chelangat. Un piazzamento che conferma il suo valore. “Devo solo imparare a gestire e lottare nelle gare più tattiche e in situazioni come quella di oggi”, ha dichiarato a fine gara.
Giornata amara invece per Yeman Crippa, costretto al ritiro intorno al 32° chilometro. Dopo una partenza prudente, il trentino ha sofferto il ritmo e le condizioni climatiche, alzando bandiera bianca quando il gruppo ha iniziato a sgranarsi. L’ennesimo passo falso che non cancella il suo talento, ma che ancora non lo ha visto brillare in maratona come invece ci ha abituati nelle gare di mezzofondo.