La linea Nike Structure rappresenta una delle proposte più consolidate e riconoscibili nel panorama delle scarpe da corsa stabili. Pensata per runner che necessitano di supporto durante la falcata, questa famiglia si rivolge principalmente a chi ha una tendenza all’iperpronazione, ovvero a chi tende a far collassare il piede verso l’interno durante l’appoggio. La più recente evoluzione di questa linea è la Nike Structure 26, che ho avuto modo di testare intensamente nell’ultimo mese, percorrendo i consueti 150 km che utilizziamo come riferimento per valutare le scarpe da running.
La filosofia alla base della Structure 26 è quella di offrire stabilità senza ricorrere a soluzioni invasive o rigide, come accadeva in passato con scarpe dotate di inserti mediali rigidi. Nike ha scelto un approccio più moderno e adattivo, basato su una costruzione che stabilizza la falcata in modo naturale, permettendo alla scarpa di adattarsi alle diverse esigenze biomeccaniche del runner. Questo rende la Structure 26 una scarpa versatile, capace di offrire supporto senza compromettere la fluidità della corsa.
Nel catalogo Nike, le scarpe daily trainer si suddividono in tre grandi famiglie: Structure, Pegasus e Vomero. Ognuna di queste è pensata per un tipo specifico di runner e per un utilizzo quotidiano, ma con caratteristiche diverse.
- Pegasus è la proposta più classica, adatta a chi cerca una scarpa neutra, leggera e reattiva, ideale per allenamenti quotidiani e anche per qualche uscita più brillante.
- Vomero, invece, è pensata per chi desidera maggiore ammortizzazione e comfort, con una struttura più morbida e protettiva, ideale per lunghe distanze o per runner più pesanti.
- Structure, come già detto, è dedicata a chi ha bisogno di stabilità, con un design che supporta il piede senza irrigidirlo.
Per ciascuna di queste famiglie Nike ha sviluppato tre versioni: Standard, Plus e Premium. Le differenze tra queste versioni riguardano principalmente lo spessore dell’intersuola, la complessità della costruzione e la qualità dei materiali utilizzati. Le versioni Plus e Premium offrono un livello superiore di comfort e protezione, pensate per chi cerca il massimo in termini di prestazioni e durata.
Anche per la linea Structure sono previste versioni Plus e Premium, che dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. Queste versioni integreranno probabilmente un’intersuola più spessa e materiali ancora più performanti, rendendo la scarpa adatta anche a runner più pesanti o a chi percorre distanze molto lunghe.
Battistrada: 7
Uno degli aspetti più importanti in una scarpa da corsa è il battistrada, ovvero la parte che entra in contatto diretto con il terreno. Nike ha scelto per la Structure 26 una copertura generosa con gomma dura, lasciando esposta solo la parte centrale del mesopiede. Questa scelta consente di ridurre il peso complessivo della scarpa senza compromettere la durata.

Dopo 150 km di test, posso confermare che l’usura è nella media, soprattutto sull’avampiede, dove solitamente consumo di più le scarpe. La gomma utilizzata è resistente e offre un ottimo grip su diverse superfici: asfalto, brecciolino, porfido e anche su terreno bagnato. In condizioni di pioggia, la scarpa si è comportata egregiamente, garantendo sicurezza e stabilità.
Questa configurazione del battistrada rende la Structure 26 una scarpa affidabile anche per chi corre in città, dove le superfici possono variare molto. La trazione è sempre stata ottima, e non ho mai avuto la sensazione di scivolare, nemmeno su pavimentazioni lisce.
Intersuola: 7
La vera novità della Structure 26 è l’utilizzo della mescola ReactX, una delle più recenti innovazioni di Nike. Questa mescola è già stata adottata nei modelli Pegasus e Vomero, e si distingue per una reattività superiore del 13% rispetto alla precedente React. Questo significa che la scarpa restituisce più energia ad ogni passo, rendendo la corsa più fluida e meno faticosa.

Le misure dell’intersuola sono di 38 mm sul tallone e 28 mm sull’avampiede, con un drop di 10 mm. Rispetto alla Structure 25, la nuova versione presenta un millimetro in più di spessore, ma la vera differenza sta nella struttura interna: è stata eliminata l’unità Air Zoom sull’avampiede, sostituita completamente dalla ReactX.
Per garantire stabilità, Nike ha alzato i profili laterali dell’intersuola, creando una sorta di “culla” per il piede. Questo sistema di supporto è più morbido rispetto al passato, e consente una transizione più naturale durante la corsa. Il risultato è una scarpa che offre supporto senza irrigidire il movimento, ideale per iperpronatori moderati ma anche per runner neutri che cercano un po’ più di stabilità.
Tomaia: 7
La tomaia della Structure 26 è realizzata in mesh doppio, un materiale robusto e resistente, arricchito da inserti che ne migliorano la struttura, soprattutto nella zona dell’avampiede. Questo tipo di costruzione garantisce una buona durabilità, anche in condizioni di utilizzo intenso.

