La gamma Cloudboom si colloca all’interno della famiglia di scarpe On come la linea dedicata alle massime prestazioni, pensata per chi cerca leggerezza, reattività e velocità. È il punto di riferimento per i runner che vogliono spingersi oltre, sia in gara sia negli allenamenti più impegnativi. Tra i modelli di punta troviamo le Cloudboom Strike e le Cloudbook LS: entrambe sono scarpe da competizione dotate di piastra in carbonio, progettate per affrontare le distanze più lunghe con il massimo dell’efficienza. In precedenza, On aveva già introdotto la Cloudboom Echo 3, una soluzione ideale per le gare più veloci, fino alla maratona, che ha riscosso grande successo tra gli appassionati.
Al The Running Event 2024 di Austin avevamo avuto modo di vedere una novità: la Cloudboom Max. Si tratta di un modello intermedio, dotato di piastra non in carbonio, concepito per allenamenti di qualità e gare, con un occhio di riguardo per i runner più pesanti che cercano una scarpa veloce ma anche più strutturata.
La Cloudboom Max si conferma una scarpa intermedia a tutti gli effetti, pensata per chi cerca velocità senza rinunciare alla stabilità. Il cuore del modello è la mescola Helion HF, una schiuma che richiama le sensazioni dei modelli racing di On, garantendo reattività e comfort. A completare la struttura troviamo la Speedboard, la piastra in plastica rinforzata con fibra di vetro che sostituisce il carbonio: una scelta che rende la scarpa meno estrema, più gestibile e adatta a un utilizzo trasversale.
Ho avuto modo di testarla per i nostri consueti 150 chilometri di percorrenza, e l’esperienza è stata decisamente positiva. La scarpa si è distinta per una risposta equilibrata e per una versatilità che la rende adatta a diverse tipologie di corsa, dalle sedute più brillanti alle uscite lunghe. Un aspetto che colpisce è la solidità costruttiva: dopo il nostro tradizionale chilometraggio, i segni di usura sono minimi, confermando una durata superiore alla media per un modello di questa categoria.
Battistrada: 8
On ha curato con attenzione la copertura del battistrada, scegliendo una gomma dura con un profilo traforato che non lascia dubbi sulla durata nel tempo. Dopo 150 chilometri di test, l’usura è appena percettibile nei punti di maggiore sfregamento, segno che la longevità sarà ben superiore alla media delle scarpe intermedie.

Il grip si è dimostrato sempre affidabile su tutte le superfici affrontate, garantendo sicurezza e stabilità. Da segnalare il solco centrale che lascia intravedere la piastra Speedboard: in teoria potrebbe trattenere piccoli sassi durante la corsa su sterrato, ma nelle mie uscite questo inconveniente non si è mai verificato.
Intersuola: 7,5
Per la Cloudboom Max, On ha puntato sulla mescola Helion HF, il composto proprietario che caratterizza le scarpe più reattive e veloci del marchio svizzero. In questa versione, l’intersuola presenta una densità maggiore rispetto a quella della Cloudboom Strike, una scelta mirata a offrire più sostegno e stabilità, soprattutto agli atleti di corporatura più robusta. Non mancano i classici elementi Cloudtec, le aperture orizzontali che garantiscono ammortizzazione: in questo modello assumono una forma trapezoidale, con altezze variabili a seconda della posizione, per ottimizzare la risposta dinamica.

La piastra Speedboard, realizzata in plastica con inserti in fibra di vetro, si estende per tutta la lunghezza della scarpa. L’intersuola è generosa nelle quote: 40 mm al tallone e 32 mm in avampiede, per un drop tradizionale di 8 mm. La piastra è visibile nella parte posteriore e si sviluppa lungo tutta la larghezza dell’avampiede, garantendo stabilità e una spinta efficace in fase di transizione.
Tomaia: 8
Per la Cloudboom Max, On ha optato per una tomaia dal design classico a doppio strato, che coniuga traspirabilità e robustezza. La ventilazione è buona, garantendo comfort anche nelle sessioni più lunghe, mentre la struttura solida assicura stabilità e durata nel tempo. Sul piano estetico, la scarpa non passa inosservata: la scritta “On Running” domina la parte interna, mentre i loghi On spiccano sulla sezione esterna, conferendo un look deciso e riconoscibile.

Per quanto riguarda la calzata, l’avampiede offre uno spazio discreto sia lateralmente sia nella parte superiore, permettendo al piede di muoversi senza costrizioni. La tomaia avvolge in modo efficace, mantenendo il piede ben fermo ma senza eccessiva rigidità. L’approccio è quello tipico delle intermedie: una via di mezzo tra le daily trainer più confortevoli e le racer pure, pensata per chi cerca equilibrio tra sostegno e leggerezza.
Upper: 8
I lacci della Cloudboom Max seguono la tradizione racing: sono zigrinati, poco elasticizzati, ma consentono di trovare facilmente la giusta tensione per un’allacciatura stabile. La linguetta conferma la vocazione competitiva del modello: sottile e leggera, integra però due piccoli cuscinetti nella parte terminale per migliorare il comfort. È fissata ai lati interni della tomaia tramite due inserti, soluzione che evita fastidiosi spostamenti durante la corsa.
l guscio del tallone è mediamente rigido, con un’imbottitura adeguata sia lateralmente sia nella zona del tendine d’Achille. Questo garantisce un buon equilibrio tra sostegno e comfort, senza sacrificare la stabilità necessaria per correre a ritmi sostenuti.

