Sebastian Sawe ha conquistato la Maratona di Berlino 2025, confermandosi come il maratoneta più veloce dell’anno. Il keniano ha chiuso la gara in 2h02’16“, un tempo eccezionale, ma lontano dal record mondiale di 2h00’35” stabilito da Kelvin Kiptum nel 2023 a Chicago e dal suo personale di 2h02’05” fatto registrare alla Maratona di Valencia dello scorso anno.
Sawe aveva dichiarato di essere in ottima forma ed era arrivato nella capitale tedesca con un obiettivo chiaro: inseguire il record del mondo, su un percorso che negli ultimi vent’anni ha visto cadere ben tredici primati. Nonostante una gara coraggiosa e un ritmo da record fino a metà gara, il sogno di abbattere il muro delle due ore è sfumato nella seconda parte, complice anche una giornata più calda del previsto e la fatica accumulata nella seconda parte di gara.
La gara è iniziata con un ritmo da record: Sawe ha percorso il primo chilometro in 2’44”, il più veloce mai registrato nella storia della maratona berlinese. Dopo il passaggio alla mezza maratona in 1h00’15”, che lo poneva davanti al ritmo tenuto da Kiptum nel giorno del suo primato, Sawe è rimasto da solo in testa già dal 23° chilometro, affrontando in solitaria la parte più difficile della corsa. Nonostante il caldo e l’umidità, il keniano ha saputo gestire il vantaggio, incrementando il distacco sugli inseguitori e tagliando il traguardo in solitaria davanti alla Porta di Brandeburgo con il terzo miglior tempo mai registrato a Berlino. Il secondo posto è andato a sorpresa al giapponese Akira Akasaki (2h06″15′), staccato di quasi quattro minuti, mentre il podio è stato completato dall’etiope Chimdessa Debele (2h06’57”).

Da Valencia a Londra: la scalata di Sawe e il suo esempio antidoping
La vittoria di Berlino rappresenta la terza perla consecutiva per Sebastian Sawe, che aveva già stupito il mondo con il debutto vincente a Valencia nel dicembre 2024 (2h02’05”, quinto tempo di sempre) e il trionfo alla London Marathon in aprile (2h02’27”).
Ma il keniano ha voluto distinguersi anche fuori dalla “pista”: consapevole delle polemiche che spesso accompagnano i successi degli atleti africani, Sawe ha scelto di sottoporsi volontariamente a un protocollo antidoping tra i più severi mai visti. In collaborazione con l’Athletics Integrity Unit e il suo sponsor Adidas, ha effettuato almeno 25 controlli nei due mesi precedenti la gara, tutti fuori competizione e con supervisione indipendente. Un gesto decisamente importante e forte, pensato per dare un segnale di trasparenza e responsabilità a tutto il movimento mondiale.
“Voglio dimostrare che si può vincere puliti – ha dichiarato -. Sono stanco di leggere dubbi e accuse ogni volta che un keniano corre forte. Questo è il mio modo per fare chiarezza e dare l’esempio”.
Il podio femminile: Wanjiru regina, Dida e Azimeraw completano la festa africana
La gara femminile ha visto il trionfo della keniana Rosemary Wanjiru, che ha chiuso in 2h21’05”, precedendo l’etiope Dera Dida (2h21’08”) e Azmera Gebru (2h21’28”). Nonostante il tempo non sia tra i più veloci della storia berlinese, la gara è stata combattuta e ha confermato il dominio africano anche al femminile.
Wanjiru, già protagonista a Tokyo e Londra, ha gestito la corsa con intelligenza, imponendosi negli ultimi chilometri. La britannica Calli Hauger-Thackery ha chiuso nona con 2h21’24”, miglior prestazione europea della giornata.