Le proteine sono tra i mattoni fondamentali della vita. Spesso associate alla costruzione della massa muscolare, in realtà svolgono una moltitudine di funzioni vitali all’interno del nostro organismo. Sono componenti strutturali di cellule e tessuti, regolano processi genetici, partecipano alla risposta immunitaria, agiscono come ormoni e, in situazioni particolari, possono persino fornire energia. Ogni giorno, il nostro corpo distrugge e ricostruisce proteine in un processo continuo chiamato turnover proteico, essenziale per mantenere l’equilibrio e la funzionalità dell’organismo.
Pensare alle proteine solo come strumenti per aumentare la massa muscolare è una visione riduttiva. Esse sono anche fondamentali per preservarla, grazie alla loro funzione anti-catabolica. In altre parole, non solo aiutano a costruire i muscoli, ma impediscono anche che vengano degradati, soprattutto in condizioni di stress fisico o carenze nutrizionali.
Gli aminoacidi: i mattoncini delle proteine
Le proteine sono costituite da venti aminoacidi, che possono essere classificati in essenziali e non essenziali. Gli aminoacidi essenziali sono quelli che il nostro corpo non è in grado di sintetizzare autonomamente e che quindi devono essere introdotti attraverso l’alimentazione. Negli adulti sono otto, mentre nei bambini diventano nove, includendo anche l’istidina.
Tra gli essenziali troviamo i cosiddetti aminoacidi ramificati (BCAA): valina, leucina e isoleucina. Questi hanno un ruolo particolarmente importante nella sintesi proteica muscolare, ma come vedremo più avanti, non sono sufficienti da soli per stimolare efficacemente questo processo.
La sequenza con cui gli aminoacidi si legano tra loro determina la struttura primaria della proteina, influenzandone la funzione. Tuttavia, nella pratica quotidiana, è più utile concentrarsi su come ottenere un apporto proteico completo e bilanciato, piuttosto che perdersi nei dettagli molecolari.
Fonti proteiche: animali, vegetali e integratori
In Italia, il parametro tradizionalmente utilizzato per valutare la qualità delle proteine è il valore biologico, che misura la capacità di una proteina di essere utilizzata per la sintesi proteica. L’uovo rappresenta il riferimento massimo, seguito da carne, pesce e legumi.
Negli ultimi anni, però, si è affermato un metodo più preciso: il DIAAS (Digestible Indispensable Amino Acid Score), raccomandato anche dalla FAO. Questo sistema valuta la qualità delle proteine in base alla digeribilità e alla disponibilità degli aminoacidi essenziali.
Le proteine vengono così classificate in tre categorie:
- bassa qualità (sotto il 75%)
- buona qualità (tra 75% e 99%)
- eccellente qualità (oltre il 100%)

Secondo questi criteri, le proteine del siero del latte (Whey) risultano eccellenti, le fonti animali come carne e pesce sono buone, mentre tra le fonti vegetali solo la soia si distingue come proteina di buona qualità.
Alimentazione vegetale: una sfida nutrizionale
Adottare una dieta vegetariana o vegana è una scelta sempre più diffusa, motivata da ragioni etiche, ambientali o di salute. Tuttavia, dal punto di vista nutrizionale, non è una transizione semplice. Le proteine vegetali, infatti, spesso non contengono tutti gli aminoacidi essenziali nelle giuste proporzioni. Per questo motivo, è fondamentale combinare diverse fonti vegetali – un processo noto come “blending” – per ottenere un profilo amminoacidico completo.
Inoltre, le proteine vegetali hanno una biodisponibilità inferiore rispetto a quelle animali. Alcuni studi indicano che per ottenere lo stesso effetto sulla sintesi proteica, servono circa 35 grammi di proteine vegetali in blend contro 20 grammi di proteine Whey. Le fibre presenti nei vegetali, sebbene benefiche per la salute intestinale, possono rallentare l’assorbimento delle proteine, rendendo ancora più importante una pianificazione attenta dei pasti.
