“Quel che è fatto è fatto”, commenta coach Andrea Soffientini con tono ironico. Il momento tanto atteso è arrivato: la Royal Parks Half Marathon di Londra è ormai alle porte e con lei una delle sfide più emozionanti che Antonio Giuliano abbia mai affrontato. La sua prima mezza maratona non è semplicemente “una” gara, ma il traguardo di un percorso iniziato mesi fa, quando correre era ancora un’idea lontana.
“Project 2” è stato — ed è tuttora — il racconto autentico di una trasformazione: quella di una persona qualunque che, partendo da zero, ha deciso di diventare un runner. L’obiettivo? Correre 21 chilometri in meno di due ore. Un’impresa che, per chi non ha mai indossato un pettorale, può sembrare impossibile. Ma Antonio ha dimostrato che con costanza, dedizione e il giusto supporto, anche i sogni più ambiziosi possono diventare realtà.
Un concentrato di emozioni, riflessioni e consigli preziosi, che racconta molto più di una semplice preparazione sportiva. È il ritratto sincero di un percorso umano, fatto di dubbi, piccoli successi, ostacoli superati e tanta voglia di mettersi in gioco. Antonio sorride, consapevole che ogni chilometro corso, ogni allenamento affrontato, ogni momento di fatica lo ha portato fin qui. Ora, non resta che partire. E vivere fino in fondo questa avventura.
Dalle prime corse alla sfida londinese
Antonio non è un runner professionista. Non appartiene alla “casta” dei corridori esperti. Il suo percorso è iniziato in modo semplice, quasi casuale, con una corsa non competitiva a Caronno. Era rimasto estasiato dalla quantità di persone presenti, dall’energia che si respirava. Quella giornata ha acceso qualcosa in lui.
Oggi, si ritrova a correre una gara con oltre 16.000 partecipanti. Non è una major, ma poco ci manca. L’atmosfera sarà quella di un grande evento, un parco giochi per runner dove l’adrenalina sarà alle stelle e l’emozione palpabile. Per Antonio, sarà la prima vera gara, e questo rende tutto ancora più speciale.
Gli ultimi dieci giorni: tra ostacoli e determinazione
La preparazione – chi lo ha seguito lo sa – non è stata priva di ostacoli. A pochi giorni dalla partenza, Antonio ha affrontato una febbre improvvisa che ha rischiato di compromettere un allenamento chiave. Ma, fedele al suo spirito, ha deciso di non rinunciare. “Ho corso comunque il giorno dopo”, racconta, trasformando l’allenamento in una simulazione di gara. Il risultato? 10 km chiusi a 5’22”, nonostante il percorso intorno a casa fosse leggermente più corto.
Il lungo da 16 km, invece, è stato completato con un ritmo costante di 5’30”, esattamente come previsto. Un segnale chiaro che la preparazione, seppur non convenzionale, ha dato i suoi frutti. “Mi sento pronto, anche se le emozioni sono diverse”, confessa Antonio. L’ansia c’è, ma è positiva. “Non vedo l’ora di arrivare”, dice con entusiasmo, consapevole che correre a Londra, in una città che ama, sarà un’esperienza indimenticabile.
Andrea lo rassicura: “L’ansia da prestazione che abbiamo noi, te non ce l’hai. E questa è una fortuna”. Per Antonio, l’ansia non è un ostacolo, ma un motore. È la spinta che lo porta a voler fare bene, a vivere ogni istante con intensità. “Credo che sia davvero un’ansia positiva”, ribadisce, sottolineando come l’emozione di correre in una città nuova, in mezzo a migliaia di persone, sia qualcosa che non ha mai vissuto prima.
Una progressione sorprendente
Coach Andrea non nasconde la sua soddisfazione per la progressione di Antonio. Dai primi 3 km corsi con fatica, si è arrivati a 16 km a ritmo costante. “Ti sei allenato relativamente poco, ma bene”, dice Andrea, evidenziando come la scelta di partire a un ritmo tranquillo sia strategica per non bruciare le energie troppo presto.
La gara sarà impegnativa, soprattutto nelle retrovie, dove il caos della partenza potrebbe creare difficoltà. Ma l’obiettivo è chiaro: partire conservativi, godersi la gara e, se le energie lo permettono, aumentare il ritmo nella seconda parte. “I primi 10-12 km a 5’40”, poi chi si è visto si è visto”, suggerisce Andrea.
Il piano alimentare: una rivoluzione personale
Un altro aspetto fondamentale è stato il piano alimentare. Antonio era abituato a correre a stomaco vuoto, senza colazione, senza integrazione. Ma ha seguito i consigli di Andrea e ha introdotto barrette energetiche prima degli allenamenti. “Ho mangiato due barrette da 20 grammi un’ora e mezza prima di correre, e ho bevuto tanta acqua”, racconta. Un cambiamento semplice ma efficace, che ha migliorato le sue prestazioni e la sua capacità di recupero.
Andrea sottolinea come, per un uomo della stazza di Antonio (circa 90 kg), 300-400 calorie siano relativamente poche. Ma è un buon inizio. “Anche in gara non ci inventiamo nulla”, dice. Il piano è semplice: colazione leggera con pane, marmellata o fette biscottate, qualche barretta energetica e tre gel da assumere durante la gara, già testati in allenamento.
Per Antonio, anche l’idratazione sarà una novità. “Non ho mai preso l’acqua da nessuno”, ammette, immaginando già le difficoltà nel caos dei ristori. Andrea lo consiglia di camminare qualche secondo per bere, senza esagerare, per evitare di compromettere la corsa. “Bevi ogni 5 km, ma non ingozzarti. Due gocce per bagnarti la bocca, qualcosa manda giù, anche per il gel”, suggerisce.
La strategia di gara: equilibrio e divertimento
La strategia è chiara: partire a ritmo controllato, godersi la gara, ascoltare il proprio corpo. “Se vuoi andare, goditi la gara. Se sei stanco, cammina e goditela lo stesso”, dice Andrea. La mezza di Londra non è una gara da tempo, ma da emozioni. E per Antonio l’importante sarà vivere ogni istante con entusiasmo.
Il percorso sarà vario: i primi chilometri in salita, poi discesa, poi l’ingresso nel parco, un tratto nervoso che richiederà attenzione. “È una gara non da tempo, ma nel tuo caso ce ne frega poco del tempo. Ci frega che tu ti diverta e che ti goda tutto questo spettacolo”, ribadisce Andrea.
Quello di Antonio è diventato un percorso di crescita, di scoperta, di trasformazione. Dalle prime corse fatte con fatica, alle riflessioni sull’alimentazione, alla gestione dell’ansia, ogni passo ha contribuito a costruire un’esperienza unica. E Londra sarà il coronamento di questo percorso. Ora non resta che correre. Antonio è pronto, emozionato, consapevole. Londra lo aspetta, con le sue strade, la sua energia, i suoi 16.000 runner. Sarà una giornata di fatica, di emozioni, di scoperte. Ma soprattutto, sarà una giornata da ricordare. E noi, come Andrea, non vediamo l’ora di sapere com’è andata.