L’annuncio è arrivato subito dopo il traguardo della Maratona di New York 2025, tappa conclusiva delle sei corse principali del World Marathon Majors per Eliud Kipchoge. Con quelle 2 ore, 14 minuti e 36 secondi, e il diciassettesimo posto, il campione keniota ha ottenuto la prestigiosa Six Star Medal, annunciando non un ritiro, ma un nuovo inizio.
“Eliud’s Running World” – questo il nome del suo innovativo progetto – è un tour mondiale con finalità non solo sportive, ma anche umanitarie, culturali ed ecologiche. L’idea è quella di correre sette maratone, una per continente, organizzate tra il 2026 e il 2027, fino all’Antartide, ultimo e più remoto palcoscenico di questa straordinaria avventura.
Dopo aver stabilito il record mondiale di 2h01’09” a Berlino e aver segnato il primo e unico“sub‑two” nella storia della maratona, è giunto il momento per Kipchoge di esplorare il potere più autentico dello sport. E’ lo stesso Kipchoge a raccontarlo: “Da bambino, mi sono innamorato della sensazione di libertà che mi dava la corsa. Guardare i campioni che mi hanno preceduto mi ha fatto sognare di ispirare il mondo. Ho lavorato duramente per dimostrare che nessun essere umano ha limiti. Ora, sto intraprendendo la mia più grande avventura: correre sette maratone in sette continenti. Insieme, possiamo rendere questo un mondo di corsa”.
Un progetto dalla portata globale
La portata di “Eliud’s Running World” non ha precedenti. Kipchoge intende correre in gare già esistenti. Le città che lo ospiteranno non sono state ancora ufficializzate, ma questi eventi prenderanno il via nel Nord America – considerando anche la sua recente partecipazione a New York – e attraverseranno Sud America, Europa, Africa, Asia e Oceania, per giungere all’ultima sfida nell’Eurasia meridionale.
Ogni gara avrà una doppia valenza: quella agonistica – con la sua partecipazione come atleta d’élite – e quella “missionaria”. Ogni tappa supporterà cause differenti legate all’educazione e alla sostenibilità ambientale presso Paesi e comunità locali. È un’iniziativa messa in campo con la Eliud Kipchoge Foundation, attiva dal 2020 e già impegnata nella creazione di biblioteche scolastiche, asili in Kenya e progetti di riforestazione.
Il progetto ha un obiettivo economico preciso: raccogliere almeno un milione di dollari da destinare alle attività della fondazione. Kipchoge ha già invitato i podisti di tutto il mondo a partecipare “insieme a lui” in questo percorso, incoraggiando iscrizioni, sessioni di allenamento condivise e un ampio coinvolgimento diretto via web e social. Il sito ufficiale Eliudsrunningworld.com fungerà da hub informativo, aggiornando sulle date, le città e le modalità di partecipazione, inclusi possibili eventi virtuali.
L’eredità di Kipchoge
L’eredità che Kipchoge vuole consegnare al mondo è triplice: sportiva, sociale e ambientale. Attraverso ogni maratona, intende dimostrare che il running può essere molto più che una disciplina agonistica: un catalizzatore di cambiamento, di crescita collettiva e di speranza per bambini e famiglie in situazioni svantaggiate. La sua decisione di continuare a correre sul circuito élite – con tempi più modesti, ma pur sempre da top runner – dimostra lo spirito instancabile e la volontà di mostrare che anche al zenith della carriera, lo sport può diventare veicolo di trasformazione globale.
Attorno al progetto stanno già nascendo aspettative e curiosità. Gli organizzatori, i media e gli stessi runner pensano già alle prime tappe: quale sarà il primo appuntamento? New York? Chicago? Boston? Quali programmi prenderanno forma concretamente sul territorio? Kipchoge e tutto il suo team tengono le carte ancora coperte: “Le date e i luoghi verranno annunciati presto”, hanno dichiarato. È ragionevole immaginare che, oltre all’Antartide, potrebbero essere coinvolte città emblematiche come Città del Capo, Tokyo, Sydney e – perché no!? – Roma. Staremo a vedere…

