Con la nuova versione 17 delle Ride, Saucony introduce una importante novità che cambia il posizionamento di questa calzatura rispetto alle precedenti proposte dell’azienda americana. L’intersuola, infatti, ora è in schiuma PWRRUN+ e non più nel tradizionale PWRRUN, un tangibile miglioramento che fa equiparare le nuove Ride 17 alle classiche e molto apprezzate Triumph 21 basate sulla stessa mescola.
Triumph vanta uno stack leggermente superiore, un drop più alto, con un peso leggermente inferiore e un costo più elevato (190 euro contro 155 euro delle Ride 17 da listino ufficiale), posizionata da Saucony come una soluzione premium rispetto alla gamma Ride. Il divario tra le due famiglie, con il debutto della versione Ride 17, si è però di molto assottigliato: non è Triumph ad essere peggiorata qualitativamente, ma è stata la serie Ride, grazie alla nuova intersuola, ad essere migliorata ulteriormente.
Nel corso dei miei 150km di test ho utilizzato Ride 17 come la più classica delle daily trainer: tanta corsa lenta, anche con uscite lunghe, abbinata a qualche lavoro a ritmo più sostenuto senza però andare nel range di ritmo tipico delle scarpe più veloci e reattive.
Battistrada: 8
Nelle Ride 17, Saucony ha utilizzato un battistrada in gomma dura che ricopre buona parte della superficie, lasciando esposta l’intersuola in PWRRUN+ nella parte mediale interna e per un incavo che si sviluppa dal centro fino a sotto il tallone. Il grip si mantiene sempre molto buono su ogni superficie, anche sul bagnato, con il profilo del battistrada che non raccoglie con i suoi intagli i sassolini tipici delle piste bianche e dei sentieri.
Intersuola: 8
Come detto la mescola dell’intersuola è la principale novità di Ride 17, in quanto troviamo quella PWRRUN+ al posto della precedente PWRRUN: la prima è una TPU, mentre la seconda è un misto tra EVA e TPU con una reattività inferiore. Ride 17 guadagna quindi una risposta più netta, potremmo definirla maggiormente “rimbalzante” per rendere l’idea, seguendo quanto Saucony ci ha abituato a trovare nelle scarpe della serie Triumph nelle ultime versioni.
L’intersuola ha uno spessore di 35mm al tallone e di 27mm all’avampiede, quote importanti ma non da maxi shoe: in Triumph 21 c’è un po’ più di intersuola con 37mm nel tallone e 27mm nell’avampiede. Quello che cambia è il drop: 8mm per Ride 17 e 10mm per Triumph 21. L’intersuola è nuova, ma in Ride 17 le quote rimangono invariate rispetto alla serie 16.
La risposta durante la corsa è molto simile, come feeling, a quanto sperimentato con Triumph 21: c’è tanto rimbalzo che aiuta a spingersi in avanti ma non in modo eccessivo. I due millimetri in più nella zona tallonare di Triumph 21 si fanno leggermente sentire, ma a mio avviso in Ride 17 è maggiore l’impatto del drop inferiore, che sposta leggermente la corsa verso l’avampiede pur mantenendo un carico non eccessivo a livello di tendine e di polpacci. La nuova mescola non stravolge quindi l’anima di Ride 17 rispetto a Ride 16, ma rende il tutto più piacevole, potremmo anche dire più divertente, accompagnando al meglio non solo nelle uscite lente di tutti i giorni, ma anche aiutando nel ritmo.
Tomaia: 7
La tomaia è in doppio mesh nella parte anteriore, soluzione morbida che si adatta facilmente alla calzata: è differente da quella di Triumph 21 in quanto la seconda è stata sviluppata con un tessuto più grosso e apparentemente anche più resistente.
Nella parte laterale, all’altezza del logo e della scritta Saucony, la tomaia di Ride 17 passa a una struttura a singolo strato, è inserita in una sorta di involucro plastico trasparente, che conferisce una certa rigidità alla struttura. Nella parte posteriore ritroviamo nuovamente un tessuto doppio più morbido, a coprire la conchiglia posteriore. Molto buona l’areazione e nel complesso la qualità costruttiva, per quanto la tomaia di Triumph 21 sembra essere ancora più ricercata quanto a costruzione e a qualità del mesh utilizzato.
Upper: 7
Saucony ha scelto di non utilizzare i tradizionali occhielli per le stringhe ma di servirsi di alcuni passanti verticali, molto belli come fattura e che paiono essere altrettanto robusti: nessun problema a trovare facilmente la giusta tensione per l’allacciatura. Il tallone ha una conchiglia rigida che lascia libera la parte più alta, quella a diretto contatto con il tendine: è presente un pull tab che facilita la calzata della scarpa e l’area è discretamente imbottita all’interno, così come in Triumph 21.
La linguetta differisce notevolmente rispetto a quella della sorella maggiore: è sempre fissata su entrambi i lati alla tomaia ma è ora più corta, leggermente meno imbottita e maggiormente sagomata nella sua forma. L’ho trovata comoda durante la corsa, non mi ha mai dato problemi di spostamento, ma ho preferito quella di Triumph 21 soprattutto per la sua lunghezza.
Peso: 6,5
Ride 17 ha un peso, nel mio numero US8 (41 in taglia europea), leggermente superiore a quello delle mie Saucony Triumph 21: parliamo di 267 grammi contro 258 grammi, un dato non elevato in assoluto ma che potrebbe essere più ridotto viste le quote dell’intersuola. A titolo di confronto segnalo, sempre per questo numero, i 272 grammi di Asics Gel- Nimbus 25, i 283 grammi di Asics Gel-Nimbus 26, i 284 grammi di Nike Invincible 3 oppure i circa 240 grammi di Hoka Clifton 9 e i 250 grammi di Asics Gel-Cumulus 25.
