Quattro anni dopo il trionfo olimpico, Marcell Jacobs è tornato sulla pista che lo aveva consacrato leggenda. Ma questa volta, Tokyo non ha regalato magie. Il campione olimpico dei 100 metri è stato eliminato in semifinale ai Mondiali di Atletica, fermandosi con un tempo di 10”16, lontano dai suoi standard e dalle aspettative. Un risultato che ha aperto la porta a riflessioni profonde, condivise a caldo ai microfoni Rai.
Jacobs non ha nascosto il suo stato d’animo. “La testa mi sta dicendo che non riesce a reggere tutte queste delusioni”, ha dichiarato con franchezza, lasciando intendere che il peso degli ultimi anni, tra infortuni e difficoltà, sta diventando insostenibile. Il tempo registrato in semifinale, ha spiegato, non rappresenta il suo vero valore, ma è il massimo che riesce a esprimere in questo momento. “10″16 non lo facevo nemmeno quando facevo salto in lungo. So di valere di più, ma oggi è questo quello che ho nelle gambe”.
Durante l’intervista, poi, Marcell Jacobs ha ricordato una promessa fatta a se stesso: se la stagione fosse stata ancora difficile, avrebbe valutato seriamente l’idea di fermarsi. “Devo prendermi un po’ di tempo e capire se vale la pena continuare a soffrire così”, ha detto, lasciando aperta la possibilità di un ritiro. Le sue parole non sono state solo un bilancio, sportivo e umano, ma anche un grido di sincerità, che ha toccato il cuore di chi lo ha seguito in questi anni.
Anche la partecipazione alla staffetta 4×100 è in dubbio. Jacobs ha sottolineato l’importanza di far crescere le nuove leve e ha ammesso di non essere nelle condizioni ideali per competere. “Magari c’è chi sta meglio di me. Decideremo nei prossimi giorni.” Il suo futuro sportivo ora rimane in sospeso, in attesa di una decisione che potrebbe segnare la fine di una carriera straordinaria, che ha vissuto il suo apice alle Olimpiadi di Tokyo.
Grazie Marcell!
Oggi non mancano i detrattori di Marcell Jacobs. Molti sembrano aver dimenticato che è stato il primo, e finora l’unico, a regalare all’Italia l’emozione di un oro olimpico nei 100 metri, un traguardo che nessun azzurro aveva mai raggiunto. Se davvero dovesse decidere di ritirarsi, lo farebbe da numero uno. Non solo per il titolo olimpico, ma per la capacità di affrontare con dignità anche le fasi più difficili della sua carriera.
Tokyo 2025 potrebbe rappresentare l’ultimo capitolo di una storia che ha fatto sognare milioni di italiani. E se così fosse, il suo addio avrebbe un peso profondo: quello di un atleta che ha osato sfidare i giganti e ha vinto, anche quando il cronometro non era dalla sua parte.