Mancano meno di tre settimane alla Maratona di Firenze, e per Francesca, alla prima esperienza sui 42,195 km, è tempo di guardarsi alle spalle (scopri qui tutto sul progetto Lady 3:30). Il momento è arrivato con l’ultimo lunghissimo: 38 chilometri, corsi con determinazione e lucidità. “Sono partita con un passo controllato, alla mia portata, e negli ultimi chilometri sono riuscita ad andare in progressione. È stata la cosa più soddisfacente”, racconta Francesca, ancora con l’adrenalina addosso.
“Non sono arrivata distrutta, ero stanca, certo, ma sentivo che avrei potuto continuare. Questa è stata la vera conquista”, aggiunge. Un segnale chiaro che la preparazione strutturata da coach Andrea Soffientini sta dando i suoi frutti.
Tre gare, tre PB: la fiducia cresce ad ogni chilometro
Il percorso verso Firenze non è stato fatto solo di lunghi. Nelle ultime settimane, Francesca ha partecipato anche a tre gare: due mezze maratone e una 10 km. Tutte concluse con un personal best. “A Novara ho abbassato il mio PB sulla mezza di quasi tre minuti. È stata dura, ma l’ho gestita bene. Alla fine ho sofferto, ma come deve essere una gara”, racconta con un sorriso.
Anche nella 10 km ha sorpreso sé stessa: “Non mi aspettavo di farla così bene, è un passo piuttosto veloce per me. Sono rimasta molto contenta”. Ma è a Roma che ha vissuto l’esperienza più inaspettata: “Non volevo nemmeno correrla come gara, era solo un allenamento lungo. E invece è uscita la mezza migliore che io abbia mai fatto”.
Un piccolo aneddoto rende ancora più memorabile quella trasferta: “Il giorno prima abbiamo camminato per 23-24 km in giro per Roma, dopo aver corso già 10 km al mattino. Siamo arrivati a sera con le gambe cotte. Non lo rifarò a Firenze, promesso!”, scherza.
I lunghi che fanno la differenza
Dopo le gare, Francesca è tornata a concentrarsi sui lunghi. Prima un 34 km, poi un 25 più veloce, e infine il lunghissimo da 38 km. Tutti gestiti con regolarità, spesso correndo più forte del ritmo previsto. “Ho sempre corso un po’ più veloce di quanto mi assegnava Andrea, ma senza forzare. Gli ultimi chilometri li ho chiusi sempre in progressione, anche 15-20 secondi al chilometro più veloci”, spiega.
Se avesse corso altri 4 km al ritmo medio tenuto fino al 38° chilometro del lunghissimo, avrebbe potuto chiudere la maratona sotto le 3 ore e 30 minuti. “Non vuol dire nulla, lo so, perché il giorno della gara è un’altra storia. Però è una bella conferma del lavoro fatto finora”, commenta Francesca con realismo.
Se il corpo risponde bene, è la mente a lanciare qualche segnale di stanchezza. “Devo dire la verità: a questo punto la testa mi sta un po’ abbandonando”, confessa Francesca. È una sensazione comune tra chi si prepara per la prima volta a una maratona. “Quando si arriva a tre settimane dalla gara, dopo mesi di allenamenti, è normale sentirsi svuotati. È parte del processo”, aggiunge Paolo Corsini, suo compagno di allenamento che di maratone ne ha già corse tante.
“Ci sono giorni in cui non ho voglia di correre. Il giorno prima di fare 38 km, ad esempio, già mi sentivo stanca solo al pensiero. Ma poi li ho fatti e anche bene”, racconta Francesca. La sua determinazione è evidente, anche nei momenti di difficoltà.
Il tapering: tre settimane per ritrovare brillantezza
Ora inizia la fase finale della preparazione: il tapering, ovvero la riduzione graduale del carico di allenamento. “Non vedo l’ora di fare queste ultime tre settimane di scarico. Ho bisogno di recuperare un po’ di brillantezza”, dice Francesca. Il programma prevede ancora un lungo impegnativo la prossima domenica, poi il chilometraggio calerà sensibilmente per permettere al corpo di rigenerarsi.
“Passeremo da due lavori a settimana a uno solo. L’obiettivo è arrivare freschi alla gara, sia fisicamente che mentalmente”, spiega Paolo. “In questo momento non ho freschezza, ma confido nell’ultima settimana per ritrovarla”, aggiunge Francesca.
Con l’avvicinarsi della gara, cresce anche l’emozione. “Adesso c’è anche la curiosità di vedere cosa succederà. Come andrà, come mi sentirò. È un mix di ansia, emozione e voglia di scoprire”, racconta Francesca. La sua è una preparazione vissuta con trasparenza, condivisa passo dopo passo anche sui social e su Strava, dove chiunque può seguire i suoi allenamenti.
Tra tre settimane, Francesca sarà sulla linea di partenza della Maratona di Firenze. Sarà il momento della verità, ma anche della celebrazione di un percorso lungo, faticoso e pieno di scoperte. “Spero solo di arrivare lì con la testa giusta e con la voglia di godermela. Perché alla fine, è questo che conta”, conclude. Noi saremo lì, a raccontare il suo arrivo, i suoi 42 km, le sue emozioni. Perché ogni maratona è una storia. E quella di Francesca è solo all’inizio.
Chi è Francesca?
Francesca Cappai è un’insegnante di educazione fisica, una donna che ha deciso di trasformare la sua passione per la corsa in una sfida personale e concreta: correre la sua prima maratona.
Un obiettivo che non nasce per caso, ma che affonda le radici in un percorso fatto di allenamenti, crescita e consapevolezza. Da qui prende vita il progetto “Lady 3:30“, un nome che racchiude un traguardo preciso e ambizioso: completare la maratona di Firenze in 3 ore e 30 minuti.

