Qualche settimana fa abbiamo lanciato un sondaggio sui nostri canali social – in particolare Instagram – con l’obiettivo di esplorare le preferenze tecnologiche dei runner, in particolare per quanto riguarda gli orologi da corsa. I numeri, raccolti su un campione significativo di circa 1000 utenti, pur non essendo rappresentativo dell’intera comunità dei runner, offre comunque uno spaccato interessante sulle abitudini digitali degli appassionati di corsa e ci permettono di comprendere meglio quali siano le tendenze attuali in fatto di dispositivi per il monitoraggio delle prestazioni.
Garmin, leader indiscusso del running
Con il 75%, Garmin si conferma il marchio di riferimento per chi corre. L’azienda americana ha costruito negli anni una reputazione solida grazie alla precisione dei suoi GPS, alla grande varietà di modelli e alla piattaforma Garmin Connect, apprezzata per completezza e affidabilità.
La leadership di Garmin non è solo quantitativa, ma qualitativa: è il brand scelto da chi cerca strumenti avanzati per l’analisi del passo, della frequenza cardiaca, del VO2 max e della dinamica di corsa. La gamma, che va dai modelli entry-level come il Forerunner 55 fino ai top di gamma come il Fenix 8, copre ogni fascia di prezzo e livello di esperienza.
Coros, la nuova alternativa per gli atleti evoluti
Al secondo posto, con l’8% degli utenti, troviamo Coros, brand emergente che negli ultimi anni ha conquistato una nicchia di runner esigenti. Con dispositivi come il Pace 2, l’Apex Pro e il Vertix, Coros ha puntato su leggerezza, autonomia e funzionalità avanzate, spesso a un prezzo competitivo.
La sua crescita è legata anche alla collaborazione con atleti di alto livello, come Kilian Jornet, e alla capacità di innovare rapidamente. La piattaforma Coros Training Hub, sebbene meno diffusa rispetto a Garmin Connect, offre strumenti di analisi molto dettagliati, apprezzati da chi prepara gare lunghe e ultra.
Apple Watch, tecnologia al servizio del running
Con una quota del 7%, Apple Watch si posiziona al terzo posto. Sebbene non sia nato come sportwatch puro, il dispositivo di Cupertino è sempre più utilizzato anche dai runner, grazie alla sua integrazione con l’ecosistema Apple, alla qualità del display e alla semplicità d’uso.
Il suo limite principale resta l’autonomia, che lo rende meno adatto alle lunghe distanze, ma per chi “non vive di sola corsa”, l’Apple Watch rappresenta una soluzione elegante e funzionale. Le app di terze parti, come Strava, Runkeeper e Workoutdoors, ne ampliano le possibilità, rendendolo una scelta valida per molti.
Suunto, Amazfit, Polar: la fascia intermedia
Suunto raccoglie il 5% di utenti, e continua a essere apprezzato per la robustezza dei suoi dispositivi e per la precisione del GPS, soprattutto in ambienti outdoor. Tuttavia, la concorrenza agguerrita ne ha limitato in parte la crescita.
Amazfit e Polar si attestano entrambi al 2%. Amazfit, brand cinese del gruppo Zepp Health, punta su un buon rapporto qualità-prezzo, mentre Polar, storico marchio finlandese, resta una scelta di nicchia, apprezzata soprattutto per la qualità dei sensori cardiaci.
Samsung e Huawei?
Chiudono la classifica Samsung e Huawei con una percentuale intorno all’1%. Entrambi i brand propongono smartwatch con funzionalità sportive, ma il loro focus resta più orientato al lifestyle e alla smart integration che alla performance pura. Per questo motivo, tra i runner più esigenti, faticano a imporsi.
Cosa ci dicono questi dati
Questo semplice sondaggio conferma che il mondo del running è ancora dominato dai dispositivi più specializzati, con Garmin in testa. Tuttavia, si nota una crescente apertura verso soluzioni alternative che offrono esperienze diverse e si rivolgono a target specifici, come Coros – sicuramente più economico ma non meno tecnico – o Apple Watch. E’ sempre più chiaro che la scelta dello sportwatch non è solo una scelta puramente tecnica, ma riflette anche il tipo di runner, il livello di preparazione, le ambizioni e il proprio stile di vita.