Peso: 5,5
Per essere una scarpa intermedia Cloudboom Max ha un peso importante: parliamo di circa 275 grammi nel mio numero US 8 (296 grammi nella taglia di riferimento standard), cifra che è superiore a quella di altre scarpe intermedie con piastra non in carbonio provate in precedenza.
La prima considerazione è che, una volta ai piedi, il peso non si percepisce in modo netto. La scarpa mantiene una buona agilità e si dimostra più che adeguata per lavori veloci come medi, fartlek e variazioni, oltre che per gare su distanze importanti. La seconda riflessione riguarda la densità della mescola Helion HF: una scelta che privilegia la solidità e il supporto, pensata per runner di corporatura più robusta, ai quali questa struttura garantisce stabilità e protezione senza sacrificare la reattività.
Comfort: 7,5
La costruzione complessiva della Cloudboom Max è orientata alla comodità, un aspetto non scontato per una scarpa pensata per allenamenti veloci e anche per lunghe distanze. Durante le uscite più impegnative non ho mai avvertito affaticamento o mancanza di comfort, segno di un design che punta all’equilibrio tra performance e protezione.

L’intersuola, pur generosa nelle quote, non è morbida come quella di altre intermedie con piastra. La risposta è più secca, una scelta che potrebbe sembrare meno confortevole a chi ama l’ammortizzazione soffice, ma che On ha voluto per privilegiare la sensibilità al terreno. Chi apprezza percepire cosa accade sotto i piedi troverà in questa scarpa un’alleata ideale, anche con un’intersuola abbondante.
Questa impostazione si traduce in un vantaggio concreto per i runner più pesanti: la Cloudboom Max non cede sotto il carico, ma restituisce energia a ogni falcata, trasformando la spinta in reattività. Una filosofia costruttiva che strizza l’occhio a chi cerca stabilità e controllo senza rinunciare alla velocità.
Ritorno di energia: 7,5
La Cloudboom Max si conferma una scarpa intermedia che punta alla reattività, grazie alla combinazione di tecnologie che On ha saputo integrare con cura. L’intersuola in Helion HF, abbinata ai classici elementi Cloudtec e alla piastra Speedboard, lavora in sinergia per offrire una spinta efficace. Rispetto ad altre intermedie della stessa categoria, l’intersuola risulta piuttosto rigida, mentre la piastra mantiene una certa flessibilità: un equilibrio che garantisce stabilità senza sacrificare la fluidità della corsa.
A completare il quadro interviene il profilo rocker accentuato nella zona dell’avampiede, che favorisce la transizione e aiuta a proiettarsi in avanti con naturalezza.

Durata massima stimata: 8,5
Dopo 150 chilometri di utilizzo su terreni diversi, è difficile individuare segni di usura. Il mio peso contenuto avrà certamente contribuito, ma anche nei punti di sfregamento abituali il battistrada appare praticamente intatto. Questo conferma la solidità del progetto: la Cloudboom Max è costruita per durare.
La robustezza complessiva è evidente non solo nella suola, ma anche nell’upper e nella tomaia, che trasmettono una sensazione di affidabilità. Non ho dubbi che possano sopportare chilometraggi elevati, paragonabili a quelli di una daily trainer, pur trattandosi di una scarpa pensata per allenamenti veloci e gare. Una caratteristica che la rende particolarmente interessante per chi cerca un modello performante ma anche resistente nel tempo.
Rapporto qualità/prezzo: 4
Il prezzo della Cloudboom Max è un aspetto che non passa inosservato: 240 euro (guarda qui le migliori offerte sulla nostra vetrina scarpe). Una cifra decisamente elevata per una scarpa intermedia, più vicina ai listini delle racing con piastra in carbonio, che hanno un target d’uso completamente diverso. In questo caso, parliamo di un modello pensato per allenamenti veloci e gare, ma con una vocazione più versatile rispetto alle scarpe da competizione pura.

A questo livello di prezzo, il consiglio diventa difficile, soprattutto se non si approfitta di sconti o promozioni. Sul mercato, scarpe intermedie con piastra e caratteristiche simili vengono proposte con listini inferiori di almeno 40 euro.
Voto finale: 7,2
Con la Cloudboom Max, On introduce una proposta che si colloca a metà strada tra le daily trainer e le racing pure, integrando le più recenti tecnologie del brand svizzero. Il target è chiaro: runner che affrontano la maratona in oltre 3 ore e mezza, con ritmi corrispondenti sulle distanze più brevi, spesso di corporatura importante, alla ricerca di una scarpa capace di spingere forte sia in allenamento sia in gara.
Da qui la scelta di un’intersuola non eccessivamente morbida, abbinata a una piastra più flessibile: una combinazione che garantisce un buon ritorno energetico quando si spinge sui ritmi più veloci, mantenendo efficienza anche sulle lunghe distanze.
Si tratta di una scarpa intermedia che, a mio avviso, sarà apprezzata da chi predilige daily trainer capaci di far percepire ciò che accade sotto i piedi. L’intersuola abbondante filtra un po’, ma meno rispetto ad altri modelli con quote simili. Lo spessore posteriore di 40 millimetri la rende perfettamente conforme alle regole per le gare su strada, a differenza di altre intermedie con piastra presenti sul mercato.
A chi è consigliata? Pur avendo un peso contenuto, l’ho apprezzata nei test, ma credo sia ideale per runner dai 75 ai 90 kg. I ritmi vanno dai 5’15’’ al km fino a 3’30’’ per gli atleti più veloci, su distanze che possono arrivare alla maratona. Già al The Running Event 2024 l’avevamo definita la scarpa perfetta per maratoneti più robusti che chiudono oltre le 3 ore e 30 minuti: dopo il test, confermo pienamente quella impressione.

