Negli ultimi anni, per molti runner amatori è diventata una consuetudine concedersi una settimana – o poco più – di “ritiro” in altura, e anche per noi sta diventando un’abitudine. Questo periodo, che ormai consideriamo una vera e propria tradizione, ci permette di dedicarci completamente alla corsa, accumulando chilometri su chilometri in vista della preparazione per la seconda parte della stagione agonistica.
Durante la prima settimana di allenamento, abbiamo già raggiunto la ragguardevole cifra di 200 chilometri percorsi. Questa intensa attività ci ha dato l’opportunità ideale per mettere alla prova le due più recenti scarpe da corsa “da lento” prodotte da Mizuno. Su un totale di 200 km settimanali, circa il 90% delle nostre uscite è stato effettuato alternando le Mizuno Wave Sky 9 e le Mizuno Wave Rider 29 – argomento di questa recensione.
Dopo l’ottima esperienza avuta con la Neo Zen, la curiosità di testare questi nuovi modelli era davvero alta. Le aspettative, fortunatamente, non sono state deluse: entrambe le scarpe si sono rivelate valide compagne di allenamento, anche se – come spesso accade – le opinioni all’interno del gruppo si sono divise. C’è chi ha preferito le Sky 9 e chi invece si è trovato particolarmente bene con le Rider 29.
I test sono stati condotti su ritmi piuttosto variabili: la media si è attestata intorno ai 4’30” al chilometro, con alcune punte più veloci vicine ai 4’00″/km e sessioni più rilassate intorno ai 5’00″/km. Questo ci ha permesso di valutare le scarpe in diverse condizioni di sforzo e velocità.
Battistrada: 6,5
La settimana di test è stata caratterizzata da frequenti piogge, una condizione perfetta per mettere alla prova il grip delle scarpe. Su asfalto, terra battuta e brevi tratti di sterrato, la scarpa si è comportata in modo soddisfacente, mostrando qualche incertezza solo su fango particolarmente pesante – ma, a onor del vero, difficilmente una daily trainer si comporterebbe diversamente in quelle condizioni.
Dopo 170 km, l’usura risulta visibile solo nella zona della punta, un dato che lascia ben sperare sulla durata complessiva.

Intersuola: 7
Rispetto al modello precedente, la Rider 28, il cambiamento più evidente riguarda la riduzione del drop, che passa da 12 a 10 mm (38,5 mm al tallone e 28,5 mm all’avampiede). Un’altra novità importante è l’adozione esclusiva della mescola Enerzy NXT, più leggera e reattiva rispetto alla precedente combinazione con U4ic. Energy NXT, però, nonostante il nome, in una formula diversa da quella utilizzata in Neo Zen ( in TPU), qui in EVA supercritica (quindi meno reattiva).
In corsa, la sensazione è quella di una scarpa dinamica, capace di accompagnare sia i ritmi lenti sia quelli leggermente più sostenuti. Resta invariata la storica piastra Wave, vero e proprio marchio di fabbrica Mizuno, che però si percepisce più come elemento identitario che come reale supporto alla corsa.
Tomaia: 7
La nuova tomaia in jacquard air mesh convince pienamente: è elastica, stabile e sorprendentemente traspirante, anche sotto la pioggia. Nei giorni in cui abbiamo effettuato doppie sessioni di allenamento, la scarpa è riuscita ad asciugarsi abbastanza rapidamente da poter essere riutilizzata la sera stessa, un dettaglio che non va sottovalutato.

Upper: 6
La linguetta si è dimostrata comoda, morbida e avvolgente, senza mai creare fastidi o pieghe indesiderate.
Il tallone, grazie a una conchiglia particolarmente rigida, offre un buon sostegno senza risultare scomodo.
Le stringhe, invece, sono piuttosto basiche e di livello entry level: personalmente non ho avuto problemi, ma ad Andrea è capitato che si slacciassero durante la corsa.
Comfort: 6,5
La Mizuno Rider 29 si distingue più per la sua leggerezza che per la morbidezza. Non offre il comfort “pantofola” della Wave Sky 9, ma in compenso garantisce una maggiore reattività nei cambi di ritmo. Proprio questa caratteristica l’ha resa la mia preferita, soprattutto nei momenti in cui il gruppo mi costringeva a correre a un ritmo lento… ma non troppo!

Protezione: 6
A mio avviso, Mizuno Rider 29 non è una scarpa pensata per pronatori o runner dal peso elevato. Si rivolge piuttosto ad atleti di corporatura media o leggera e con appoggio neutro, che cercano stabilità e fluidità senza un supporto eccessivo. Come già accennato, la piastra Wave si percepisce più come elemento distintivo che come reale aiuto contro la pronazione.
Durata massima stimata: 7,5
Dopo 170 km, i segni di usura sono visibili soprattutto nella zona anteriore. Il battistrada copre quasi interamente l’intersuola, il che lascia presagire una buona durata complessiva. Sarà interessante valutare se l’usura anteriore sia dovuta ai continui saliscendi del ritiro o se la gomma tenda effettivamente a consumarsi più rapidamente. In ogni caso, si tratta di una scarpa che può tranquillamente arrivare ai classici 700/800 km di utilizzo.

Peso: 7,5
La riduzione di 30 grammi rispetto al modello precedente porta la scarpa a un peso di 264 grammi: un risultato eccellente, soprattutto considerando la buona ammortizzazione offerta. La leggerezza si percepisce subito e rende la scarpa versatile anche per chi non desidera un modello esclusivamente dedicato ai lenti.
Rapporto qualità/prezzo: 6
Il prezzo di listino è di 160 euro, ma già si trovano offerte che rendono queste scarpe ancora più interessanti (scopri qui le offerte migliori). Le caratteristiche tecniche le rendono piuttosto versatili e, per chi preferisce ruotare solo due o tre paia di scarpe, potrebbero rappresentare una soluzione molto valida.

Forse il prezzo non è tra i più competitivi, soprattutto se si considera che la Neo Zen, che costa 10 euro in meno, offre prestazioni simili.
Voto finale: 6,7
Sono sempre stato un grande appassionato delle scarpe di ultima generazione, soprattutto di quelle che seguono il trend attuale di aumentare la quantità di schiuma nell’intersuola. Le Mizuno Wave Rider 29, però, mi hanno trasmesso la sensazione di una scarpa “old school” rivisitata in chiave moderna.
Le definisco “old school” perché restituiscono una sensazione di leggerezza e di contatto diretto con il terreno, ma sono anche “rivisitate” perché hanno perso quella secchezza tipica delle Rider di qualche anno fa, guadagnando in ammortizzazione grazie alla nuova mescola Enerzy NXT.
Non sono scarpe iper-reattive, ma offrono un mix molto interessante di leggerezza e comfort. Le consiglierei soprattutto a runner neutri fino a 75/80 kg, ideali per allenamenti di corsa lenta o svelta. Potrebbero essere una scelta interessante anche per atleti più pesanti che vogliono evitare l’uso del carbonio in allenamento: in questo caso, le Rider 29 si prestano bene per i lunghi o per lavori più impegnativi, mentre le Wave Sky 9 possono essere utilizzate per gli allenamenti quotidiani.