Per anni sono stati considerati i principali responsabili dell’aumento di peso e delle malattie cardiovascolari. I grassi, spesso demonizzati, hanno vissuto una lunga stagione di cattiva fama, alimentata da campagne dietetiche che li indicavano come il nemico numero uno della salute. Oggi, però, la scienza della nutrizione ha completamente ribaltato questa visione, riconoscendo ai grassi un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio fisiologico del nostro organismo. Non solo fonte di energia, ma anche elementi strutturali e regolatori ormonali, i grassi sono indispensabili per il corretto funzionamento del corpo umano.
Le funzioni vitali dei grassi
I grassi forniscono ben 9 chilocalorie per grammo, un valore energetico più che doppio rispetto a quello dei carboidrati e delle proteine. Questo elevato apporto calorico ha contribuito a renderli sospetti agli occhi di chi cerca di perdere peso. Tuttavia, a differenza dei carboidrati, i grassi non stimolano direttamente la produzione di insulina, l’ormone responsabile dell’accumulo di zuccheri sotto forma di grasso corporeo. Questo significa che i grassi non vengono immagazzinati immediatamente, ma circolano nell’organismo fino a quando non vengono utilizzati o depositati.
Nel corpo umano, i grassi svolgono diverse funzioni: sono componenti essenziali delle membrane plasmatiche, vengono utilizzati per produrre energia e fungono da riserva sotto forma di trigliceridi. Anche il colesterolo, spesso associato a problemi cardiovascolari, è un tipo di grasso. Pur non essendo essenziale nella dieta, poiché il nostro organismo è in grado di produrlo autonomamente, il colesterolo è fondamentale per la sintesi di ormoni steroidei e della vitamina D.
Acidi grassi: una questione di qualità
Gli acidi grassi si presentano in diverse forme, classificate in base alla loro struttura chimica. Esistono grassi saturi, monoinsaturi, polinsaturi e i cosiddetti grassi trans. Ognuno di questi ha caratteristiche e implicazioni diverse per la salute.
Tra i grassi monoinsaturi, il più noto è senza dubbio l’acido oleico, contenuto in abbondanza nell’olio extravergine di oliva. Questo tipo di grasso è universalmente riconosciuto come benefico per la salute, grazie anche alla presenza di vitamina E, un potente antiossidante. Numerosi studi hanno dimostrato che i grassi monoinsaturi non solo non favoriscono l’infiammazione, ma anzi contribuiscono a ridurre il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari. Non a caso, l’olio d’oliva è uno dei pilastri della dieta mediterranea, considerata uno dei modelli alimentari più salutari al mondo. È importante, però, scegliere un olio extravergine spremuto a freddo e ottenuto da olive raccolte al pettine, per garantire una bassa acidità e una maggiore qualità.
Omega-3 e Omega-6: il delicato equilibrio dei polinsaturi
I grassi polinsaturi sono più complessi da gestire, sia dal punto di vista nutrizionale che biochimico. Si suddividono principalmente in due categorie: omega-3 e omega-6. Per semplificare, potremmo definire gli omega-3 come “buoni” e gli omega-6 come “cattivi”, anche se questa distinzione è un po’ riduttiva. Gli omega-6, infatti, comprendono l’acido arachidonico, coinvolto in numerose reazioni infiammatorie dell’organismo. Un eccesso di omega-6, tipico delle diete occidentali, può favorire stati infiammatori cronici.
Gli omega-3, al contrario, sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie. Tuttavia, non tutti gli omega-3 sono uguali. Quelli di origine vegetale, come l’acido alfa-linolenico presente nei semi di lino e di chia, hanno un’efficacia limitata, poiché il nostro organismo riesce a convertirli in EPA e DHA – le forme attive – solo in minima parte, con una resa inferiore al 15%. Gli omega-3 più efficaci si trovano nei pesci di acque fredde, come salmone, sgombro e aringa, e sono fondamentali per la salute delle membrane cellulari e per la regolazione dell’infiammazione.
L’importanza dell’integrazione e della qualità
Poiché la cottura ad alte temperature può degradare gli omega-3 presenti nel pesce, spesso è consigliabile ricorrere a integratori. Tuttavia, è fondamentale prestare attenzione alla qualità del prodotto. Esistono certificazioni come IFOS (International Fish Oil Standards) che garantiscono la purezza e la sicurezza degli integratori, assicurando l’assenza di ossidazione e contaminanti come i metalli pesanti. Altre certificazioni, come Friend of the Sea o Marine Trust, attestano anche la sostenibilità e la tracciabilità della filiera produttiva.
Gli omega-3 sono particolarmente importanti per gli sportivi, soprattutto con l’avanzare dell’età. Pur non influenzando direttamente i livelli di colesterolo, contribuiscono a ridurre i trigliceridi e migliorano il recupero muscolare, oltre a sostenere la funzione cognitiva e cardiovascolare.
Grassi saturi e grassi industriali: tra miti e realtà
I grassi saturi, presenti soprattutto negli alimenti di origine animale e in alcuni oli vegetali come quello di palma, sono stati a lungo associati a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e tumori, in particolare al colon. Tuttavia, studi più recenti hanno ridimensionato queste preoccupazioni, evidenziando che, in un contesto di dieta equilibrata e non ipercalorica, i grassi saturi non sono necessariamente dannosi. Inoltre, non sembrano avere un effetto pro-infiammatorio paragonabile a quello di alcuni omega-6.
Diverso è il discorso per i grassi artificiali, come quelli idrogenati e inter-esterificati, creati dall’industria alimentare per migliorare la conservazione e la consistenza dei prodotti.
I grassi idrogenati noti anche come trans, sono stati ampiamente studiati e oggi sono considerati nocivi per la salute, tanto da essere vietati in molti Paesi. I grassi inter-esterificati, invece, sono ancora poco conosciuti, ma i primi studi disponibili non sembrano promettenti.
I nuovi protagonisti: gli MCT
Negli ultimi anni, hanno guadagnato popolarità anche i cosiddetti MCT (Medium Chain Triglycerides), ovvero trigliceridi a catena media. Questi grassi, più corti rispetto a quelli tradizionali, vengono assorbiti rapidamente e trasportati direttamente al fegato, dove vengono utilizzati come fonte di energia. Gli MCT sono particolarmente apprezzati nelle diete chetogeniche, poiché permettono di entrare in uno stato di chetosi senza ridurre drasticamente l’apporto di carboidrati e proteine.
Grassi e sport: un binomio vincente
Nel contesto sportivo, i grassi svolgono un ruolo cruciale. Non solo forniscono energia durante gli sforzi prolungati, ma contribuiscono anche alla sintesi degli ormoni steroidei, fondamentali per la crescita muscolare e il recupero. Durante i periodi di off-season, ovvero le fasi di scarico o preparazione, un maggiore apporto di grassi può aiutare a ottimizzare il metabolismo lipidico e a risparmiare le riserve di glicogeno, migliorando così la resistenza e la capacità di recupero.