Con l’arrivo della terza generazione, la Hoka Mach X3 si conferma come una delle scarpe da corsa più interessanti e versatili nel panorama attuale. Lanciata ufficialmente nell’estate del 2023, la Mach X ha rappresentato per Hoka un passo deciso nel segmento delle super trainer. Un modello che, nel corso delle sue evoluzioni, ha saputo conquistare una posizione di rilievo tra le proposte dedicate ai runner più esigenti.
La prima versione della Mach X, recensita in dettaglio in un nostro precedente articolo, era stata presentata come una novità assoluta da parte del brand americano. La sua struttura innovativa, caratterizzata da una mescola a doppia densità e da una piastra in TPU, prometteva di offrire un equilibrio ideale tra protezione e reattività. Una scarpa pensata per chi cerca prestazioni elevate durante gli allenamenti di qualità, ma che nella pratica aveva lasciato qualche dubbio, soprattutto in termini di comfort e rifiniture.
Con l’arrivo della Mach X2, Hoka ha dimostrato di aver ascoltato i feedback degli utenti e degli esperti. Dopo un test approfondito di 150 km, la seconda versione ha mostrato un netto miglioramento sotto tutti i punti di vista, tanto da essere eletta “Scarpa dell’anno 2024” nell’ambito dei The Running Club Awards. Un riconoscimento che ha premiato il lavoro di affinamento svolto dal brand, capace di trasformare un buon progetto in un prodotto eccellente.
La nuova Hoka Mach X3, terza incarnazione della serie, prosegue su questa strada, intervenendo con precisione chirurgica sui pochi aspetti ancora migliorabili e mantenendo intatti tutti i punti di forza già apprezzati nella versione precedente. Ho avuto modo di testarla per oltre 160 km, alternando uscite lente durante la settimana a sessioni più veloci e impegnative, anche su distanze vicine alla mezza maratona. È stata la mia compagna di corsa durante un viaggio di lavoro negli Stati Uniti durato quasi due settimane, dimostrandosi all’altezza in ogni situazione: dalle corse rilassate del mattino alle ripetute serali, nonostante il jet lag.
Battistrada: 8,5
Dal punto di vista del battistrada, la Mach X3 non introduce novità sostanziali rispetto alla versione precedente. La formula adottata nella Mach X2 viene riproposta integralmente, con una copertura in gomma dura nelle aree soggette a maggiore abrasione. Questo garantisce una buona durata nel tempo e un’ottima trazione su diverse superfici, anche in condizioni non ideali.

La parte centrale della suola è lasciata esposta, permettendo di intravedere la piastra in Peba in tre punti distinti. Queste aperture, sebbene possano teoricamente favorire l’incastro di piccoli sassi su terreni sconnessi, non hanno mai rappresentato un problema concreto durante il mio test. Nei 160 km percorsi, non ho mai riscontrato inconvenienti legati a questo aspetto.
Intersuola: 9
Anche l’intersuola conferma la filosofia “squadra che vince non si cambia”. La struttura a doppia mescola con piastra in Peba centrale rimane invariata, con spessori generosi che contribuiscono a definire il carattere della scarpa. Parliamo di 44 mm nella zona del tallone (42 mm nella versione femminile) e 39 mm in avampiede (37 mm per il modello da donna), con un drop di 5 mm.
La parte inferiore dell’intersuola è realizzata in EVA, materiale che favorisce la stabilità, mentre la zona superiore è in Peba, scelta per incrementare la reattività. Il risultato è una scarpa che sa essere performante quando si vuole spingere, ma anche estremamente confortevole nelle uscite più tranquille. Durante la corsa, si percepisce chiaramente la capacità dell’intersuola di accompagnare il piede, offrendo una sensazione di morbidezza e protezione che non penalizza la spinta.

Tomaia: 9
La tomaia della Mach X3 presenta pochissime modifiche rispetto alla versione precedente, ma si conferma come uno dei punti di forza del modello. Leggera e traspirante quasi quanto una scarpa da gara, avvolge il piede in modo preciso senza costringerlo, risultando perfetta con il mio numero abituale.
La traspirabilità è eccellente, anche in condizioni climatiche calde e umide, e la resistenza nel tempo sembra garantita da una costruzione solida e ben rifinita. Una tomaia che riesce a coniugare leggerezza e durata, senza compromessi.
Upper: 9
È nella zona del tallone che Hoka ha operato gli interventi più significativi. Uno dei principali difetti segnalati nella Mach X2 riguardava l’eccessiva abrasione causata dalla conchiglia tallonare. Con la Mach X3, il brand ha risolto il problema introducendo una struttura più ricca e protettiva, con un collarino classico dotato di inserti lungo tutto il perimetro e una chiusura posteriore all’altezza del tendine.

