Se fosse vero avrebbe del clamoroso. Da alcune settimane, infatti, si fanno sempre più forti e insistenti le voci di una possibile fusione tra Adidas e Puma, i due colossi tedeschi dello sportwear nati da una delle rivalità familiari più celebri del Novecento. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg e da diverse testate europee, la holding francese Artemis, che detiene circa il 30% di Puma, starebbe valutando la cessione della propria quota. E tra i possibili acquirenti, il nome di Adidas è quello che fa più rumore.
A rilanciare l’ipotesi è stato Roy Adams, cofondatore del fondo Metronuclear e azionista di Puma, che in un’intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt ha dichiarato senza mezzi termini: “Puma è in uno stato di emergenza. Se il management non riesce a imprimere una svolta, una fusione con Adidas è l’opzione migliore”. Le sue parole hanno avuto un impatto immediato: le azioni Puma sono salite del 18% in pochi giorni, segno che il mercato non esclude affatto questa possibilità.
Puma in crisi, Adidas osserva
I numeri parlano chiaro. Puma ha visto il proprio titolo crollare da 114 euro a soli 19 euro in quattro anni. Il bilancio è atteso in perdita e la fiducia degli investitori è ai minimi storici. La nomina di Arthur Hoeld, ex dirigente Adidas, come nuovo CEO di Puma ha alimentato ulteriormente le speculazioni su un possibile riavvicinamento tra le due aziende.
Adidas, dal canto suo, mantiene il massimo riserbo. Ma il silenzio, in questo caso, non basta a spegnere i rumors. Se la fusione dovesse concretizzarsi, si tratterebbe di un evento epocale: la fine di una rivalità che ha segnato la storia dello sportwear mondiale.
La faida dei fratelli Dassler: la nascita di Puma e Adidas
Per comprendere la portata simbolica di questa possibile ri-unione, bisogna tornare indietro nel tempo, agli anni Venti, nella cittadina bavarese di Herzogenaurach. Qui, Adolf “Adi” Dassler e suo fratello Rudolf “Rudi” fondarono la Gebrüder Dassler Schuhfabrik, una piccola fabbrica di scarpe sportive nata nella lavanderia della madre.
Adi era il visionario, l’artigiano silenzioso e meticoloso. Rudi, invece, era l’estroverso, il venditore nato. Insieme portarono le loro scarpe ai piedi di Jesse Owens, l’eroe delle Olimpiadi di Berlino del 1936, che con quattro medaglie d’oro umiliò le teorie razziali di Hitler.
Ma la Seconda Guerra Mondiale segnò la fine della loro collaborazione. Le tensioni personali e politiche, alimentate anche dalle rispettive mogli, portarono a una rottura insanabile. Nel 1948, Rudolf fondò Puma – animale che racchiude in sé velocità, forza, resistenza –, mentre Adi diede vita ad Adidas – nome nato dall’unione delle iniziali del suo nome Adi e Das -. Le due aziende si stabilirono ai lati opposti del fiume Aurach, dividendo letteralmente la città. Herzogenaurach divenne “la città dei colli piegati”, dove si guardava prima alle scarpe che si indossavano, poi al volto.
La rivalità tra Adidas e Puma non fu solo commerciale. Fu personale, viscerale. I due fratelli non si parlarono mai più. Nemmeno da morti: furono sepolti nello stesso cimitero, ma il più lontano possibile l’uno dall’altro.
Nel corso degli anni, le due aziende si sono sfidate su ogni campo: dal calcio alle Olimpiadi, dalle sponsorizzazioni ai mercati globali. Celebre il cosiddetto “Patto Pelé”, in cui entrambi promisero di non ingaggiare il campione brasiliano per evitare una guerra di offerte. Ma Puma ruppe il patto, firmando Pelé e alimentando ulteriormente l’odio tra le due fazioni.
Puma e Adidas: verso una ri-unione?
Oggi, però, le logiche di mercato sembrano più forti delle faide familiari. Puma è in difficoltà, Adidas è in posizione dominante. Se Artemis decidesse davvero di vendere, Adidas potrebbe cogliere l’occasione per scrivere una nuova pagina della storia dello sportwear. Una pagina che, per quanto incredibile, potrebbe riportare sotto lo stesso tetto i marchi dei fratelli Dassler.
La fusione non è ancora realtà, ma il solo fatto che se ne parli con tanta insistenza dimostra quanto il mondo sia pronto – o almeno curioso – di vedere cosa accadrebbe se Adidas e Puma tornassero a essere una famiglia. E anche noi restiamo a guardare…