La corsa campestre, o cross country, potrebbe presto vivere una rinascita storica: non nei Giochi Olimpici estivi, come ci si aspetterebbe, ma in quelli invernali. L’edizione del 2030, che si terrà sulle Alpi francesi, potrebbe segnare l’ingresso ufficiale di questa disciplina nel programma olimpico invernale, affiancata dal ciclocross. Un’idea che, fino a pochi anni fa, sembrava utopica, ma che oggi prende forma grazie alla determinazione di Sebastian Coe, presidente di World Athletics, e al sostegno di David Lappartient, numero uno dell’UCI.
Sebastian Coe non è nuovo a proposte simili. Già da tempo ha espresso il desiderio di riportare il cross country nel programma olimpico, ma con una svolta inaspettata: collocarlo nei Giochi Invernali. “È una disciplina che ha il suo habitat naturale nell’inverno”, ha dichiarato più volte, sottolineando come la corsa campestre sia da sempre legata alla stagione fredda.
Ma la motivazione non è solo tecnica o nostalgica. Coe punta a una rivoluzione culturale e geografica: includere sport che possano dare spazio a nazioni finora escluse dai Giochi invernali, come quelle africane. “Voglio dare all’Africa una presenza dignitosa ai Giochi invernali”, ha affermato, riferendosi a paesi come Kenya, Etiopia e Uganda, dominatori della corsa campestre a livello mondiale, ma assenti nel medagliere invernale.
Ciclocross e corsa campestre sullo stesso tracciato
L’idea non è isolata. Coe ha trovato un alleato in David Lappartient, presidente dell’UCI e figura chiave nell’organizzazione dei Giochi 2030. I due hanno già discusso un piano provvisorio per far disputare le gare di ciclocross e corsa campestre sullo stesso percorso alpino. Una sinergia che potrebbe dare vita a uno spettacolo unico, con atleti che si sfidano tra neve, fango e sterrato, in un contesto naturale mai visto prima.
Il ciclocross, infatti, è già considerato uno sport invernale, e ha dimostrato la sua compatibilità con la neve grazie alle gare di Coppa del Mondo disputate in Val di Sole. Anche la corsa campestre, pur non essendo legata direttamente alla neve, si svolge tradizionalmente in inverno, su terreni accidentati e in condizioni climatiche spesso estreme.
Perché il sogno diventi realtà, però, serve una modifica al regolamento olimpico. Attualmente, le discipline dei Giochi Invernali devono svolgersi su neve o ghiaccio. Una regola che esclude, di fatto, cross country e ciclocross, che si disputano prevalentemente su sterrato, erba o fango.
Kirsty Coventry, presidente del CIO, ha istituito quattro gruppi di lavoro per ridisegnare il futuro olimpico, tra cui uno dedicato alla revisione del programma sportivo. In questo contesto, l’inserimento di sport indoor come il judo nei Giochi Invernali è già oggetto di discussione. Se si aprisse la strada a sport non esclusivamente legati alla neve, il cross avrebbe finalmente la sua occasione. Coe, che fa parte del gruppo di lavoro sul programma olimpico, ha dichiarato: “Se ci sono impianti indoor, non vedo perché non si possano disputare anche in inverno. Serve un modello diverso, ma è tutto sul tavolo”.
L’inclusione della corsa campestre nei Giochi Invernali sarebbe davvero una piccola rivoluzione. La strada è ancora lunga, ma già il fatto che sia stato preso in considerazione è un buon passo. E l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già nel 2026, in occasione dei Giochi di Milano-Cortina, dove si testeranno nuove formule e si getteranno le basi per il futuro. Incrociamo le dita…