La gamma di scarpe Hoka per le gare su strada si articola in due serie distinte: Rocket X, pensata per le distanze sino alla mezza maratona, e Cielo X, dedicata specificatamente alle gare più lunghe e impegnative.
Nella prima metà del 2023 il debutto della Rocket X2 ha segnato una svolta: per la prima volta Hoka ha proposto un modello con piastra in carbonio capace di rivaleggiare sul piano di reattività e performance con le dirette concorrenti. Fino ad allora la famiglia Carbon X faticava a tenere il passo, mentre la Rocket X2 si è imposta grazie a un mix vincente di leggerezza, propulsione e comfort.
Sebbene ottimizzata per le gare brevi, la Rocket X2 ha convinto anche molti maratoneti, nonostante un’intersuola che non raggiungeva i 40 mm di spessore al tallone. Per rispondere alle specifiche esigenze della maratona, Hoka ha lanciato la linea Cielo X1: la Cielo X1 2.0, in particolare, si è distinta come una delle scarpe da maratona più innovative e performanti attualmente in commercio.
Oggi arriva Hoka Rocket X3, erede naturale della X2 e pensata per le distanze più corte. Se volessimo tracciare un parallelo con Nike, potremmo dire che la Rocket X3 occupa nella gamma Hoka il ruolo della Vaporfly 4, così come la Cielo X1 2.0 corrisponde all’Alphafly 3.
Ho testato la Rocket X3 nelle ultime settimane, alternando allenamenti mirati e gare sui 5 km tipici del periodo estivo: ecco le mie impressioni d’uso e l’analisi dettagliata della sua struttura complessiva.
Battistrada: 7,5
Alla prima occhiata il battistrada della Rocket X3 richiama da vicino quello del modello precedente, con un’ampia copertura in gomma sia sull’avampiede sia sul tallone e un’eclettica apertura centrale che lascia intravedere la piastra in carbonio. Tuttavia il design dei tasselli e dei solchi ha subito una netta evoluzione: i nuovi intagli più marcati promettono un grip decisamente superiore, soprattutto su fondi umidi, dove la Rocket X2 mostrava qualche incertezza in fase di spinta e di atterraggio.
Nel test su asfalto bagnato ho avuto la sensazione di una maggiore sicurezza già dai primi chilometri, con un’aderenza che riduce al minimo la percezione di scivolamento laterale. Questa modifica puntuale non stravolge il feeling complessivo, ma alza chiaramente il livello di performance in condizioni meteo avverse, aspetto cruciale per chi gareggia o si allena con la pioggia.

Come nel modello Cielo X1 2.0, anche sulla Rocket X3 è stato inserito un piccolo taglio strategico nella gomma del mesopiede, soluzione che non solo alleggerisce ulteriormente la calzatura, ma favorisce la flessione naturale del piede in fase di rilancio, senza compromettere la robustezza del suola.
Intersuola: 8,5
L’evoluzione più interessante della Rocket X3 riguarda proprio l’intersuola, cuore pulsante di ogni scarpa con piastra in carbonio. Rispetto ai 5 millimetri di drop della X2, il nuovo modello incrementa questo valore a 7 millimetri. Sebbene Hoka non abbia ancora pubblicato i dati ufficiali sul volume complessivo della schiuma, le nostre misurazioni indicano 31 millimetri all’avampiede e 38 millimetri al tallone, contro i 36 mm di Rocket X2.
La mescola è sempre in Peba, la stessa impiegata nelle Rocket X2 e nelle Cielo X1 2.0, che si è dimostrata capace di unire sorprendente morbidezza e ritorno di energia da veri e propri modelli top di gamma.
Hoka sembra aver trovato il compromesso ideale: una schiuma che valorizza al meglio la piastra in carbonio e che mantiene l’aggressività nel design ritrovato nelle Rocket X2. Peculiarità data dalla presenza di un profilo ad ala nella parte esterna della piastra in avampiede, che aumenta la stabilità complessiva della scarpa.

Tomaia: 8
Anche nella tomaia troviamo importanti cambiamenti rispetto a Rocket X2: sempre un mesh tecnico, che in questa versione punta tutto su leggerezza e traspirabilità, con aperture che facilitano l’areazione e che personalmente preferisco.
Leggerezza è la parola d’ordine di questa tomaia, dichiaratamente pensata per le gare. Un ulteriore plus è dato da un rinforzo termosaldato sul bordo inferiore della tomaia, a protezione della congiunzione con la schiuma, area in cui le forze di torsione sono più intense.
Upper: 8,5
Grandi cambiamenti per quanto riguarda l’upper. Hoka ha abbandonato il concetto del collarino interno che avvolgeva piede e linguetta come un calzino, in favore di una struttura più tradizionale e collaudata. La linguetta, ora libera ai lati e assicurata solo da un passante per i lacci, offre una calzata più personalizzabile: l’imbottitura è minimalista, ma offset e piuttosto morbida, risultando sorprendentemente comoda anche durante corse di oltre un’ora.

