Nel cuore delle Madonie, tra le pietre antiche e le stradine tortuose di Castelbuono, ogni anno si rinnova un rito che unisce sport, tradizione e passione popolare. Il 26 luglio, come da tradizione, il piccolo borgo siciliano ospiterà la 99ª edizione del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono, la corsa su strada più antica d’Europa. Un evento che non è solo una gara, ma un vero e proprio patrimonio culturale, riconosciuto anche dalla World Athletics con la prestigiosa Heritage Plaque, riservata alle manifestazioni che hanno dato un contributo eccezionale alla storia dell’atletica mondiale.
Il Giro di Castelbuono è molto più di una competizione sportiva. È un tuffo nella storia, un’esperienza immersiva che coinvolge atleti, spettatori e l’intera comunità. Nato nel 1912 come “A cursa di Sant’Anna”, in onore della patrona del paese, ha attraversato oltre un secolo di storia trasformandosi in un appuntamento internazionale che ha visto sfilare campioni del calibro di Stefano Baldini, Gelindo Bordin, Paul Tergat ed Eliud Kipchoge. Ogni edizione è un capitolo di una lunga narrazione che intreccia sport e identità locale.
Percorso e particolarità
Il percorso, rimasto pressoché invariato nel tempo, è uno degli elementi che rendono unica questa gara. Dieci giri da 1134 metri ciascuno, per un totale di 11.340 metri, si snodano tra i vicoli del centro storico, passando davanti alla celebre fontana e affrontando la temibile salita “Mario Levante”. Un circuito tecnico e impegnativo, reso ancora più affascinante dalla presenza di oltre 25.000 spettatori che ogni anno si assiepano lungo le transenne, trasformando le strade in un vero e proprio stadio a cielo aperto.
La particolarità della gara élite è che si corre solo su invito. Gli atleti devono avere un tempo minimo di 36 minuti sui 10 km per poter partecipare. E non è tutto: chi viene doppiato durante la gara è costretto a fermarsi, una regola che aggiunge ulteriore tensione e selettività alla competizione. Questo rende il Giro di Castelbuono una sfida riservata ai migliori, un banco di prova per chi vuole misurarsi con la storia e con se stesso.
Ma il Giro non è solo per i professionisti. Negli ultimi anni, l’organizzazione ha aperto le porte anche agli amatori e ai più giovani, trasformando l’evento in una vera festa dello sport.
La Vintage Race, ad esempio, è una corsa di cinque giri (5635 metri) riservata agli appassionati, che si svolge con un tocco di nostalgia: molti partecipanti indossano maglie d’epoca, in un omaggio al passato che si fonde con il presente. C’è poi la Gara Giovanile, dedicata ai ragazzi dai 12 ai 15 anni, su un giro unico di 1127 metri, e da quest’anno anche la Baby Run, pensata per i più piccoli fino agli 11 anni.

Verso il centenario con Yeman Crippa
L’edizione 2025 si preannuncia particolarmente significativa, anche grazie alla presenza sulla linea di partenza del detentore di tutti i primati italiani del mezzofondo, Yeman Crippa, alla sua seconda partecipazione dopo il secondo posto conquistato nel 2016.
Sarà, anche, l’ultima prima del grande traguardo del centenario, previsto per il 2026. Un’occasione che gli organizzatori stanno già preparando con grande attenzione, promettendo iniziative speciali e un’edizione celebrativa che resterà nella memoria.
Il Giro di Castelbuono è anche un esempio virtuoso di come lo sport possa valorizzare il territorio. Ogni anno, l’evento attira migliaia di visitatori, contribuendo a promuovere il turismo e l’economia locale. Le immagini della gara, trasmesse in diretta e rilanciate sui social, mostrano al mondo la bellezza di un borgo che ha saputo conservare la propria identità, trasformandola in un punto di forza.
Anche Andrea Soffientini al via del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono
Come ogni anno, anche il 2025 vedrà al via del Giro Podistico Internazionale di Castelbuono il nostro Andrea Soffientini. Ecco cosa ha raccontato in una veloce intervista…
Andrea, perché ogni anno torni a correre a Castelbuono?
“Perché Castelbuono è un’esperienza unica. Non è solo una gara, è qualcosa che va oltre. Il tifo, il calore della gente, l’atmosfera che si respira in quei vicoli stretti e pieni di storia… è qualcosa che non trovo da nessun’altra parte. Ogni anno, quando arrivo in paese, sento subito quell’energia speciale”.
Quante volte hai corso questa gara?
“Quella del 2025 sarà la mia sesta partecipazione. Ogni edizione è stata diversa, con emozioni e sfide nuove. Ma tutte hanno lasciato un segno. E confesso che vorrei esserci anche l’anno prossimo, per la centesima edizione. Sarebbe un onore incredibile far parte di un momento così storico”.
Com’è correre fianco a fianco con atleti d’élite internazionali?
“È stimolante, ma anche molto impegnativo. Ti trovi a gareggiare con alcuni dei migliori specialisti al mondo, gente che magari ha fatto la storia della corsa su strada. Il ritmo è altissimo fin dai primi metri, e ogni errore si paga caro. Ma è anche un’occasione unica per imparare, per metterti alla prova e capire dove puoi arrivare. E poi, diciamolo, correre con questi campioni ti spinge a dare sempre il massimo”.
Qual è il tuo obiettivo per l’edizione di quest’anno?
“Quest’anno punto sicuramente a non farmi doppiare. Voglio fare una gara in progressione, gestire bene le energie e cercare di chiudere forte. So che sarà difficile ripetere il risultato del 2021, quando entrai nella top 10, ma mai dire mai. A Castelbuono può sempre succedere di tutto…”.
Hai già deciso con quali scarpe correrai?
“Non ancora in modo definitivo, ma ho qualche idea. Il percorso è molto nervoso, tecnico, con continui cambi di ritmo e curve strette. Serve una scarpa che sia reattiva e un’idea ovviamente ce l’ho”.
Quali sono, secondo te, le difficoltà e i vantaggi del percorso di Castelbuono?
“La difficoltà principale è la sua tecnicità. I dieci giri da poco più di un chilometro sembrano semplici sulla carta, ma in realtà sono durissimi. C’è la salita di via Mario Levante che spezza il ritmo, le curve strette che ti costringono a rilanciare continuamente, e poi il caldo, che a fine luglio si fa sentire. Ma è proprio questo che rende la gara affascinante. Il vantaggio, invece, è il pubblico. Ti accompagna per tutto il percorso, ti incita a ogni passaggio, ti chiama per nome. È come avere un’onda che ti spinge avanti. E quando arrivi all’ultimo giro, con la piazza piena e la gente che urla, ti dimentichi della fatica”.
Stai preparando il Giro di Castelbuono come obiettivo principale o rientra in una fase della tua preparazione estiva?
“In realtà, non avendo altre gare in programma in questo periodo, Castelbuono rappresenta per me l’appuntamento principale dell’estate. Sto cercando di arrivarci in buona forma, anche se non è sempre facile calibrare la preparazione senza altri test. Ma proprio per questo motivo ci tengo ancora di più”.
Andrea, un’ultima domanda: cosa rappresenta per te il Giro di Castelbuono, al di là della gara?
“È un simbolo. Castelbuono è un piccolo paese, ma per un giorno diventa il centro del mondo della corsa. E farne parte, anche solo per pochi minuti, è un privilegio”.