La famiglia di scarpe daily trainer Saucony dedicate ai runner neutri ha sempre incluso due linee principali. La prima, la Ride, rappresenta la scarpa quotidiana per eccellenza: essenziale, concreta, senza fronzoli, con volumi non eccessivi e la capacità di accompagnare al meglio ogni allenamento di routine.
La seconda è la Triumph, un modello decisamente più strutturato e complesso, pensato per affrontare distanze più lunghe e, nelle ultime versioni, per rispondere alle esigenze dei runner con corporatura più robusta. Durante la nostra visita al The Running Event 2025 abbiamo avuto modo di testare l’ultima nata della famiglia Ride: il modello Ride 19, che segna una svolta netta rispetto alle due precedenti edizioni, rimaste molto simili tra loro.
Ho indossato questa daily trainer per i consueti 150 km di test, alternandola su percorsi diversi ai ritmi della corsa lenta e di quella leggermente più brillante. Si è rivelata una compagna di viaggio eccellente, una scarpa ideale per le mie uscite abituali quando desidero correre a un ritmo non proibitivo ma senza affondare nell’eccessiva morbidezza di alcune daily trainer maxi, tanto piacevoli quanto soffici.
Dopo questa distanza posso affermare che Ride 19 è cambiata molto rispetto ai modelli precedenti, migliorando a mio avviso in quasi tutti i comparti senza variazioni di prezzo e, fatto curioso, riuscendo persino a ridurre il peso complessivo.
Battistrada: 7,5
Già dal battistrada emergono differenze significative in Ride 19 rispetto alle versioni precedenti. La pianta è stata ampliata, soprattutto nella zona posteriore, adottando una struttura che richiama il design delle ultime Saucony Triumph a partire dal modello 22.
La protezione con gomma più dura copre quasi interamente avampiede e tallone, lasciando scoperta la parte centrale dell’intersuola. Il trattamento cromatico esterno tende a svanire con l’usura dopo poche uscite, mostrando zone bianche nei punti di appoggio laterale dove il contatto avviene direttamente con l’intersuola e non con la gomma.
Il grip su asfalto asciutto e bagnato resta sempre valido; lo stesso vale per il brecciolino delle piste ciclabili, rendendo Ride 19 una scarpa perfetta per contesti urbani dove è frequente alternare superfici diverse nella stessa uscita.

Intersuola: 8
Saucony ha confermato la mescola PWRRUN+ anche nella versione 19 delle Ride, scelta che accentua la distanza dalle sorelle maggiori Triumph. Stessa mescola, ma risposta sul terreno decisamente diversa: Ride 19 appare più morbida rispetto a Ride 18, che aveva mostrato una reattività leggermente più rigida rispetto ai modelli precedenti.
Le quote cambiano di poco, con un incremento di spessore di 1 mm sia in avampiede sia al posteriore, passando rispettivamente a 36 mm e 28 mm; invariato il drop, sempre di 8 mm. Il design dell’intersuola e della base risulta più ampio rispetto a Ride 18: pochi millimetri in avampiede ma ben 1 cm sul tallone, per garantire un appoggio più stabile soprattutto a chi corre di tallone.
La sensazione in corsa è di maggiore stabilità e comfort, senza perdere quel brio e quella facilità di aumentare il ritmo che caratterizzavano Ride 18 e che storicamente rendono questa daily trainer adatta anche a uscite più veloci.

Tomaia: 7
In Ride 19 ritroviamo una tomaia ben ventilata, caratterizzata da numerose aperture per favorire la traspirazione. Ho potuto utilizzarla all’estero con temperature vicine ai 20 gradi senza avvertire problemi di surriscaldamento del piede.
Da notare la scritta Saucony posizionata all’interno della tomaia, in alternativa a quella più piccola collocata all’esterno nel modello 18.
Upper: 7,5
Saucony ha affinato la zona superiore: i passanti dei lacci tornano a un design classico con fori sulla tomaia, eliminando il piccolo cordino usato in precedenza. Nessuna novità per i lacci, sempre rettangolari e leggermente elasticizzati. La linguetta resta pressoché invariata, ben imbottita, così come la conchiglia tallonare, moderatamente rigida e confortevole all’interno.