La soia rappresenta un’eccezione tra le proteine vegetali, ma è anche oggetto di dibattito. Alcuni esperti sollevano preoccupazioni per la presenza di fitoestrogeni, composti che possono interferire con il sistema endocrino e la funzione tiroidea. Altri, invece, la considerano una fonte proteica eccellente e sicura. Il vero problema, però, è che il mercato offre poche alternative vegetali di alta qualità, rendendo difficile per i consumatori vegani soddisfare il fabbisogno proteico senza ricorrere a integratori.
Quante proteine servono davvero?
Un aspetto interessante emerso da recenti studi è che non esiste un limite rigido alla quantità di proteine che possiamo assumere in un singolo pasto. Contrariamente a quanto si pensava in passato, anche un bolo proteico superiore ai 30 grammi può essere efficace, con la sintesi proteica che si mantiene attiva per diverse ore. Questo è un dato importante per chi ha difficoltà a suddividere l’apporto proteico in molti pasti durante la giornata.
Per chi pratica sport, il fabbisogno proteico aumenta. Nei runner, ad esempio, si consiglia un’assunzione tra 1,2 e 1,6 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo al giorno. Questo aiuta a prevenire la perdita di massa muscolare e a favorire il recupero. Naturalmente, il fabbisogno varia anche in base all’apporto calorico complessivo e all’intensità dell’attività fisica.
Un consiglio utile per massimizzare l’effetto anabolico delle proteine è abbinarle sempre ai carboidrati. Questa combinazione favorisce non solo la sintesi proteica, ma anche quella del glicogeno, la principale riserva energetica dei muscoli.
Proteine in polvere: guida alla scelta
Le proteine in polvere rappresentano una soluzione pratica per integrare l’apporto proteico, soprattutto per chi ha uno stile di vita attivo o segue una dieta restrittiva. Le più diffuse sono le Whey, derivate dal siero del latte, disponibili in tre varianti: concentrate, isolate e clear.
Le Whey concentrate contengono una piccola quantità di carboidrati e grassi, mentre le isolate sono quasi completamente prive di questi macronutrienti. Le proteine clear, invece, si distinguono per la loro solubilità e leggerezza: si sciolgono facilmente in acqua e hanno un gusto più fresco e fruttato, ideale nei mesi estivi.
Negli ultimi anni, si sono affermati anche gli aminoacidi essenziali in forma libera, grazie alla riduzione dei costi di produzione. Cinque grammi di questi integratori equivalgono a circa 20 grammi di proteine Whey in termini di efficacia sulla sintesi proteica. Inoltre, non affaticano i reni, poiché non producono scorie azotate come le proteine complete.
Aminoacidi ramificati: moda o utilità?
I BCAA – leucina, isoleucina e valina – sono spesso pubblicizzati come integratori miracolosi per la crescita muscolare e il recupero. In particolare, la leucina è nota per attivare l’mTOR, un complesso biochimico che stimola la sintesi proteica. Tuttavia, la sola presenza di leucina non è sufficiente: senza tutti gli altri aminoacidi essenziali, la sintesi proteica non può avvenire.
Gli studi più recenti mettono in discussione l’efficacia dei BCAA assunti isolatamente. I benefici osservati in passato erano legati a dosaggi molto elevati, superiori ai 15 grammi al giorno, difficili da raggiungere nella pratica quotidiana. Per questo motivo, oggi si tende a preferire integratori completi di aminoacidi essenziali o proteine di alta qualità.
La qualità prima di tutto
Quando si sceglie un integratore proteico, è fondamentale puntare sulla qualità. È consigliabile optare per prodotti certificati da enti indipendenti come Informed Choice, Informed Sport o Cologne List, che garantiscono l’assenza di sostanze dopanti e la purezza degli ingredienti.
In conclusione, le proteine sono un pilastro della nostra salute e del nostro benessere. Che si scelga una dieta onnivora, vegetariana o vegana, l’importante è conoscere le fonti proteiche, saperle combinare correttamente e, se necessario, integrare con prodotti sicuri ed efficaci. Solo così possiamo garantire al nostro corpo tutto ciò di cui ha bisogno per funzionare al meglio, ogni giorno.