Ghost è sicuramente uno dei modelli di Brooks che ho indossato maggiormente per correre e camminare negli ultimi anni. È anche una scarpa che si trova facilmente ai piedi di molte persone, non solo sulla linea di partenza di una gara. Non è un caso, infatti, che nel 2023 sia risultato il modello della casa americana più venduto in Europa.
In questa nuova 16ma edizione, Ghost presenta un’importante innovazione nell’intersuola composta interamente in DNA Loft V3. Si tratta di una schiuma più leggera, più morbida e con un ritorno di energia superiore rispetto alla versione DNA Loft V2. E’ ottenuta grazie a un sistema di nitro-infusione, particolare che ne alza il livello di ammortizzazione e risposta, ma senza snaturarne l’essenza.
Come lo scorso anno avevo avuto la possibilità di utilizzare Ghost 15 nelle immediate uscita post-infiammazione al tendine, lo stesso mi è capitato nelle ultime settimane con questa versione 16, che mi ha accompagnato in tutti gli allenamenti dopo un lungo stop dovuto a un problema al polpaccio. La particolarità di Ghost 16 nell’aver mantenuto un drop alto di 12mm ha reso sicuramente il recupero meno traumatico.
Nel caso specifico, parliamo dei 150km suddivisi in uscite sempre brevi, al massimo di dodici chilometri, a ritmo lento o in progressione (tra i 4’15” e i 5’15” al chilometro), tra asfalto e sterrato, sempre con sole e tanto caldo. Oltre a qualche tratto fatto anche camminando (e marciando) come riscaldamento prima della corsa vera e propria.
Battistrada: 8
Se già il battistrada della versione 15 delle Ghost di Brooks aveva regalato buone impressioni, la nuova gomma RoadTack le ha migliorate. Sempre uno spessore di circa 5mm e disegno praticamente identico, dopo 150km non ha di fatto riportato segni di usura evidenti. Solo la zona centrale scoperta dell’intersuola è leggermente smangiata, ma più per i chilometri fatti camminando (in cui la rullata è più centrale e completa) rispetto a quelli fatti correndo.
Il grip non è da super scarpa che ti incolla al terreno, ma anche su sterrato non ha avuto particolari problemi.
Intersuola: 7
Pur non essendo un’intersuola che fa sognare traguardi impossibili, il salto di qualità da DNA Loft V2 a DNA Loft V3 è evidente e importante, cambiando totalmente la percezione della scarpa durante l’utilizzo, soprattutto per quei runner che tallonano.
Come detto il drop è di 12mm, con un’altezza invariata rispetto all’edizione precedente di 35mm nel tallone e 23mm nell’avampiede (Brooks riporta come dati 24/12mm considerando solo la parte di intersuola e non sommandola a soletta e battistrada).
Mettendo ai piedi una Ghost 15 e una Ghost 16 la differenza di risposta della schiuma è molto evidente. La nuova mescola (la stessa utilizzata anche in Glycerin 21 e che sarà presente anche su Ghost 2 Max) è decisamente più morbida e ammortizzante, e rende molto più fluida la transizione del piede, soprattutto quando si appoggia di tallone (cosa ancora più evidente durante la camminata). Sensazione probabilmente accentuata anche dal sistema di transizione inferiore e laterale che suddivide la scarpa in tre zone per agevolare la fase di appoggio e di stacco.
Meno incisivo il cambiamento nella zona anteriore, dove la sensazione correndo più sbilanciati in avanti non è molto diversa dalla versione 15: una buona sensibilità e stabilità (la pianta è stata allargata di circa 5mm), ma senza alcun particolare ritorno di energia.
Tomaia: 6
La tomaia è costruita in Air Mesh ingegnerizzato, traspirante, non troppo leggera e ben strutturata, anche in questo caso non molto diversa rispetto alla versione 15, che però avevo trovato un po’ più avvolgente. In diverse occasioni ho sentito il piede un po’ troppo libero nella zona anteriore, forse per quei millimetri in più che ne hanno aumentato la larghezza della pianta.
Unico rinforzo nella zona mediale, dove il logo Brooks è stato gommato e reso più spesso.
Upper: 6
Nulla di particolare. Brooks Ghost 16 rimane una scarpa molto tradizionale nella sua essenza e anche gli elementi che la compongono non hanno subito grossi stravolgimenti.
Le stringhe sono semplici, leggermente arrotondate, fortunatamente non più “plasticose” come quelle di Ghost Green Silence. Le ho appositamente utilizzate senza doppio nodo e non si sono mai smollate. La zona delle asole è rinforzata con una stampa gommosa che le ricopre e richiama l’estetica della tomaia.
La linguetta è molto imbottita, la stessa della versione 15, cucita alla tomaia sono nella zona anteriore, alla base del collo del piede.
La conchiglia posteriore, invece, è stata decisamente irrigidita, con un doppio rinforzo esterno e la solita zona imbottita a contatto con il piede.