È significativo che le due scarpe Saucony abbiano quasi lo stesso peso: si potrebbe pensare che Triumph debba pesare qualche grammo in più, ma credo che questa scarpa benefici del lavoro di affinamento fatto a livello di intersuola nella parte esposta all’altezza del battistrada, con un incavo profondo che ha portato ad un risparmio di peso. In ogni caso durante la corsa con Ride 17 non si ha una percezione di pesantezza, cosa che del resto si può dire anche di Triumph 21.
Comfort: 7,5
L’intersuola in PWRRUN+ è un po’ più rigida rispetto a quella di modelli concorrenti, ripagando con una risposta migliore e carica di maggiore energia: abbiamo visto questa cosa nell’analisi di Saucony Triumph 21 rispetto alle concorrenti daily trainer dei principali competitor e la cosa con cambia di fatto anche per Ride 17. Non sono calzature iper morbide, ma la risposta è nel complesso confortevole e piacevole, anche per le lunghe distanze.
La struttura superiore della scarpa non presenta problemi in termini di confort generale; non ho particolarmente apprezzato la linguetta, a mio avviso un briciolo troppo corta, e credo si possa fare qualcosa di meglio per una futura versione. Detto questo, Ride 17 è una scarpa che si può indossare ogni giorno, comoda anche nella giornata che segue una impegnativa sessione di allenamento o una gara, per riposare le gambe.
Protezione: 7
Saucony Ride 17 è pensata specificamente per podisti neutri e questo trova conferma nella gamma Saucony: l’azienda propone le scarpe Guide come alternativa alle Ride per atleti che soffrono di iperpronazione e necessitano di supporto. Lo spessore dell’intersuola che è elevato ma non maxi come per alcune concorrenti dirette, unito ad una certa rigidità propria dell’intersuola PWRRUN+, rendono Ride 17 una scarpa stabile nel complesso e che non desta preoccupazioni una volta calzata.
In questo comparto ho riscontrato un comportamento speculare a quello di Triumph 21: sono scarpe pensate per le corse di tutti i giorni con le quali poter anche accelerare facilmente il ritmo, che offrono buona protezione ma che richiedono un podista che non abbia problemi di postura o che al limite tenda a cedere leggermente con l’allungare dei chilometri. Da evidenziare come la parte mediale del battistrada di Ride 17 sia leggermente più larga di quella di Triumph 21, cosa che aiuta leggermente a migliorare la stabilità.
Durata massima stimata: 7,5
L’analisi della costruzione complessiva della scarpa mi porta a stimare una percorrenza di almeno 600-700km con Ride 17: il battistrada è molto ben strutturato, l’intersuola in PWRRUN+ non tale da perdere radicalmente le sue proprietà di ammortizzazione e reattività.
La tomaia è meno robusta, come costruzione, di quella di Triumph 21 ma non ritengo che anche con una percorrenza elevata potrà in qualche modo rovinarsi. La gamma Ride è da sempre associata al concetto di scarpa abbordabile per costo e in grado di venir usata per molti chilometri: non credo che questo approccio sia destinato a cambiare con Ride 17.
Rapporto qualità/prezzo: 7,5
Ride 17 viene proposta ad un listino ufficiale di 155 euro. Visto il contenuto tecnologico della scarpa e il suo comportamento nella corsa ritengo che il rapporto qualità/prezzo di Ride 17 sia molto valido: il vero rischio è che il consumatore di rivolga verso la serie Triumph 21 proprio in virtù dei prezzi molto simili.
Voto finale: 7,3
Se in passato le famiglie Ride e Triumph erano ben distinte tra di loro quanto a caratteristiche e posizionamento, con il debutto di Ride 17 la differenza si riduce in misura netta: ci vorrà probabilmente una nuova versione della gamma Triumph per riposizionare in modo più evidente tra di loro queste due famiglie di scarpe.
Il comportamento di Ride 17 è molto simile a quello di Triumph 21: la prima è leggermente più reattiva e veloce, mentre la seconda offre un briciolo di protezione in più in virtù di drop e spessore al tallone più elevati. Lo spettro di utilizzo è comparabile: con Ride 17 ci si può spingere un po’ più velocemente quanto a passo al chilometro, mentre Triumph 21 spicca nelle corse più lente e lunghe. La nuova arrivata è quindi una daily trainer che si può utilizzare tanto per le corse lente di tutti i giorni come quando si voglia aumentare il ritmo, spingendosi sino al medio: merito dell’intersuola e della geometria complessiva, comportamento che tra le daily trainer più strutturate avevamo del resto evidenziato anche con Triumph 21.
Per quale podista è indicata? Sicuramente per runner neutri, dal peso sino a 80Kg e che corra tra i 4 e i 6 minuti al chilometro. È una scarpa adatta come detto alle corse lente ma che si può tranquillamente ed efficacemente utilizzare anche quando i ritmi si velocizzano, sino a quelli del medio.
Per chi volesse una rotazione con poche scarpe può assolvere a vari ruoli agevolmente, coprendo le necessità di scarpa da lento e per gli allenamenti più veloci, lasciando ad altra calzatura quello di scarpa da gara soprattutto per chi è più veloce.
Per le distanze ritengo diano il meglio sino alla mezza maratona: oltre, soprattutto se si ha un peso più importante, può essere consigliabile cercare qualcosa di maggiormente strutturato, optando magari proprio per Triumph 21, per restare sempre in casa Saucony.