La vera rivoluzione si nota nella zona del tallone, dove la Rocket X3 introduce un tallone più classico e leggermente strutturato, con una parete esterna rinforzata e uno sviluppo superiore che sale oltre la normale linea di cucitura per proteggere il tendine d’Achille. Questa design del tallone garantisce un ancoraggio saldo del piede, riduce la tendenza allo slittamento interno e contribuisce a un appoggio più netto e deciso.
Infine, i lacci elasticizzati e zigrinati, già collaudati su altre racer, completano la sensazione di precisione, permettendo una regolazione millimetrica senza dover ricorrere a doppie asole o sistemi alternativi.
Peso: 8
Hoka è intervenuta sul peso di questa scarpa che passa dai circa 200 grammi di Rocket X2, nella taglia US8 (41 EU), agli attuali 190 grammi: una riduzione di 10 grammi che avvicina Rocket X3 ai modelli in carbonio più leggeri
Scontato dire, vista la tipologia di scarpa, che la risposta al piede è di una leggerezza assoluta che ben si abbina alla reattività che caratterizza questo modello.

Comfort: 8
Hoka Rocket X3 è una scarpa confortevole? Tenendo conto che stiamo parlando di un modello pensato per le gare, la risposta è indubbiamente positiva e personalmente l’ho trovata più comoda del modelli che sostituisce, soprattutto grazie alle modifiche intervenute a livello di conchiglia del tallone e di linguetta.
Si avverte molto bene la protezione data dall’intersuola, che non tocca i 40 mm massimi per le gare, ma che è comunque importante. La morbidezza di questa mescola coccola piede e muscolatura quando si corre a ritmi più rilassati, per poi spingere al meglio quando si vuole correre forte senza che però il gesto diventi eccessivamente faticoso e per questo modo confortevole.
Reattività: 8,5
Al pari di Rocket X2 anche il modello X3 è una scarpa molto reattiva, che abbina al meglio le caratteristiche specifiche di intersuola e piastra in carbonio. La sensazione di spinta è sempre molto buona a tutti i ritmi: si corre facilmente verso quelli più spinti, con la scarpa che in modo naturale porta a spingersi in avanti.
Le modifiche a livello di costruzione del tallone e l’aumento di 2 mm del drop hanno reso questa scarpa meno estrema, quindi più accessibile per uno spettro ampio di podisti che possono sfruttarla al meglio anche se i ritmi di corsa sono più lenti dei 3’30” al chilometro.

Durata massima stimata: 8
Se prendiamo come riferimento le Rocket X2, la durata delle X3 dovrebbe essere abbastanza elevata. Ritengo sia possibile utilizzarle in gara sino a 400 km con soddisfazione, per poi riadattarle ad un utilizzo negli allenamenti più veloci donando una seconda vita per almeno altri 150 km.
Tutto questo pensando alla struttura di un podista che non superi i 70 kg di peso. Per i più massicci ovviamente la durata residua potrebbe essere inferiore.
Rapporto qualità/prezzo: 8
Con un listino fissato a 250 euro, la Rocket X3 si posiziona esattamente sullo stesso prezzo della X2 al momento del lancio (guarda le migliori offerte nella nostra vetrina scarpe). Nell’ampio ventaglio delle scarpe con piastra in carbonio, dove esistono modelli che superano stabilmente i 300 euro, la proposta di Hoka si rivela particolarmente interessante.

L’alto livello di ingegnerizzazione, unito a una qualità dei materiali e a una buona resa giustifica pienamente la spesa, soprattutto per chi considera la scarpa da gara un investimento sulla propria performance e un tassello fondamentale per abbattere il proprio personal best.
Voto finale: 8,1
Le modifiche introdotte da Hoka hanno reso la Rocket X3 una scarpa complessivamente migliore rispetto alla già ottima Rocket X2, pensata per le gare su distanze brevi.
All’interno della gamma Hoka, la Rocket X3 si conferma una scelta ideale per competizioni fino alla mezza maratona, dove riesce a essere ancora più aggressiva ed efficace rispetto alle scarpe da gara con intersuola massima da 40 mm consentita dai regolamenti.
Anche nella Rocket X3 ritroviamo tutte le qualità che avevamo apprezzato nel modello precedente: la combinazione tra mescola e intersuola garantisce un’eccellente reattività, facilitando l’andatura sostenuta e spingendo l’atleta a correre al massimo delle proprie possibilità. Le modifiche al drop e alla conchiglia tallonare rendono la calzatura più accessibile e versatile, permettendo a un numero maggiore di runner di sfruttarla al meglio.
Le novità introdotte nella linguetta, nel battistrada e nella tomaia rappresentano un ulteriore passo avanti in termini di qualità costruttiva rispetto alla Rocket X2. La scarpa risulta infatti più comoda, soprattutto quando si affrontano distanze più lunghe.
La Rocket X3 è pensata per gareggiare, ed è particolarmente indicata per runner con un peso fino a 80 kg (preferibilmente più leggeri), con ritmi gara che possono andare dai 5 minuti al chilometro in su, ma che danno il meglio di sé quando si corre a ritmi più sostenuti, ben al di sotto dei 4 minuti al chilometro.
È adatta anche alla maratona? Per atleti molto leggeri, che preferiscono una scarpa con intersuola morbida ma che offra comunque una buona percezione del terreno, può essere una valida opzione anche su questa distanza.