Una serata indimenticabile sul tartan verde dell’Estadio de Vallehermoso di Madrid, dove l’Italia bissa il successo di Chorzow 2023 e conquista per la seconda volta nella sua storia il titolo continentale a squadre di atletica leggera. Dopo tre giornate in cui gli azzurri hanno risposto colpo su colpo alle sfide di Polonia, Olanda, Gran Bretagna e Germania, l’ultimo atto ha trasformato la vittoria in un grande trionfo di squadra. Solo tre vittorie – contro e le sette di due anni fa – ma tanti piazzamenti e centimetri guadagnati col sudore, che hanno portato i ragazzi del direttore tecnico Antonio La Torre sul gradino più alto del podio.
Un autentico dominio che ha incoronato l’Italia regina indiscussa della vecchia Coppa Europa a squadre: con 431,5 punti gli azzurri hanno staccato la Polonia di ben 26 lunghezze (405,5), relegando al terzo posto la Germania a 397. Alle loro spalle si sono piazzati i Paesi Bassi (384,5), la Gran Bretagna (381), la Spagna (378) e la Francia (354,5), confermando la crescita straordinaria iniziata dopo le Olimpiadi di Tokyo di un movimento che soltanto pochi anni fa lottava per la salvezza e che oggi alza al cielo il trofeo per la seconda volta consecutiva.
Nella quarta e ultima giornata, decisivi i successi individuali di Leonardo Fabbri nel getto del peso e di Larissa Iapichino nel salto in lungo, capaci di scalare la classifica con misure e balzi che hanno gelato gli avversari. Faustino Desalu e la staffetta 4×400 mista hanno portato a casa piazze d’onore, mentre Idea Pieroni ha raccolto un brillante quarto posto nell’alto. Quinto gradino del podio, infine, per Yeman Crippa nei 5000 metri e per la sorprendente Paola Padovan nel giavellotto: un bottino di prestazioni che ha costruito, mattone dopo mattone, il trionfo azzurro.
Due vittorie, tanto cuore
La domenica pomeriggio si è aperta con il getto del peso maschile, dove Leonardo Fabbri ha imposto sin dal primo lancio il suo dominio. Con un progresso costante il fiorentino ha lasciato perle di forza pura, culminate nel grandioso 21,68 metri al sesto tentativo: misura che non ha lasciato scampo ai rivali e ha incanalato subito la rincorsa degli azzurri.
Il sigillo decisivo è arrivato da Larissa Iapichino, capace di trasformare tensione e adrenalina in un balzo indimenticabile. Dopo un’avvio interlocutorio, la saltatrice gigliata ha liberato tutta la potenza nel quarto tentativo, volando a 6,92 metri: un colpo di reni che ha mandato in estasi i tifosi azzurri e ha sancito l’impossibilità di ogni rimonta avversaria.
Tra i momenti chiave della quarta giornata, merita una menzione speciale Fausto Desalu nei 200 metri, reduce dalla 4×100 di sabato: l’exploit finale dell’emiliano, capace di fermare il cronometro su 20”18, ha aggiunto preziosi punti e dimostrando di poter competere con i migliori anche in condizioni di massima rivalità.
Menzione d’onore per Yeman Crippa, ormai lanciato verso la maratona, che non ha esitato a rispondere alla chiamata del direttore tecnico Antonio La Torre: un segnale di grande generosità, perché l’Italia aveva bisogno del suo contributo sui 5000 metri per arrotondare il bottino di punti nella classifica generale. Pur non disponendo più della velocità esplosiva di un tempo, il trentino ha onorato l’impegno con rigore e dedizione, chiudendo in quinta posizione in 13’48″03 e portando in cassaforte dodici punti preziosi che hanno sostanzialmente spalancato le porte al trionfo azzurro.
Il 28enne trentino non calcava una pista sui 5000 metri da due stagioni, dall’Europeo a squadre di Chorzów dove era arrivato terzo e aveva contribuito al successo finale.
Che dire della staffetta 4×400 mista che, non paga della vittoria finale (matematica) di squadra, con il quartetto Scotti, Troiani, Aceti e Mangione ha chiuso in grande stile: 3’09″66, nuovo record italiano, appena dietro alla Polonia vittoriosa in 3’09″43 e davanti alla Gran Bretagna, staccata di un solo centesimo.
Le altre gare
Punti preziosi in tutte le altre gare di giornata. Per quanto riguarda la corsa, Dalia Kaddari ha aperto le ostilità nella serie B dei 200 metri femminili, correndo in 22”68 , tempo che, pur non bastando per il podio, le è valso il settimo posto complessivo.
Nei 1500 metri femminili, a gara si è trasformata in una classica battaglia di tattica fino all’uscita del rettilineo, con Marta Zenoni capace di gestire il ritmo lento e poi di lanciare il suo affondo negli ultimi 300 metri. Nonostante lo spunto, la bergamasca ha chiuso sesta in 4’10”23. Federico Riva, nella stessa distanza, fresco di primato italiano sul miglio, ha fatto il possibile per non staccarsi nel finale, ma ha dovuto accontentarsi del settimo posto in 3’40”89.
Tra le gare più insidiose per le azzurre, nei 3000 siepi, una bravissima Gaia Colli – atleta che arriva dal trail – ha retto per buona parte del percorso ma ha perso terreno negli ultimi giri, chiudendo tredicesima in 10’16”80.
Nel salto in alto femminile, Idea Pieroni ha fornito una prova di estrema solidità tecnica, superando agevolmente tutte le altezze fino a 1,91 m al primo tentativo e agguantando un meritato quarto posto, ex aequo con la ceca Hrubá.
Paola Padovan è stata la vera sorpresa di giornata. Nel giavellotto femminile ha lanciato a 57,91 m al quarto lancio, strappando un sorprendente quinto posto. Un risultato prezioso, perché ha sottratto terreno alla Germania e ha contribuito a difendere fino all’ultimo l’ampio vantaggio azzurro. Sempre nel giavellotto Roberto Orlando ha chiuso al nono posto con un buon 72,75 m al primo tentativo.
Il sorriso con cui gli azzurri hanno sollevato al cielo la “Coppa Europa” è il sigillo di un percorso che ha saputo unire talenti diversi in un unico, vincente, intento. Ogni metro guadagnato, ogni centimetro lanciato, ogni salto effettuato e ogni passaggio di testimone hanno scritto una pagina nuova dell’atletica italiana, fatta di dedizione, orgoglio e coesione. Ora occhi puntati ai Mondiali di Tokyo: la sfida continua, ma il cuore dell’Italia batte più forte che mai.