Con l’arrivo di novembre prende ufficialmente il via la nuova stagione agonistica della FIDAL, la Federazione Italiana di Atletica Leggera. Tuttavia, per molte società sportive e per i tantissimi runner amatori che ogni anno si tesserano per partecipare alle gare, il 2026 non si apre sotto i migliori auspici. Dopo anni di stabilità, la Federazione ha infatti annunciato un aumento delle quote di iscrizione – societarie e individuali -, una decisione che ha già sollevato malumori e preoccupazioni nel mondo del podismo amatoriale.
Perché tesserarsi alla FIDAL?
Prima di entrare nel merito delle novità, è utile chiarire perché un atleta amatore dovrebbe prendere in considerazione il tesseramento FIDAL. Si tratta, infatti, di un requisito indispensabile per partecipare a tutte le manifestazioni agonistiche ufficiali, dal miglio all’ultra maratona, siano esse regionali, nazionali o internazionali. L’età minima per il tesseramento, esclusi i circuiti giovanili, è di 20 anni.
In Italia esistono anche altri enti riconosciuti dal CONI, come gli EPS (Enti di Promozione Sportiva) – tra cui ACLI, UISP, CSI – che promuovono attività sportive a carattere ricreativo e formativo. Tuttavia, queste realtà non permettono la partecipazione alle gare agonistiche ufficiali FIDAL, che rappresentano il cuore del calendario podistico nazionale.
Il tesseramento alla FIDAL può avvenire in due modalità: tramite un’Associazione Sportiva Dilettantistica (ASD) affiliata oppure attraverso la RunCard, uno strumento pensato per chi desidera correre in autonomia, senza legarsi a una società (guarda qui l’articolo dedicato alla RunCard e le novità del 2026). Nel primo caso, ci si può rivolgere a una delle tante ASD presenti sul territorio, fornendo i propri dati e la documentazione necessaria. Nel secondo, la RunCard consente di partecipare alle gare “non stadia” (cioè quelle che non si svolgono in pista) in modo indipendente. È una soluzione pensata soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo delle competizioni.
Gli aumenti dei costi 2026
La stagione 2026 porta con sé una serie di cambiamenti significativi, in particolare sul fronte economico. Le quote di iscrizione individuali per le categorie Pro, Senior e Over 35 aumentano da 20 a 25 euro. Ancora più consistente è il rincaro per le società: il costo per il rinnovo dell’affiliazione passa da 350 a 450 euro. Un incremento che, inevitabilmente, si rifletterà sulle spese dei singoli runner.
Anche il settore giovanile subisce modifiche. Gli Esordienti vengono suddivisi in due sottocategorie: Esordienti 5 (under 8), per cui il costo rimane invariato a 3 euro, ed Esordienti 8-10 (under 11), il cui tesseramento sale a 5 euro. Per le categorie Ragazzi e Cadetti il costo resta fermo a 10 euro, mentre per Allievi e Juniores si passa da 10 a 15 euro.
È importante sottolineare che questi sono i costi che le ASD versano direttamente alla Federazione per ogni atleta tesserato. A questi si aggiungono le quote associative interne, che variano da società a società e possono includere servizi aggiuntivi come abbigliamento tecnico, allenamenti, assistenza medica, assicurazione e altro ancora. L’aumento delle tariffe FIDAL, però, inciderà inevitabilmente anche su queste quote, rendendo più onerosa la partecipazione per gli amatori.
Le reazioni delle società e il futuro dell’associazionismo
Se da un lato alcune ASD avevano accolto con favore le modifiche alla RunCard introdotte per il 2026, dall’altro l’aumento delle quote associative ha generato un diffuso malcontento. In un contesto già segnato da un progressivo calo dell’associazionismo, dalla crescente burocrazia e dalla chiusura di numerose società podistiche, la decisione della FIDAL appare controcorrente e rischia di indebolire ulteriormente il tessuto sportivo amatoriale.
Con sempre più runner che scelgono di partecipare alle gare in modo indipendente, sfruttando la RunCard, e con le ASD costrette a fare i conti con costi crescenti e risorse limitate, il futuro dell’atletica amatoriale diventa sempre più difficile. La scelta della Federazione, seppur motivata da esigenze gestionali, potrebbe avere ripercussioni significative sulla partecipazione e sull’organizzazione delle gare, andando a colpire proprio quella base che negli ultimi anni ha contribuito in modo determinante alla crescita del movimento.