Durante la corsa, non ho mai avvertito fastidi o sfregamenti e il comfort generale è decisamente migliorato. La conchiglia laterale, pur essendo piuttosto cedevole, ricorda quella di una scarpa da gara, contribuendo a mantenere la leggerezza complessiva. La zona dei lacci è rimasta invariata, ma i lacci stessi sono ora più sottili ed elasticizzati, offrendo una calzata più precisa e confortevole.
Anche la linguetta è stata rivista: ora imbottita nella parte superiore, perde un po’ del feeling racing della versione precedente, ma guadagna molto in comodità. Non è più fissata ai lati, ma resta stabile grazie a un passante centrale per i lacci.
Peso: 7
Le modifiche apportate alla linguetta e al collarino hanno comportato un aumento di peso di circa 16 grammi nella mia taglia US8 (41EU), passando da 232 a 248 grammi (288 grami nella taglia di riferimento). Un incremento che, sebbene misurabile, non si percepisce durante la corsa. La scarpa resta leggera e reattiva e il comfort aggiuntivo giustifica pienamente il piccolo sacrificio in termini di peso.

Per una super trainer con queste caratteristiche, 248 grammi rappresentano comunque un ottimo risultato. Non si ha mai la sensazione di indossare una scarpa pesante, nemmeno durante le sessioni più lunghe.
Comfort: 9
La Mach X3 si distingue per un comfort sorprendente, soprattutto considerando la sua natura di super trainer pensata per allenamenti lunghi e veloci. La calzata è avvolgente, la scarpa è leggera ai piedi e favorisce una corsa in avampiede, spingendo quando serve ma accompagnando dolcemente nei momenti di recupero.
La generosa intersuola contribuisce a questa sensazione di comodità, offrendo una base solida e ammortizzata che protegge il piede e le articolazioni. La piastra in Peba, meno rigida rispetto al carbonio, rappresenta un punto di forza: garantisce stabilità e reattività senza compromettere il comfort.
Reattività: 9
Anche sotto il profilo della reattività, la Mach X3 si comporta in modo eccellente. Nonostante il leggero aumento di peso, la scarpa mantiene una dinamica vivace e pronta alla spinta. È perfetta per gli allenamenti di qualità a ritmi sostenuti, capace di restituire energia e di rendere piacevole anche la fatica.

L’abbinamento tra le due mescole e la piastra in Peba offre una protezione abbondante, ma al tempo stesso una risposta elastica che non fa rimpiangere le scarpe da gara con piastra in carbonio. Una soluzione tecnica che riesce a bilanciare al meglio le esigenze di comfort e prestazione.
Durata massima stimata: 8,5
Dopo 160 km di utilizzo, le Mach X3 non mostrano segni di usura anomala. Confrontandole con le Mach X2 che ho utilizzato per circa 300 km, si conferma la solidità costruttiva e la capacità di resistere nel tempo. La struttura è pensata per garantire una lunga percorrenza, che per i runner più leggeri può arrivare anche a 800 km.
Rapporto qualità/prezzo: 7,5
Il prezzo della Mach X3 rimane invariato rispetto alla versione precedente: 190 euro (guarda qui le migliori offerte nella nostra vetrina scarpe). Una cifra in linea con quella di altre scarpe intermedie dotate di piastra, come la Puma Deviate Nitro 3 (leggermente più economica) o la Saucony Endorphin Speed 5 (più costosa).

Va però considerato che la Mach X3, con la sua intersuola superiore ai 40 mm, si colloca di fatto nella categoria delle super trainer, offrendo un mix di reattività, protezione e comfort difficile da trovare altrove.
Voto finale: 8,5
Con la Mach X3, Hoka adotta un approccio conservativo ma efficace. Interviene solo dove necessario, migliorando i pochi aspetti critici della versione precedente e lasciando intatti quelli già convincenti. La nuova linguetta imbottita e la conchiglia tallonare protettiva offrono un comfort superiore, senza compromettere la leggerezza e la reattività.
I problemi di sfregamento segnalati nella Mach X2 sono stati risolti, rendendo la Mach X3 una scarpa più accessibile e piacevole da utilizzare. Il leggero aumento di peso è ampiamente compensato dalle migliorie introdotte, che rendono questa super trainer una delle più complete e versatili sul mercato.
La Mach X3 è consigliata ai runner che cercano una scarpa intermedia per allenamenti veloci e lunghi di qualità, tipici della preparazione maratoneta. Il suo unico limite è rappresentato dalla normativa che vieta l’utilizzo in gara di scarpe con intersuola superiore ai 40 mm (44 mm nella versione maschile, 42 mm in quella femminile).
Adatta anche a runner più strutturati, grazie alla generosa quantità di materiale sotto il piede e alla doppia intersuola che favorisce la protezione. A ritmi sostenuti sotto i 4 minuti al chilometro si comporta egregiamente, ma anche sopra i 5 minuti al chilometro offre comfort e morbidezza ideali per le uscite lente.
In sintesi, Hoka ha saputo perfezionare una formula già vincente, intervenendo con intelligenza e misura. La Mach X3 è una scarpa che racchiude al meglio tutte le qualità che si cercano in una super trainer moderna: reattività, protezione, comfort e durata.