A pochi giorni dall’inizio dei Campionati Africani di atletica Under 18 e Under 20, in programma dal 16 al 20 luglio ad Abeokuta, in Nigeria, l’atletica etiope è stata travolta da uno scandalo senza precedenti. Dei 76 atleti inizialmente selezionati per rappresentare il Paese, ben 54 sono stati esclusi per irregolarità legate all’età dichiarata. Solo 22 sono risultati idonei dopo un rigoroso processo di verifica condotto dalla stessa federazione etiope.
La scoperta è avvenuta grazie a una serie di controlli incrociati effettuati presso l’Unità di medicina legale e tossicologia dell’ospedale di polizia etiope. Le verifiche hanno incluso risonanze magnetiche, analisi dello sviluppo dentale, esami radiografici delle ossa e valutazioni della maturità fisica, oltre alla consultazione dei registri scolastici. Un’indagine meticolosa, voluta dalla federazione stessa, per garantire la trasparenza e il rispetto delle regole imposte dalla Confederazione Africana di Atletica.
Numeri impietosi: meno del 30% è risultato idoneo
I risultati sono stati scioccanti. Nessuno degli atleti maschi iscritti nella categoria Under 18 è risultato effettivamente minorenne. Quattro sono stati riclassificati nella categoria Under 20, mentre gli altri sono stati esclusi. Tra le ragazze Under 18, solo due sono risultate conformi, mentre nove sono state spostate nella categoria superiore.
Anche tra gli Under 20, la situazione non è migliorata: solo due uomini e cinque donne hanno superato i controlli. In totale, solo 22 atleti su 76 hanno potuto mantenere la convocazione.
Una frode sistemica o un problema culturale?
Lo scandalo ha sollevato interrogativi profondi sulla gestione dell’atletica giovanile in Etiopia. È difficile credere che un numero così elevato di atleti abbia falsificato l’età senza una rete organizzata alle spalle. Alcuni osservatori parlano di una frode sistemica, altri di un problema culturale, dove la pressione per emergere e ottenere visibilità internazionale spinge giovani (e meno giovani) a dichiarare età inferiori alla reale.
Le parole di Dick Van Boek, allenatore con lunga esperienza nel continente africano, sono state durissime: “La maggior parte dei presunti giovani è più vicina ai 30 anni che ai 18” . Una frase che fotografa con crudezza la portata del problema. Van Boek, che da anni denuncia pratiche scorrette nella selezione degli atleti africani, ha definito il caso etiope come “la punta dell’iceberg”.
Le conseguenze per la federazione etiope
La federazione etiope ha cercato di correre ai ripari, sottolineando come sia stata proprio lei a volere e condurre i controlli. Una mossa che, se da un lato dimostra un impegno verso la trasparenza, dall’altro evidenzia quanto il problema fosse radicato. Ora si attendono provvedimenti disciplinari, sia a livello nazionale che internazionale. La partecipazione dell’Etiopia ai Campionati Africani giovanili è stata drasticamente ridimensionata, e l’immagine del movimento atletico del Paese ne esce fortemente compromessa.
Oltre al danno d’immagine, lo scandalo rappresenta un duro colpo per i veri giovani atleti etiopi, che si vedono privati di opportunità a causa di pratiche scorrette.
Il precedente e il rischio contagio
Non è la prima volta che l’atletica africana viene scossa da casi simili. In passato, anche altri Paesi sono stati accusati di manipolare l’età degli atleti per ottenere vantaggi competitivi nelle categorie giovanili. Il caso etiope, però, per dimensioni e modalità, rischia di diventare un precedente pericoloso. La Confederazione Africana di Atletica e la World Athletics potrebbero ora decidere di introdurre controlli più severi e standardizzati a livello continentale e globale.
Lo scandalo etiope pone l’accento su una sfida cruciale per lo sport moderno: la trasparenza. Ma, paradossalmente, questo scandalo potrebbe rappresentare un punto di svolta. La decisione della federazione etiope di rendere pubblici i risultati e di escludere gli atleti non idonei è un segnale importante. Ora serve continuità: riforme strutturali, controlli regolari e una cultura sportiva fondata sull’etica.