La traspirabilità è discreta: ho utilizzato la scarpa durante i mesi estivi e non ho mai avvertito una sensazione di calore eccessivo. La calzata è ben bilanciata: non troppo stretta, né troppo abbondante. La definirei “giusta”, con uno spazio per le dita nell’avampiede che si adatta bene al mio piede. Chi ha una pianta molto larga potrebbe considerare di acquistare mezzo numero in più.
La tomaia è anche ben strutturata nella zona mediale, offrendo un buon contenimento del piede senza creare punti di pressione. Questo è importante per garantire comfort durante le lunghe uscite.
Upper: 7,5
L’upper della Structure 26 è ben progettato e curato nei dettagli. La linguetta è imbottita in modo generoso e fissata internamente ai lati, evitando spostamenti durante la corsa. Questo contribuisce al comfort generale della scarpa, soprattutto nella zona del collo del piede.

I lacci sono rettangolari e leggermente elasticizzati, facili da regolare e stabili una volta allacciati. Non ho mai avuto problemi di allentamento, anche durante le uscite più lunghe. La conchiglia tallonare è avvolgente e stabile, grazie al rivestimento interno abbondante, anche se non è particolarmente rigida.
Personalmente, avrei preferito una zona tallonare leggermente più alta, per offrire maggiore supporto al tendine d’Achille, ma si tratta di un dettaglio che non compromette la funzionalità complessiva.
Peso: 5
Il peso dichiarato da Nike per la Structure 26 è di circa 320 grammi nella taglia 44 EU. Si tratta di un peso importante, in linea con quello di altre scarpe stabili da allenamento quotidiano. La presenza di materiali imbottiti e della struttura di supporto giustifica questo valore.
Durante la corsa, però, la scarpa non si percepisce come eccessivamente pesante. Le sensazioni sono quelle tipiche di una daily trainer: stabile, protettiva e confortevole. Il peso aggiuntivo è ben distribuito e non penalizza la fluidità della falcata.

Comfort: 7,5
Il comfort è uno dei punti di forza della Structure 26. Nelle prime uscite ho avvertito una leggera sensazione di strettezza, ma dopo qualche chilometro la tomaia si è adattata perfettamente al mio piede. Questo fenomeno è comune nelle scarpe con mesh robusto, che tendono a modellarsi con l’uso.
Una volta superata la fase iniziale, la scarpa ha sempre garantito un ottimo comfort, anche nelle uscite più lunghe. La imbottitura interna, la linguetta ben costruita e il sistema di allacciatura contribuiscono a creare un ambiente accogliente per il piede.
La Structure 26 è una scarpa che si lascia usare con piacere, soprattutto quando si è affaticati o si cerca una corsa rilassata. È ideale per le uscite di recupero o per i giorni successivi a lavori intensi
Protezione: 7,5
La protezione offerta dalla Structure 26 è efficace ma non invasiva. Nike ha abbandonato i vecchi sistemi con cunei mediali rigidi, optando per una struttura più naturale e adattiva. Il supporto nel mesopiede è garantito da bordi rialzati e da una mescola uniforme, che permette di controllare la rullata senza forzarla.

Questa configurazione rende la scarpa adatta a iperpronatori moderati, ma anche a runner neutri che desiderano un po’ più di stabilità. Non la consiglio, invece, agli iperpronatori più accentuati, che potrebbero necessitare di un supporto più deciso e tradizionale.
Durata massima stimata: 7
Dopo 150 km di test, ritengo che la Structure 26 possa tranquillamente raggiungere una durata di 800 km, da ridurre eventualmente per runner più pesanti. La tomaia e l’upper sono costruiti per durare, mentre il battistrada presenta una gomma sull’avampiede leggermente più morbida rispetto a quella del tallone.
Questa differenza potrebbe portare a un’usura più rapida in caso di appoggio anteriore marcato, ma nel complesso la scarpa si comporta bene. La mescola ReactX sembra stabile e resistente, e non ho notato cedimenti o cali di prestazione.

Rapporto qualità/prezzo: 8
Nike propone la Structure 26 a un prezzo di listino di 139,99 euro, una cifra molto equilibrata considerando le caratteristiche tecniche e le prestazioni offerte. A questo prezzo, è difficile trovare una scarpa stabile che si comporti così bene (guarda qui le migliori offerte)
Il rapporto qualità/prezzo è uno dei punti di forza di questo modello, che si posiziona in modo competitivo rispetto alla concorrenza.
Voto finale: 7,1
Nike Structure 26 è una scarpa ben costruita, solida e pensata per affrontare molti chilometri. Non è morbida come alcune daily trainer neutre, ma offre un supporto efficace e discreto. È ideale per iperpronatori moderati e per runner neutri che cercano stabilità nelle uscite lunghe.
Le sensazioni in corsa sono di comfort e fluidità, con una stabilità presente ma mai eccessiva. È adatta anche a runner più pesanti, fino a circa 85 kg, ma sarà interessante valutare le versioni Plus e Premium per capire se saranno più adatte ai runner maxi.
I ritmi ideali sono quelli della corsa lenta, da 4’30” al km in su, con possibilità di spingersi fino a 4’ al km per uscite più brillanti. Il terreno ideale resta quello della corsa rilassata e dei ritmi non troppo elevati.
Infine, il prezzo contenuto nel listino Nike è una scelta che replica quella delle Vomero 18 tra le daily trainer neutre, e che apprezziamo particolarmente.