Peso: 5,5
Ghost 16 pesa 280 grammi nel mio numero US10,5. Nella media dei modelli delle daily trainer più tradizionali, come Saucony Ride 17 e Asics Nimbus 26 o Nike Pegasus 41, ma mi sarei aspettato qualcosa in meno dato il cambio di schiuma dell’intersuola, dichiarata anche dalla stessa Brooks più leggera.
Al piede, chiaramente, pochi grammi in meno non avrebbero inciso nell’azione di corsa. Ma in un’evoluzione anche il “poco”, serve a migliorare.
Comfort: 5,5
A livello di comodità, Brooks Ghost 16 ha invertito le sensazioni rispetto al modello precedente. Se prima era la parte superiore a risultare morbida e avvolgente, nella nuova versione è l’intersuola vincere su tutto il resto.
L’impronta anteriore, leggermente più ampia, lascia il piede più libero di muoversi all’interno della scarpa perdendo quel feeling immediato e naturale che si aveva con la versione 15. Inizialmente ho faticato a trovare la giusta tensione di allacciatura, a volte troppo larga nell’avampiede, a volte troppo stretta nella zona del collo del piede.
L’intersuola è il vero cuore di questo modello, che regala una transizione tonda soprattutto a quei runner che utilizzano una rullata completa tacco-punta.
Protezione: 7
Sicuramente un punto di forza Ghost 16 è la grande stabilità che è in grado di regalare, nonostante sia una scarpa pensata per podisti con appoggio neutro. La rigidità della conchiglia e l’ampia impronta anteriore le permettono di essere utilizzata anche da quei runner con un leggero difetto di pronazione o da coloro che ricercano un po’ più di aiuto dalle proprie scarpe quando le gambe sono stanche o i chilometri aumentano.
Anche l’alto drop è di grande aiuto per chi soffre di problemi ai tendini o ai muscoli inferiori della gamba, come soleo o gemelli. Motivo per il quale è un modello che si adatta a chi ricerca una scarpa per corse lente di scarico e rigeneranti.
Durata massima stimata: 8
Una cosa sulla quale non si può certo recriminare è la durata della Brooks Ghost 16, una scarpa che fa della robustezza e della affidabilità i suoi punti di forza. Come già detto il battistrada sembra poter durare all’infinito, ma anche la tomaia è costruita in modo che un utilizzo quotidiano di sette giorni alla settimana non incida negativamente con un consumo eccessivo.
La mescola DNA Loft V3 è ormai una certezza per Brooks e, oltre a garantire una piacevole risposta durante la corsa, come constatato anche in altri modelli come le Glyceryn 21, è in grado di fornire una risposta sempre molto efficiente anche dopo tanti chilometri percorsi. A suo favore, in questo caso, gioca anche lo spessore dell’intersuola, non maxi.
Per questo motivo, è facilmente stimabile una durata di almeno 700 o 800 chilometri con questo modello, con la variazione dipendente soprattutto dal peso relativo a chi le indossa.
Rapporto qualità/prezzo: 6
Prezzo ufficiale invariato dal modello 15, sempre 150 euro, anche se si possono già trovare a prezzi più vantaggiosi (guarda nella nostra sezione scarpe le ultime offerte). Un costo in linea con le daily trainer dello stesso segmento.
Un plauso a Brooks che non ha ceduto alla tentazione di ritoccare il prezzo come successo con modelli simi di altri brand, nonostante l’utilizzo di una nuova mescola più performante.
Voto finale: 6,5
Ghost 16 è una delle daily trainer più classiche che si possano trovare sul mercato. In quest’ultima versione Brooks ne ha migliorato decisamente ammortizzazione e risposta dotandola di una nuova intersuola più leggera e performante ottenuta grazie a un sistema di nitro-infusione. Novità che però non l’ha snaturata, lasciando quel feeling tanto caro ai suoi tradizionali utilizzatori.
BrooksGhost 16
In commercio dall'anno 2024, Brooks Ghost 16 è una scarpa pensata per chi corre su strada e cerca una calzatura adatta alle corse di tutti i giorni e per le sucite di lento. L'intersuola in DNA Loft ...
Brooks Ghost 16 è una scarpa che si potrebbe definire affidabile, sicura, per chi non vuole nulla di eclatante ma che cerca un modello con cui non sbagliare. Una calzatura pensata per podisti neutri, che può adattarsi anche a leggeri pronatori grazie al suo alto livello di stabilità e protezione.
Non è certo una calzatura con la quale cercare performance incredibili, adatta per lo più ai ritmi blandi, intorno ai 5 minuti al chilometro o più lenti. Una scarpa che si presta come scelta tuttofare per chi tradizionalmente non adotta una rotazione ma corre con un solo modello di scarpe, o come scarpa da lento rigenerante per quei runner più veloci che cercano una scarpa che possa far riposare le gambe e recuperare gli affaticamenti (anche grazie ai 12mm di drop).
L’intersuola in DNA Loft V3 è si una novità, ma in Ghost 16 non è in grado di alzare il livello in termini di performance. Più incisiva, invece, l’influenza considerando ammortizzazione e comodità, soprattutto per quei runner che tallonano e per i camminatori.