Tra le immagini più iconiche le Olimpiadi di Parigi 2024, una in particolare ha catturato l’attenzione di appassionati e addetti ai lavori: la strana fascia che Eliud Kipchoge e Sifan Hassan indossavano durante la loro maratona. Quel particolare accessorio era una handband Omius, non un semplice accessorio estetico o pubblicitario ma, un dispositivo tecnologico pensato per migliorare le prestazioni degli atleti attraverso il controllo della temperatura corporea.
Cos’è la fascia per la testa Omius
La fascia refrigerante Omius nasce da un’intuizione di Gustavo Cadena, ingegnere fisico messicano, che nel 2013 aveva iniziato a studiare il problema del surriscaldamento corporeo durante l’attività fisica intensa. L’idea era semplice ma ambiziosa: creare un dispositivo indossabile che aiutasse il corpo umano a dissipare calore in modo più efficiente, sfruttando le proprietà termiche di materiali. Dopo anni di ricerca, test e diversi prototipi, è nata Omius, un’azienda con sede negli Stati Uniti con radici ben piantate nella scienza applicata.

Il cuore della tecnologia Omius è rappresentato dai cosiddetti “cooling pieces”, piccoli inserti in grafite porosa che vengono inseriti in una fascia e che, una volta attivati con acqua, favoriscono l’evaporazione del sudore e la dispersione del calore. Il principio è simile a quello del sudore umano, ma potenziato: l’acqua contenuta nei moduli evapora più rapidamente grazie alla struttura del materiale, abbassando la temperatura della pelle e, di conseguenza, quella del sangue che circola nei capillari superficiali della fronte.
Dalla teoria alla… strada
Il debutto mediatico della fascia Omius è avvenuto nel weekend della maratona olimpica di Parigi. Eliud Kipchoge, già due volte campione olimpico e simbolo della maratona, ha scelto di indossarla nella sua ultima apparizione olimpica. Sifan Hassan l’ha portata al traguardo, conquistando l’oro.
Ma non sono stati i soli a sfruttarne le proprietà rinfrescanti: anche Bashir Abdi, medaglia d’argento nella gara maschile, Hellen Obiri, bronzo nella femminile, e altri atleti come Daiana Ocampo e Brian Pintado l’hanno utilizzata.
Inizialmente, in molti hanno pensato si trattasse di un accessorio ornamentale o di una trovata pubblicitaria. Ma le prestazioni degli atleti e le testimonianze successive hanno raccontato un’altra storia. La fascia Omius non era solo un gadget, ma un alleato contro il caldo e l’umidità, due nemici con i quali tutti gli atleti hanno dovuto combattere, come accade ogni estate, durante le olimpiadi estive.
Come funziona davvero la fascia Omius
Il funzionamento della fascia Omius si basa su un principio fisico ben noto: l’evaporazione dell’acqua assorbe calore. Quando il sudore evapora dalla pelle, porta via con sé parte del calore corporeo. Tuttavia, in condizioni di alta umidità, questo processo si blocca: l’aria è già satura di vapore acqueo e il sudore non riesce a evaporare, restando sulla pelle e impedendo la termoregolazione naturale.
La fascia Omius interviene proprio qui. I suoi moduli in grafite porosa, una volta bagnati, accelerano l’evaporazione grazie alla loro struttura molecolare e alla grande superficie esposta. Questo permette di mantenere la pelle più fresca anche quando l’umidità è elevata.

Inoltre, la posizione sulla fronte non è casuale: è una delle zone più vascolarizzate del corpo, e raffreddarla significa abbassare la temperatura del sangue che circola verso il cervello, migliorando la lucidità mentale e la resistenza alla fatica (un po’ quello che accade quando si mette uno straccio imbevuto d’acqua fredda sulla fronte di chi ha la febbre molto alta).
Perché utilizzare la fascia Omius: benefici e applicazioni
I benefici della fascia Omius sono vari e vanno ben oltre la semplice sensazione di freschezza. Studi condotti su atleti professionisti e triatleti hanno dimostrato che l’uso della fascia può ridurre la temperatura corporea centrale fino a 1°C durante sforzi prolungati. Questo si traduce in una maggiore efficienza metabolica, una riduzione del rischio di colpi di calore e una migliore gestione dello sforzo.
Non è un caso che la fascia sia già ampiamente utilizzata nel mondo del triathlon – soprattutto Ironman – e del ciclismo, dove la gestione del calore è fondamentale. Ma anche per i runner amatoriali, soprattutto in estate o in climi tropicali, quando le temperature superano i 30°C e l’umidità è molto alta, può rappresentare un valido supporto. Non si tratta di un dispositivo miracoloso, ma di uno strumento scientificamente fondato che, se usato correttamente, può fare la differenza tra una gara finita in progressione e la crisi.
Quando e come utilizzare al meglio la fascia Omius
La fascia Omius dà il meglio di sé in condizioni di caldo umido, quando il corpo fatica a dissipare calore. È sufficiente bagnarla con acqua fresca prima della gara o dell’allenamento, e i moduli inizieranno a lavorare immediatamente. L’effetto dura circa 30-45 minuti, ma può essere prolungato semplicemente rinfrescandola con altra acqua – a differenza di quel che si possa pensare non deve essere messo in frigo o in freezer per migliorare le sue prestazioni.
È importante sottolineare che la fascia non sostituisce una corretta idratazione o una preparazione atletica adeguata (stesso discorso che vale per le super scarpe in carbonio). È un complemento, non una scorciatoia. Ma per chi gareggia in condizioni estreme, può rappresentare un vantaggio competitivo significativo.
Oltre lo sport: il futuro della tecnologia Omius
L’interesse suscitato dalla fascia Omius alle Olimpiadi ha aperto nuove prospettive anche al di fuori del mondo sportivo. Alcuni studi stanno valutando l’utilizzo della tecnologia in ambito militare, per i lavoratori esposti a temperature elevate (come vigili del fuoco o per gli operai in fonderia), e persino in ambito medico, per aiutare pazienti con problemi di termoregolazione.

La sfida ora è rendere questa tecnologia accessibile e adattabile a diversi contesti. Omius ha già presentato diverse versioni della fascia, trasformata in cappellino o in visiera e sta già lavorando a nuove versioni del prodotto, più leggere, più economiche e con una maggiore durata dell’effetto refrigerante. Il futuro potrebbe vedere l’integrazione di sensori biometrici, per monitorare in tempo reale la temperatura corporea e regolare automaticamente il raffreddamento.
Se l’applicazione e il suo utilizzo non sembrano avere controindicazioni, quello che però potrebbe far storcere il naso ai runner amatoriali è il costo, decisamente oneroso: ad oggi, ancora di circa 200 euro.