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Home » I benefici del recupero (attivo e passivo) nella corsa
Allenamenti e tecnica

I benefici del recupero (attivo e passivo) nella corsa

RedazioneBy Redazione21 Ottobre 2024
Un esempio di recupero passivo utilizzando la pressoterapia Compex
Un esempio di recupero passivo utilizzando la pressoterapia Compex
Riassumi con ChatGPT

Che il recupero sia una fase fondamentale per migliorare la performance atletica è concetto ormai assorbito da ogni runner: tutti sanno quanto recuperare dopo gli allenamenti di qualità, i tanti chilometri dei lunghi o dopo una gara sia importante tanto quanto allenarsi. Ma non tutti sanno come farlo nella maniera corretta.

Il recupero è quella “fase di allenamento” che permette ai muscoli di assorbire il lavoro svolto, di farli riposare e diventare più forti. Il recupero è fondamentale per reintegrare le energie spese, per riacquistare elasticità muscolare e per contrastare i DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness), il “dolore muscolare a insorgenza ritardata” che normalmente si manifesta i giorni seguenti una seduta impegnativa. È importante però imparare a non confondere il recupero con il (solo) riposo.

Recupero attivo e recupero passivo: caratteristiche e benefici

“Possiamo distingue il recupero, in due diverse categorie: recupero attivo e recupero passivo – spiega Pietro Bellavite, osteopata e coach di Compex –. Il recupero passivo prevede un riposo totale dell’atleta o comunque che quest’ultimo non esegua dei lavori dinamici”.

Fra le diverse tipologie di recupero passivo è possibile considerare, oltre al solo riposo, anche la idroterapia, il massaggio, la pressoterapia, la terapia a vibrazione e l’elettrostimolazione.

“Il recupero attivo, invece – continua Pietro Bellavite – consiste nel continuare a “muoversi” in modo leggero dopo la attività fisica. Questo può includere una camminata a passo veloce, una corsa leggera o esercizi di stretching dinamico”.

Il recupero attivo aiuta a mantenere la circolazione sanguigna e a prevenire l’accumulo di acido lattico nei muscoli, favorendo una più rapida ripresa.

Secondo uno studio scientifico degli ultimi anni, questa tecnica è quella che prevede un recupero più rapido ed efficiente rispetto al solo riposo.

Fase di recupero sfruttando i benefici dell’elettrostimolazione

Come e quando eseguire il recupero attivo

Il recupero attivo prevede uno sforzo a bassa intensità da svolgere subito dopo l’allenamento principale. Attività che andrebbe sempre inclusa quando la tipologia di sforzo prodotta è stato di media o alta entità.

“Il recupero attivo può includere qualsiasi tipo di esercizio – spiega Pietro Bellavite – a patto che non avvenga un ulteriore impegno muscolare e cardiaco: nella corsa può essere una semplice camminata o qualche minuto di jogging, nel nuoto può comprendere qualche vasca a rana lenta o a dorso, nel ciclismo una pedalata rilassata”.

Molto spesso, però, soprattutto tra gli atleti amatori, complici impegni famigliari e lavorativi imminenti, non c’è mai il tempo necessario per un recupero attivo bene eseguito. A fine allenamento si dedica solo qualche minuto di defaticamento e poi subito in doccia.

“In questo caso l’elettrostimolazione è un’alternativa molto valida per ottenere dei risultati di recupero comparabili a un lavoro di recupero attivo“, dice Pietro Bellavite.

Fase di recupero sfruttando i benefici dell’elettrostimolazione

Elettrostimolazione e recupero

Per eseguire in maniera ottimale il recupero con l’elettrostimolazione è necessario seguire delle regole e degli step ben precisi, gli stessi che andrebbero seguiti anche con sedute di recupero più tradizionali.

“Per prima cosa è importante utilizzare il programma ‘Recupero post allenamento’, se è stato eseguito un allenamento standard, o il ‘Recupero post gara”, dopo una competizione o in seguito ad uno sforzo massimale, come ad esempio una seduta di ripetute molto intense o un lungo pre-maratona”. Entrambi questi protocolli devono essere eseguiti entro le tre ore dalla fine della attività.

“I programmi ‘Massaggio rilassante’ o ‘Massaggio rigenerante’ sono invece da sfruttare dopo che siano trascorse almeno tre ore dall’allenamento o dalla gara – conclude Pietro Bellavite -. In più, la sera consigliamo sempre anche un programma di capillarizzazione, di riduzione degli affaticamenti muscolari o di eseguire un ciclo di pressoterapia”.

compex recupero
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