Peso: 8
L’incremento nello spessore dell’intersuola e nell’ampiezza della base farebbe pensare a un aumento di peso, che invece non c’è stato. Nel numero US8 (41 EU) Ride 19 segna 239 grammi contro i 249 grammi di Ride 18 e i 265 grammi del modello Ride 17 a parità di misura.
Un risultato eccellente nel panorama delle daily trainer non maxi, che conferma come sia possibile arricchire una scarpa di nuove caratteristiche mantenendo sotto controllo il peso.
Comfort: 7,5
La scelta di incrementare leggermente lo spessore dell’intersuola, rendendola più morbida e ampliando la base soprattutto sul tallone, fa di Ride 19 una scarpa complessivamente più confortevole sulle lunghe distanze rispetto al modello precedente. Si conferma una calzatura molto piacevole, ideale per runner entro gli 80 kg, grazie anche alle imbottiture nella zona della caviglia e nella linguetta.

Una nota sulla soletta: non è più in PWRRUN+ come nelle versioni precedenti, ma si è rivelata comunque molto comoda.
Protezione: 8
La maggiore ampiezza della base di appoggio rende Ride 19 intrinsecamente più stabile rispetto a Ride 18, che offriva però un’intersuola leggermente più rigida. Questo sarà apprezzato soprattutto da chi corre con appoggio sul tallone, con il vantaggio aggiuntivo di una posizione del tallone leggermente più interna rispetto alle versioni precedenti. Si tratta di modifiche mirate a garantire maggiore supporto e protezione durante la corsa, ben bilanciate dall’intersuola più morbida e confortevole.
Durata massima stimata: 7,5
Le Ride sono da sempre sinonimo di elevata durata e, dopo i test effettuati, ritengo che questo sarà confermato anche per le Ride 19. La mescola PWRRUN+ non ha mai mostrato problemi di resistenza, mentre la struttura superiore lascia presagire una tenuta impeccabile.

È difficile immaginare che queste scarpe non superino i 700-800 km quando indossate da un runner con peso entro i 75 kg.
Rapporto qualità/prezzo: 7,5
Non conosciamo ancora il listino ufficiale di Ride 19, ma dovrebbe essere di 160 euro, dieci euro in più rispetto alle due versioni precedenti (guarda qui le migliori offerte). È uno dei punti di forza di questa scarpa, capace di offrire qualità e sostanza a un prezzo di fascia media tra le daily trainer sul mercato.
Inoltre, non è raro trovare modelli Saucony in promozione dopo alcuni mesi dal debutto, rendendoli ancora più interessanti.

Voto finale: 7,6
Chi ha calzato e apprezzato Ride 17 e Ride 18 negli ultimi anni non potrà che trovarsi bene con queste nuove Saucony ha introdotto un appoggio leggermente più morbido, senza sacrificare la versatilità sui ritmi di corsa che da sempre contraddistingue la gamma Ride.
Dove Ride 19 guadagna molto è nel confort di corsa e nella stabilità: è una scarpa molto più vicina, per comportamento, a quello che è la gamma Triumph e questo è evidente anche osservando il design dell’intersuola e del battistrada.
A chi è indicata? Saucony Ride 19 è ideale per runner fino a 80 kg, offrendo il meglio a chi è più leggero, mentre la Triumph resta la scelta per chi supera questa soglia. Sul fronte ritmi, si comporta bene dai 6’ minuti al chilometro in giù: partendo da una corsa lenta a 5 minuti al chilometro, sono riuscito a spingere fino a 4’30’’ minuti al chilometro e oltre senza fatica, lasciando che fosse la scarpa a guidare il passo.
Quanto alle distanze, sicuramente valida anche oltre quella della mezza maratona per tutte le sessioni di allenamento lente e per i lunghi. Si può usare anche in maratona grazie al confort addizionale che fornisce e alla maggiore stabilità della pianta, il tutto ottenuto paradossalmente con una riduzione del peso. In sintesi: Ride 19 è una evoluzione netta che ci ha decisamente convinto.

