Solo pochi giorni fa avevamo raccontato la vicenda di un runner colpito e ferito a Bari mentre si allenava all’alba: degli sconosciuti, passando in auto, gli avevano lanciato un uovo provocandoun grave trauma ad un occhio, apparentemente solo per divertimento. Ma nelle ultime ore è arrivata una notizia ancora più sconcertante: un altro runner è stato aggredito e picchiato da sconosciuti. Ancora una volta, senza alcun motivo.
Era uscito per la sua solita corsa mattutina, come fa spesso, Manuel Setti, 36 anni, runner e musicista, residente nel quartiere Santa Croce di Reggio Emilia. Ma quella che doveva essere una routine di allenamento si è trasformata in un incubo. All’alba, intorno alle 5:40, Setti è stato aggredito brutalmente da due sconosciuti mentre stava correndo. I due, a bordo di un’auto, lo hanno inseguito, cercando prima di investirlo, poi sono scesi dall’auto e lo hanno pestato a sangue.
Nel tentativo disperato di salvarsi, Manuel si è rifugiato in un bar poco distante. Ma lì ha trovato un’altra amara sorpresa: il barista si è rifiutato di aiutarlo, negandogli persino l’uso del telefono per chiamare i soccorsi. “Mi hanno praticamente massacrato a pochi metri dal bar – ha raccontato sui social -. Se non me ne fossi andato rapidamente, pensando anche all’incolumità dell’anziano cliente e del proprietario, probabilmente avrebbero distrutto anche il locale”. Per questo, oltre alla denuncia contro ignoti per l’aggressione, Setti ha sporto denuncia anche contro l’esercente per omissione di soccorso.
Un’aggressione senza movente
Il caso di Manuel Setti non è isolato. Poco prima, nella stessa zona, un autista era stato investito e poi aggredito con una bottiglia rotta da quelli che sembrano essere gli stessi due individui. Entrambe le vittime non si conoscevano e si sono incontrate solo al pronto soccorso. Gli inquirenti parlano di aggressioni “in stile Arancia Meccanica”, senza alcun apparente movente. Gli aggressori, descritti come giovani di origine magrebina, sono ancora ricercati. Le forze dell’ordine stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, nella speranza di identificarli al più presto.
Il racconto di Manuel ha scosso profondamente la comunità dei runner della città. “Non pretendo che molti capiscano – ha scritto – ma quando ti trovi davanti due persone che cercano di investirti e poi ti aggrediscono, non è facile restare lucidi”. Il podista ha anche espresso amarezza verso le istituzioni, accusandole di non fare abbastanza per garantire la sicurezza dei cittadini. “Vogliono che ci scanniamo a vicenda, convinti di cambiare qualcosa”, ha scritto in un post carico di frustrazione.
L’aggressione subita da Manuel Setti, come quella di tanti altri runner che hanno raccontato le loro disavventure sui nostri canali social, non è solo un episodio isolato, ma il sintomo di una crescente insicurezza che colpisce chi pratica attività all’aperto. I runner – così come i ciclisti – spesso si allenano da soli e diventano bersagli facili, non solo in zone periferiche o isolate, ma anche in contesti urbani. La corsa, da sempre simbolo di libertà e benessere, rischia di trasformarsi in un’attività pericolosa. E voi? Vi è mai capitato qualcosa di simile mentre correvate? Raccontatecelo…