Il mondo degli sportwatch è in subbuglio. Dopo la causa intentata da Strava a Garmin per aver violato, a suo avviso, brevetti relativi a segmenti e heatmap, ora è il turno di Suunto. Lo storico marchio finlandese ha intentato una causa contro Garmin, per la violazione di cinque brevetti che riguardano sia componenti hardware che funzionalità avanzate di monitoraggio dell’attività fisica.
La denuncia è stata depositata il 22 settembre presso la Corte Distrettuale degli Stati Uniti per il distretto Orientale del Texas, tribunale noto per la sua frequenza di casi legati alla proprietà intellettuale. Un dettaglio che lascia intuire la strategia legale ben ponderata da parte di Suunto.
Una denuncia dettagliata e strategica
Al centro della disputa ci sono tecnologie che toccano il cuore dell’esperienza utente offerta da Garmin. Si parla di rilevamento automatico dello swing nel golf, monitoraggio della respirazione basato su HRV (variabilità della frequenza cardiaca), e progettazione di antenne strutturali per la comunicazione wireless in dispositivi con cassa in metallo.
Secondo Suunto, Garmin avrebbe integrato queste soluzioni senza alcuna autorizzazione in una vasta gamma di prodotti, tra cui le serie Forerunner, Fenix , Epix, Instinct, Venu, MARQ, gli orologi da golf Approach e persino accessori come i sensori CT10. In pratica, l’accusa coinvolge quasi l’intero catalogo Garmin.
La documentazione presentata da Suunto è lunga ben 56 pagine e include tabelle tecniche, riferimenti ai manuali utente Garmin e analisi comparative tra le tecnologie brevettate e quelle implementate nei dispositivi dell’azienda americana. L’obiettivo dichiarato è duplice: ottenere un risarcimento danni e una ingiunzione permanente che impedisca a Garmin di continuare a vendere dispositivi che utilizzano le tecnologie contestate.
Una mossa che, se accolta, potrebbe avere ripercussioni enormi sul mercato, considerando che le linee coinvolte rappresentano il cuore del business Garmin.
Un attacco su più fronti: anche Strava in campo
La causa di Suunto arriva a poche ore di distanza da un’altra denuncia, quella di Strava, che ha citato Garmin in Colorado per presunta violazione di brevetti software legati a funzioni come i Segmenti e le Heatmap. Mentre Strava si concentra sul lato software e dati, Suunto colpisce l’hardware. Un attacco coordinato che mette Garmin sotto una pressione legale senza precedenti.
Garmin ha tempo fino a fine dicembre per rispondere formalmente alla denuncia, ma il contenzioso potrebbe protrarsi a lungo. Se la causa dovesse concludersi con una sentenza favorevole a Suunto, l’impatto sullo sviluppo futuro degli smartwatch Garmin sarebbe significativo. Non si tratta solo di difendere alcune funzionalità, ma di ridefinire l’approccio tecnologico dell’azienda per gli anni a venire.