In collaborazione con Compex
Quando si parla di dolori alla schiena, e in particolare nella zona lombare, è importante fare subito una distinzione fondamentale. Nella maggior parte dei casi, se non sono presenti lesioni ossee o muscolo-scheletriche, il problema non è di natura patologica, ma funzionale. Si tratta, più spesso, di un affaticamento muscolare o di una sofferenza legata a posture scorrette e movimenti sbagliati. Non parliamo quindi di malattie gravi, ma di disturbi che possono insorgere in seguito a gesti quotidiani apparentemente innocui.
Un esempio? Basta sollevare un peso eccessivo rispetto alle proprie capacità, oppure mantenere per ore una posizione scorretta, per scatenare un dolore lombare che può durare giorni. Sono situazioni comuni, che riguardano chiunque, indipendentemente dall’età o dall’attività fisica svolta.
Secondo i dati scientifici, il mal di schiena è la prima causa di assenteismo dal lavoro nel mondo, superando persino febbre e disturbi gastrointestinali. Un dato che fa riflettere, perché dimostra quanto questa condizione sia diffusa e impattante sulla vita quotidiana e professionale.
Ma qual è la vera origine di questo problema? La letteratura medica è concorde: nella maggior parte dei casi, la lombalgia non è provocata dall’attività fisica, bensì dalla sua assenza. La sedentarietà è il vero nemico della salute della colonna vertebrale. Restare fermi per ore, seduti alla scrivania o sul divano, indebolisce la muscolatura di sostegno e favorisce l’insorgenza del dolore.
È un paradosso che molti ignorano: ci si preoccupa di evitare sforzi per “non rovinarsi la schiena”, ma in realtà è proprio la mancanza di movimento a creare i presupposti per il dolore. Una colonna vertebrale sana ha bisogno di essere sostenuta da muscoli forti e attivi, e questo si ottiene solo con un’attività motoria regolare. Non serve diventare atleti professionisti: bastano camminate quotidiane, esercizi di rinforzo e qualche attenzione alla postura per ridurre drasticamente il rischio di lombalgia.
Il ruolo dell’attività motoria e il mito del podista immune
Il mal di schiena aspecifico – quello che non è collegato a traumi o patologie strutturali – trova nella attività aerobica motoria la sua principale strategia di trattamento. Non serve diventare maratoneti o dedicarsi a sessioni estenuanti di allenamento: la chiave è la regolarità. Camminare, nuotare, pedalare, persino una semplice passeggiata quotidiana, sono attività che favoriscono la mobilità articolare, migliorano la circolazione e riducono il rischio di dolore lombare.

Il concetto è semplice ma spesso sottovalutato: il corpo umano è progettato per muoversi. Restare fermi, seduti per ore davanti a un computer o sul divano, indebolisce la muscolatura di sostegno e crea le condizioni ideali per l’insorgenza della lombalgia. Al contrario, un’attività motoria costante mantiene la colonna vertebrale in salute e previene fastidi che, se trascurati, possono diventare cronici.
C’è un’idea diffusa secondo cui chi corre abitualmente sarebbe immune dal mal di schiena. Nulla di più falso. È vero che il runner, grazie alla pratica costante di un’attività aerobica, è statisticamente meno esposto a questo tipo di problema. La corsa, infatti, contribuisce a mantenere attivi i muscoli stabilizzatori e a favorire la mobilità generale. Tuttavia, anche chi macina chilometri può incorrere in dolori lombari.
Le cause? Spesso non dipendono dalla corsa in sé, ma da squilibri muscolari, errori di allenamento, carichi eccessivi o eventi traumatici. Non è la corsa a provocare ernie o discopatie: queste patologie hanno quasi sempre una componente genetica e non sono legate al numero di chilometri percorsi. Pensare che “correre tanto” basti per proteggere la schiena è un errore: il corpo va preparato e sostenuto con esercizi mirati di rinforzo e stabilizzazione.

Approcci terapeutici contro il mal di schiena
Quando il mal di schiena si manifesta, non bisogna farsi prendere dal panico: le opzioni terapeutiche sono numerose e, se affrontate correttamente, permettono di ridurre i sintomi e prevenire ricadute. La prima fase è quella acuta, in cui l’obiettivo principale è alleviare il dolore e ripristinare la mobilità.
Massoterapia e mobilizzazione sono tra i trattamenti più utilizzati. Attraverso manipolazioni mirate, si riducono le tensioni muscolari e si favorisce il recupero della funzionalità articolare. A questo si può affiancare l’uso di caldo e freddo, due strumenti semplici ma efficaci per contrastare contratture e infiammazioni: il calore rilassa la muscolatura, mentre il freddo aiuta a contenere il gonfiore.
Un’altra risorsa sempre più diffusa è l’elettrostimolazione, che non va confusa con l’allenamento muscolare intensivo. In questo caso, l’obiettivo non è provocare contrazioni massimali, ma sfruttare programmi specifici per ridurre la sintomatologia dolorosa. Dispositivi come gli elettrostimolatori Compex offrono protocolli dedicati, dalla classica TENS ai programmi per “lombalgia acuta” e dolore muscolare, pensati per agire in modo mirato.

Superata la fase critica, il lavoro non finisce. Anzi, è proprio qui che si gioca la partita più importante: prevenire le recidive. Come? Intervenendo sulle cause che hanno favorito l’insorgenza del dolore. Il rinforzo muscolare è la chiave, insieme al riequilibrio posturale e al miglioramento della competenza motoria.
Molti dolori lombari derivano da squilibri tra la muscolatura addominale e quella lombare. Quando il core è debole, la colonna vertebrale perde stabilità e diventa più vulnerabile. Per questo, programmi come Core Stability sono fondamentali: allenare il core significa creare una cintura naturale di protezione per la schiena, riducendo il rischio di nuove problematiche.
Prevenzione: il lavoro che fa la differenza
Chi pensa che macinare chilometri sia sufficiente per mantenere la schiena in salute commette un errore. Correre tanto non basta. Il runner – che sia un amatore con poche uscite settimanali o un atleta che percorre migliaia di chilometri all’anno – deve dedicare tempo al lavoro muscolare attivo. È un aspetto spesso trascurato, ma fondamentale per prevenire infortuni e migliorare la performance.
Non servono attrezzature costose né ore di allenamento in palestra: bastano esercizi semplici e mirati, come squat, plank e circuiti funzionali, che possono essere eseguiti anche a casa. Pochi minuti al giorno sono sufficienti per rinforzare il core e stabilizzare la colonna vertebrale, elementi chiave per continuare a correre senza dolore.

Un’ora in palestra vale più di un lento in più
Investire un’ora in esercizi di rinforzo può essere più utile che aggiungere un allenamento di corsa alla settimana. È una strategia che richiede poco, ma garantisce molto: benessere, prevenzione e continuità sportiva. Un corpo forte e bilanciato non solo riduce il rischio di mal di schiena, ma permette di affrontare carichi di lavoro più elevati senza compromettere la salute.
In altre parole, correre è importante, ma correre bene lo è ancora di più. E per farlo, serve una base solida: muscoli allenati, postura corretta e una routine che integri il movimento con esercizi di stabilizzazione.

