Nel mondo della corsa, la determinazione e la resilienza sono spesso visti come un punto di forza. Spingersi oltre i propri limiti, inseguire nuovi record personali, non saltare mai un allenamento: sono tutti atteggiamenti che, se da un lato alimentano la motivazione, dall’altro possono trasformarsi in un pericoloso boomerang. Proprio qui entra in gioco un concetto tanto sottovalutato quanto cruciale: l’overtraining, o sovrallenamento.
Cos’è l’overtraining
L’overtraining è una condizione cronica che si verifica quando il corpo viene sottoposto a uno stress fisico e mentale eccessivo, senza ricevere il tempo necessario per recuperare. Non si tratta di un semplice affaticamento post-allenamento, ma di un vero e proprio squilibrio tra carico di lavoro e capacità di recupero dell’organismo.
Nel running, dove la ripetizione dello sforzo e l’intensità degli allenamenti sono spesso elevate, il rischio di cadere in questa sindrome è più che concreto. A differenza dell’overreaching, una fase temporanea e reversibile di superlavoro che può portare a miglioramenti se seguita da un adeguato recupero, l’overtraining è una condizione più profonda, duratura e difficile da trattare.
Perché l’overtraining: le cause più comuni
Le cause dell’overtraining sono molteplici e spesso interconnesse. La più evidente è l’incremento troppo rapido del carico di lavoro, sia in termini di chilometraggio che di intensità. A questo si aggiunge la mancanza di periodi di scarico, ovvero settimane in cui l’allenamento viene volutamente ridotto per permettere al corpo di rigenerarsi. Anche la monotonia degli allenamenti, senza variazioni di ritmo o tipologia, può contribuire allo stress sistemico.
A livello fisiologico, un’alimentazione carente di nutrienti essenziali, un sonno insufficiente o disturbato, e pressioni psicologiche legate alla performance o alla vita quotidiana possono aggravare il quadro.
Infine, non va sottovalutata la dipendenza psicologica dall’allenamento, che porta molti runner a ignorare i segnali del corpo pur di non interrompere la routine.
I sintomi dell’overtraining: come riconoscere il sovrallenamento
Riconoscere l’overtraining non è sempre semplice, perché i sintomi possono essere subdoli e variare da persona a persona. Tuttavia, ci sono alcuni segnali ricorrenti che dovrebbero far scattare un campanello d’allarme.
Il primo è una sensazione costante di stanchezza, che non scompare nemmeno dopo giorni di riposo. A questo si accompagna spesso un calo delle prestazioni sportive, apparentemente inspiegabile, e una perdita di motivazione per l’allenamento.
Dal punto di vista fisico, si possono manifestare dolori muscolari persistenti, infortuni ricorrenti, disturbi del sonno e problemi digestivi. Anche il sistema immunitario può risentirne, con un aumento delle infezioni. Sul piano psicologico, sono frequenti irritabilità, ansia, apatia e, nei casi più gravi, sintomi depressivi.
Un altro indicatore utile è la frequenza cardiaca a riposo, che può risultare insolitamente elevata, segno che il corpo è in uno stato di stress cronico.
Come superare l’overtraining: strategie per il recupero
La buona notizia è che l’overtraining si può superare, ma serve tempo, pazienza. Il primo passo è interrompere o ridurre drasticamente l’attività fisica, concedendo al corpo il riposo necessario per rigenerarsi.
Il recupero attivo, come camminate leggere, bici o nuoto a bassa intensità, può essere utile per mantenere il corpo in movimento senza stressarlo ulteriormente. Fondamentale è anche curare il sonno, cercando di dormire almeno 7-8 ore a notte in modo profondo e regolare.
L’alimentazione gioca un ruolo chiave: è importante garantire un apporto adeguato di carboidrati complessi, proteine di qualità, grassi buoni e micronutrienti come ferro, magnesio e vitamine del gruppo B. In alcuni casi può essere utile il supporto di un nutrizionista sportivo.
Anche la gestione dello stress mentale è cruciale. Tecniche come la meditazione, la respirazione consapevole o il supporto psicologico di un mental coach possono aiutare a ritrovare l’equilibrio emotivo e a rielaborare il rapporto con l’allenamento.
Infine, è essenziale rivedere il piano di allenamento con l’aiuto di un coach o preparatore esperto, introducendo cicli di carico e scarico, variazioni di intensità e giorni di riposo programmati.
Overtraining e prevenzione: la chiave per correre a lungo
Prevenire il sovrallenamento è possibile, e dovrebbe essere una priorità per ogni runner, dal principiante all’agonista. La regola d’oro è ascoltare il proprio corpo: se si avverte una stanchezza insolita, un calo di motivazione o dolori persistenti, è meglio prendersi una pausa piuttosto che forzare.
Un buon programma di allenamento deve essere progressivo, personalizzato e flessibile, capace di adattarsi alle esigenze fisiche e mentali dell’atleta. Inserire settimane di scarico, alternare allenamenti intensi a sessioni più leggere e non trascurare il cross training sono strategie efficaci per mantenere alta la motivazione e ridurre il rischio di sovraccarico.
Anche il monitoraggio dei parametri fisiologici, come la frequenza cardiaca a riposo o la qualità del sonno, può offrire indicazioni preziose sullo stato di forma e prevenire situazioni critiche.
L’overtraining è una trappola insidiosa che può colpire anche i runner più esperti e motivati. Ma con consapevolezza, ascolto del corpo e una gestione equilibrata dell’allenamento, è possibile evitarlo e continuare a correre con piacere, salute e risultati duraturi.