A soli 21 giorni dalla sua apertura, la causa per violazione di brevetto intentata da Strava contro Garmin si è conclusa con un colpo di scena: Strava ha ritirato volontariamente l’azione legale, senza fornire spiegazioni ufficiali né dettagli su eventuali accordi. Il documento depositato presso il tribunale federale del Colorado è stato sorprendentemente conciso, limitandosi a dichiarare la chiusura del caso “senza pregiudizio”, lasciando aperta la possibilità di un futuro riavvio.
La causa, presentata il 30 settembre 2025, accusava Garmin di aver violato due brevetti fondamentali di Strava: uno relativo ai Segmenti, ovvero sezioni di percorso in cui gli utenti competono per il miglior tempo, e l’altro alle Heatmaps, mappe di calore che mostrano le zone più frequentate dagli sportivi. Secondo Strava, Garmin avrebbe utilizzato queste tecnologie senza autorizzazione, integrandole nei propri dispositivi e software, e traendo vantaggio commerciale da funzionalità sviluppate originariamente dalla piattaforma social sportiva.
Nel documento iniziale, Strava chiedeva al tribunale di bloccare la vendita di una vasta gamma di prodotti Garmin, tra cui smartwatch e ciclocomputer della linea Edge. Una richiesta che, se accolta, avrebbe avuto un impatto significativo sul mercato e sugli utenti, considerando che Garmin è uno dei principali fornitori di dispositivi per il monitoraggio delle attività sportive.
Al di là dei brevetti, il conflitto sembrerebbe avere radici più profonde. Secondo Matt Salazar, Chief Product Officer di Strava, la frattura tra le due aziende è iniziata quando Garmin ha aggiornato le proprie linee guida per gli sviluppatori, imponendo l’obbligo di mostrare il logo Garmin su ogni attività registrata tramite i suoi dispositivi. Strava ha definito questa richiesta come “pubblicità forzata” e ha dichiarato di non poterla giustificare agli utenti. Garmin, dal canto suo, avrebbe minacciato di revocare l’accesso alle API se Strava non avesse accettato le nuove condizioni entro il 1° novembre.
Strava vs Garmin: una causa breve, ma intensa
Nonostante la portata delle accuse, Garmin non ha mai risposto formalmente alla causa. L’unico documento depositato dalla società è stato la nomina dei propri avvocati, avvenuta il giorno stesso in cui Strava ha ritirato la denuncia. Questo dettaglio suggerisce che gran parte della vicenda si sia svolta dietro le quinte, lontano dai riflettori pubblici e dai tribunali.
Le ipotesi sul ritiro
Le ragioni del dietrofront di Strava non sono state chiarite, ma gli analisti del settore avanzano diverse ipotesi. Una delle più accreditate è che la causa fosse parte di una strategia per rafforzare la posizione di Strava in vista della sua IPO prevista per il 2026. Dimostrare di possedere e difendere un portafoglio di brevetti potrebbe infatti aumentare il valore percepito dell’azienda agli occhi degli investitori. Tuttavia, scegliere Garmin – il partner più importante e il principale generatore di traffico e abbonamenti per Strava – come bersaglio, è stato visto da molti come un azzardo eccessivo.
La mossa legale non è stata ben accolta dalla community. Su Reddit e in diversi gruppi Facebook, molti utenti hanno criticato Strava per aver messo a rischio la sincronizzazione con Garmin, una funzione considerata essenziale. Alcuni hanno persino dichiarato che, in caso di rottura tra le due piattaforme, avrebbero abbandonato Strava piuttosto che rinunciare ai dispositivi Garmin.
Con la causa ormai archiviata, resta da capire se il rapporto tra Strava e Garmin potrà tornare quello di un tempo. Al momento, la sincronizzazione tra le due piattaforme continua senza interruzioni, e Strava ha rassicurato gli utenti sulla continuità del servizio. Tuttavia, il silenzio ufficiale di Garmin e la mancanza di una dichiarazione congiunta lasciano aperti interrogativi sul futuro della collaborazione.
Nel frattempo, Strava continua a espandere il proprio ecosistema. Nel 2025 ha acquisito l’app di allenamento Runna e ha annunciato una partnership con Airbnb per promuovere esperienze sportive in viaggio. Questi movimenti indicano una volontà di diversificare l’offerta e rafforzare la propria posizione nel mercato del fitness digitale.